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Dal Barolo al Marsala: viaggio nell'eccellenza dei vini italiani

Un approfondimento a cura della beverage menager Ludovica Diafiera

Perché organizzare tour enologici costosi e faticosi quando puoi viaggiare anche solo con la fantasia, meglio ancora se comodamente seduto sul divano, con l'aiuto della tua rubrica settimanale preferita?

Semplice, non ti spedirò neanche una goccia di vino per accompagnare la lettura di queste parole e so che ne avresti bisogno per fronteggiare una pandemia globale come quella che stiamo vivendo. Quindi, scherzi a parte, appena sarà possibile vola alla scoperta di nuove frontiere e degusta tutto ciò che puoi ma nel frattempo, se ti va, facciamo un ripasso.

La tappa di oggi è la wine wolk of fame, un escursus dei vini italiani più famosi che almeno una volta nella vita ti hanno propinato e che ovviamente hai finto di conoscere. Pronto? Partiamo.

Per il Nord Italia gareggiano:

definito "il re dei vini e il vino dei re", il Barolo, tutelato dalle regole della DOCG, può essere prodotto esclusivamente nella provincia di Cuneo all'interno dei territori dei comuni di Barolo, Castiglione Felletto, Cherasco e pochi altri limitrofi. L'unica uva ammessa è il Nebbiolo nelle varietà Michet, Lampia e Rosè. L'invecchiamento obbligatorio in cantina è di tre anni, almeno due dei quali in botti di rovere e castagno, per il tipo normale e cinque anni per il Riserva ma può superare anche i 20 anni. Il colore con cui si presenta si avvicina al rosso granata con riflessi aranciati mentre il profumo è eccezionalmente complesso con note di viola, goudron e vaniglia. Il sapore è definito dagli esperti ampio, caldo e carezzevole nonché persistente. La gradazione alcolica si aggira intorno ai 13°.

L'area produttiva del Valpolicella investe un ampio territorio che orbita intorno a nordovest di Verona, si tratta di quattro valli disegnate da corsi d'acqua originati dai Monti Lessini. La DOC, concessa fra le prime in Italia nel 1988, prescrive il limite di 120 quintali d'uva per ettaro. L'invecchiamento classico spazia dai 3 ai 4 anni.
Le uve impiegate per la produzione sono Corvina (40-70%), Rondinella (20-40%), Molinara (5-20%) con l'eventuale aggiunta di altre uve locali fino ad un massimo del 15% di contaminazione. Il colore è in prevalenza rosso rubino con sfumature granata, il profumo è intenso e avvolgente con note di mandorla amara, marasca e spezie. In merito al sapore scomoderò addirittura Ernest Hemingway che nel suo romanzo "Di là dal fiume e tra gli alberi" lo definisce: "Leggero, secco, rosso e cordiale come la casa di un fratello con cui si va d'accordo". La gradazione si aggira su minimo 11°.

Scendono in campo per il Centro Italia:

il vitigno che genera il celebre Brunello di Montalcino DOCG è il Sangiovese Grosso, una varietà del classico Sangiovese che ha acquisito il nome del vino stesso. Viene coltivato in tutta la zona collinare attorno alla località ed ha avuto un grande boom a partire dagli anni 70. Il colore che lo caratterizza è un rosso rubino carico di riflessi arancio e si distingue per il suo profumo ampio e ricco, di avvolgente vinosità con netti sentori di viola e vaniglia. Il sapore è austero, asciutto, morbido e vellutato.

L'invecchiamento, che per mantenerne le caratteristiche del vino non può essere inferiore ai 4 anni, può durare anche fino ad oltre 20 anni. Una delle caratteristiche di questo vino è l'aderenza quasi totale di tutte le cantine ad una produzione squisitamente tradizionale.

Il Greco di Tufo è prodotto sulle colline dell'Irpinia attorno ad Atripalda e Montefredane. Il vitigno è, come indica il nome, di origine greca. Il vino è composto infatti da uva Greco di Tufo in purezza per un minimo dell'85% con possibile aggiunta di Coda di Volpe Bianca, unica altra contemplata dal disciplinare DOC.

Il colore è giallo paglierino seguito da un profumo delicato, etereo con sentori di pesca e mandorla. Il sapore risulta asciutto, aromatico con una leggera vena acidula. Il Greco di Tufo è un bianco importante che generalmente supera la gradazione alcolica minima della DOC di 11.5° e che può rimanere quindi in cantina per qualche anno, circa 3-4, senza alterarsi.

Al Sud Italia piace:

tutelata da varie DOC, la produzione dell'uva Negroamaro si estende in gran parte nella penisola salentina, nelle province tra Brindisi e Lecce. Antico e classico vino da taglio, si è evoluto fino ad acquisire personalità e prestigio di gran prodotto. Le uve impiegate per la sua produzuine sono Negramaro per l'80% e Malvasia Nera per il restante 20%. Il colore è rosso rubino intenso con riflessi granata accompagnato da un profumo vinoso molto intenso con sentore di frutti rossi.
Il sapore è asciutto, vellutato con fondo lievemente amarognolo. Nella versione normale deve avere minimo 12° di alcol, nella Riserva 12,5° con un invecchiamento obbligatorio in cantina di due anni.

Il Marsala di color giallo oro o ambrato è il più noto della Sicilia ma non è il solo. Esistono molti Marsala DOC, ognuno con le proprie caratteristiche. Per semplificare, nella versione più semplice le uve impiegate sono Grillo e/o Catarratto, Ansonica e/o Damaschino. Il profumo è ampio e ricco con note di ginestra, zagara e mandorla. Dopo l'esame organolettico dall'assaggio si percepisce un sapore che varia da secco a dolce, di decisa struttura molto elegante al palato. La gradazione si aggira sui 17°. I Marsala, nel dettaglio, sono quattro: il Fine e il Superiore con un invecchiamento minimo di due anni, il Superiore Riserva con invecchiamento minimo di quattro anni e infine il Vergine che con minimo dieci anni di riposo.
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