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Sanità

Mortalità tumorale nella Bat, il Comitato Bene Comune si rivolge all'esperto

Teresa De Vito: «I numeri pubblicati dalla Asl sono bassi»

I dati dell'Asl sulla mortalità tumorale nella Bat, con particolare riferimento a quelli relativi alla città di Trani, appena diffusi dalla stampa locale, sembrano far emergere un quadro meno grave rispetto a quella che è la percezione legata alla presenza di gravi fonti di inquinamento ambientale sul nostro territorio. Come Comitato Bene Comune abbiamo chiesto un parere al dott. Dino Leonetti, medico oncologo da anni impegnato nella lotta alle patologie correlate a fattori ambientali.

Ed ecco la sua risposta: "Il cancro in città? Nessun problema, ne muoiono in pari quantità altrove. I fattori di rischio ambientali? Incidono poco o niente". Leggiamo queste notizie e la prima sensazione che proviamo è di sgomento. Certo, di sgomento e di incredulità. Il motivo è determinato dalla consapevolezza che sono sempre più numerose le segnalazioni di giovani e anche bambini a cui viene fatta la diagnosi di neoplasia maligna. Grazie ai progressi della scienza e alla bravura dei medici molte persone ammalate di cancro non muoiono, riescono a sopravvivere, sia pure con il rischio di recidive.

Ecco perché i numeri pubblicati sono bassi. I numeri e le percentuali che vengono diffuse si riferiscono alla "mortalità" ossia alle persone che sono decedute. Ma non sono questi i numeri che vogliamo conoscere. Noi cittadini chiediamo di conoscere le cause che fanno ammalare di cancro i bambini e allora tanto per incominciare non vogliamo sapere quanti bambini muoiono ma vogliamo conoscere il numero di bambini che si ammalano. Questo numero si chiama "incidenza".

La differenza tra "mortalità" ed "incidenza" è fondamentale quando si vuole descrivere l'andamento di un fenomeno che riguarda la salute dei cittadini. Non solo, ma quando si vogliono "dare i numeri e le percentuali" solitamente si dice che ci si occupa di epidemiologia "descrittiva". Ma, si sa, descrivere un fenomeno non aiuta a sufficienza. Spieghiamo meglio. Se io descrivessi una scena con questa frase "il bambino va in bici e all'improvviso cappotta e cade rovinosamente a terra" non capirei i motivi della caduta. Se invece io scrivessi "il bambino sulla bici si è cappottato perché c'era una buca sull'asfalto" non solo capirei la causa ma potrei anche agire per rimuoverla.

E' chiaro, ora? La prima frase è "descrittiva" e la seconda "analitica". La stessa cosa dobbiamo dire per i tumori dei bambini. A noi interessa l'incidenza e l'epidemiologia analitica. Non ci contentiamo della mortalità e dell'epidemiologia descrittiva. In altri termini vogliamo sapere se possiamo in qualche modo evitare che i bambini si ammalino di cancro. Sarebbe imperdonabile avere consapevolezza dell'esistenza di fattori di rischio evitabili e non fare nulla per rimuoverli. Diremmo che è più importante sapere il "perché" di questi numeri ossia, ancora una volta, "che cosa" fa ammalare le persone. Questo ultimo lavoro si chiama epidemiologia "analitica". In altre parole si analizzano le cause delle patologie. Noi medici siamo obbligati a non trascurare per nulla i fattori ambientali come incidenti nella cancerogenesi. Per questo motivo è perlomeno imprudente riferire pubblicamente che l'ambiente c'entra poco o niente nella diffusione dei tumori fino a quando non si ha la certezza assoluta che questo sia vero. Non è una mera opinione, la nostra, piuttosto una aderenza a quanto nel codice deontologico dei medici è riportato.

All'art. 5, capitolo "Educazione alla salute e rapporti con l'ambiente" è infatti scritto: "Il medico è tenuto a considerare l'ambiente nel quale l'uomo vive e lavora quale fondamentale determinante della salute dei cittadini. A tal fine il medico è tenuto a promuovere una cultura civile tesa all'utilizzo appropriato delle risorse naturali, anche allo scopo di garantire alle future generazioni la fruizione di un ambiente vivibile. Il medico favorisce e partecipa alle iniziative di prevenzione, di tutela della salute nei luoghi di lavoro, e di promozione della salute individuale e collettiva. E ancora, nel REGOLAMENTO REGIONALE 30 giugno 2009,n. 13 Organizzazione del dipartimento di prevenzione. Bollettino Ufficiale della Regione Puglia – n. 101 del 6-7-2009 è scritto: "Occorre dunque una "nuova" sanità pubblica, orientata a considerare la natura multifattoriale e multidimensionale della salute, oggi intesa come esito di fattori - i determinanti di salute – in parte modificabili come l'ambiente, i fattori socio-culturali, l'accesso ai servizi, lo stile di vita."

Come si evince l'ambiente è tenuto in debita e primaria considerazione. Auspichiamo, dunque, che i giornali ci aiutino a comprendere meglio il fenomeno della presenza di neoplasie maligne, soprattutto quelle che riguardano i bambini e i giovani, e che i medici epidemiologi ci diano strumenti di conoscenza per poterci difendere da eventuali fattori di rischio ambientali che sappiamo con certezza di esistere e di essere coinvolti nel processo di formazioni dei tumori.

Noi, semplici cittadini, siamo a disposizione qualora ce ne fosse bisogno. Gratuitamente come sempre, ovvio."

Ringraziamo il dott. Leonetti che, con il suo intervento, ci consente di comprendere meglio e di non sottovalutare i rischi che, purtroppo, minacciano la nostra salute.

Teresa De Vito
Comitato Bene Comune
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