
Politica
Politica e cittadini, l'handicap della partecipazione
Il vaso di Pandora: «Si teme il confronto». Aumenta la distanza fra i partiti tradizionali ed i cittadini
Trani - domenica 27 febbraio 2011
Per l'associazione Il vaso di Pandora aumenta sempre di più la distanza fra i partiti tradizionali ed i cittadini e la colpa non è certamente di questi ultimi. «Alcuni mesi addietro – tuona l'associazione - avevamo suggerito alle forze politiche tranesi di centrosinistra la realizzazione di un'assemblea collettiva tra partiti, associazioni, organizzazioni, comitati e singoli cittadini, nell'ambito della quale poter individuare scelte, strategie e decisioni per il rilancio della città. Per facilità dialettica avevamo definito la proposta stati generali. A distanza di tempo e malgrado all'epoca ci fosse stato un consenso piuttosto diffuso, prendiamo atto con rammarico che la proposta purtroppo è caduta nel nulla».
Per l'associazione «la mancanza di contradditorio tra partiti e società civile rappresenta un grave errore politico che porta quasi sempre ad aumentare le distanze e le incomprensioni tra i cittadini elettori ed una classe politica che rischia di apparire sempre più autoreferenziale». Dunque, la riflessione che ne consegue è che esiste una sorta di paura del confronto da parte dei partiti verso coloro i quali, alla fine, sono comunque chiamati ad esprimere un giudizio ed un eventuale consenso attraverso il proprio voto. Nel frattempo è già partita la corsa per le candidature alla carica di sindaco. «Tutto legittimo ovviamente, ma i programmi e le proposte se esistono, non ci sembrano provenire dal confronto e dalla condivisione con i cittadini. D'altronde non è nemmeno pensabile che tutto si possa soltanto ridurre il giorno delle elezioni, ad apporre apaticamente la crocetta su di un nome, chiedendo quindi agli elettori non un consenso ragionato ma un semplice atto di fede. Insomma, per dirla alla Cetto Laqualunque, prima voti e poi rifletti».
«Crediamo fortemente - si legge nella nota dell'associazione - che quello della partecipazione sia l'unico percorso attraverso il quale si debba conquistare il consenso della gente. Come affermato nel nostro manifesto costitutivo, partecipazione intesa come l'esercizio del diritto fondamentale di ciascun cittadino non di subire passivamente, ma di vivere in modo consapevole i processi decisionali. Partecipazione nella doppia accezione politica e sociale che racchiude in se due distinti concetti, quello di prendere parte e quello di essere parte di una decisione che riguarda il comune interesse, un diritto e nel contempo un dovere».
In effetti è proprio la più ampia partecipazione che dovrebbe costituire la via maestra per la ricerca del consenso da parte di un opposizione che ambisce al cambiamento ed al governo della città e che dovrebbe prima individuare e condividere i programmi e soltanto dopo i nomi dei candidati. «Le primarie? Certo sono il più alto strumento di democrazia e di partecipazione ma certamente non rappresentano la soluzione, la panacea di tutti i mali. Quello che vorremmo vedere è la condivisione di valori, regole, programmi ed obiettivi ed infine trovare le gambe sulle quali farli camminare, non obbligatoriamente ma se necessario anche attraverso le primarie».
«Diversamente – conclude l'associazione - si accresce il distacco tra politica ed elettori e le eventuali proposte raccontate ai cittadini soltanto durante la campagna elettorale, potrebbero essere considerate non meritevoli di sostegno e apprezzamento. C'è ancora tempo per lavorare, per creare un consenso partecipato e per condividere idee e progetti, ma la sabbia nella clessidra si sta lentamente esaurendo. Ci auguriamo che il buonsenso prevalga ed il confronto aperto tra politica e cittadini venga considerato dai partiti del centrosinistra una grande opportunità e non uno spauracchio da dover a tutti i costi evitare».
Per l'associazione «la mancanza di contradditorio tra partiti e società civile rappresenta un grave errore politico che porta quasi sempre ad aumentare le distanze e le incomprensioni tra i cittadini elettori ed una classe politica che rischia di apparire sempre più autoreferenziale». Dunque, la riflessione che ne consegue è che esiste una sorta di paura del confronto da parte dei partiti verso coloro i quali, alla fine, sono comunque chiamati ad esprimere un giudizio ed un eventuale consenso attraverso il proprio voto. Nel frattempo è già partita la corsa per le candidature alla carica di sindaco. «Tutto legittimo ovviamente, ma i programmi e le proposte se esistono, non ci sembrano provenire dal confronto e dalla condivisione con i cittadini. D'altronde non è nemmeno pensabile che tutto si possa soltanto ridurre il giorno delle elezioni, ad apporre apaticamente la crocetta su di un nome, chiedendo quindi agli elettori non un consenso ragionato ma un semplice atto di fede. Insomma, per dirla alla Cetto Laqualunque, prima voti e poi rifletti».
«Crediamo fortemente - si legge nella nota dell'associazione - che quello della partecipazione sia l'unico percorso attraverso il quale si debba conquistare il consenso della gente. Come affermato nel nostro manifesto costitutivo, partecipazione intesa come l'esercizio del diritto fondamentale di ciascun cittadino non di subire passivamente, ma di vivere in modo consapevole i processi decisionali. Partecipazione nella doppia accezione politica e sociale che racchiude in se due distinti concetti, quello di prendere parte e quello di essere parte di una decisione che riguarda il comune interesse, un diritto e nel contempo un dovere».
In effetti è proprio la più ampia partecipazione che dovrebbe costituire la via maestra per la ricerca del consenso da parte di un opposizione che ambisce al cambiamento ed al governo della città e che dovrebbe prima individuare e condividere i programmi e soltanto dopo i nomi dei candidati. «Le primarie? Certo sono il più alto strumento di democrazia e di partecipazione ma certamente non rappresentano la soluzione, la panacea di tutti i mali. Quello che vorremmo vedere è la condivisione di valori, regole, programmi ed obiettivi ed infine trovare le gambe sulle quali farli camminare, non obbligatoriamente ma se necessario anche attraverso le primarie».
«Diversamente – conclude l'associazione - si accresce il distacco tra politica ed elettori e le eventuali proposte raccontate ai cittadini soltanto durante la campagna elettorale, potrebbero essere considerate non meritevoli di sostegno e apprezzamento. C'è ancora tempo per lavorare, per creare un consenso partecipato e per condividere idee e progetti, ma la sabbia nella clessidra si sta lentamente esaurendo. Ci auguriamo che il buonsenso prevalga ed il confronto aperto tra politica e cittadini venga considerato dai partiti del centrosinistra una grande opportunità e non uno spauracchio da dover a tutti i costi evitare».
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