
Politica
Presidenza del Consiglio 2001, risarcito Battista
Fu inibito a ricoprire l'incarico. Accordo col Comune: 10mila euro per chiudere la vicenda
Trani - giovedì 24 febbraio 2011
Si è conclusa con una transazione bonaria il contenzioso tra Antonino Battista ed il Comune di Trani per una vicenda legata alla presidenza del Consiglio comunale del 2001. Battista ha ricevuto 10mila euro di risarcimento.
Il Consiglio comunale, con un provvedimento del 29 dicembre 2000 revocò a Battista l'incarico di presidente del Consiglio. Al suo posto (con un provvedimento del 30 marzo del 2001) il Consiglio provvide all'elezione di un nuovo presidente (Riccardo Gagliardi). La seconda sezione del Tar Puglia, con una sentenza del 2002 (la numero 4018) annullò entrambe le deliberazioni dopo che il Consiglio di Stato (a luglio del 2001) aveva accolto l'appello avverso l'ordinanza del Tar con cui era stata rigettata la sospensione degli effetti dei due provvedimenti di Consiglio, tempestivamente impugnati da Battista. In sostanza, secondo i giudici, a Battista è stato inibito illegitimamente l'esercizio delle funzioni di presidente del Consiglio comunale dal 29 dicembre del 2000 al 27 luglio del 2001. Più volte, con numerosissime istanze e diffide, Battista aveva chiesto la liquidiazione dell'indennità di carica per quel periodo. Battista rivendicava 6924 euro di indennità di consigliere e 23600 euro di indennità per il ruolo di presidente.
La seconda rivendicazione, in caso di accoglimento, avrebbe assorbito e ricompreso anche la liquidazione dell'indennità di consigliere. Per questo motivo, attraverso i rispettivi legali, si è giunti ad un accordo che ha permesso un risparmio di 20mila euro alle casse comunali.
Il Consiglio comunale, con un provvedimento del 29 dicembre 2000 revocò a Battista l'incarico di presidente del Consiglio. Al suo posto (con un provvedimento del 30 marzo del 2001) il Consiglio provvide all'elezione di un nuovo presidente (Riccardo Gagliardi). La seconda sezione del Tar Puglia, con una sentenza del 2002 (la numero 4018) annullò entrambe le deliberazioni dopo che il Consiglio di Stato (a luglio del 2001) aveva accolto l'appello avverso l'ordinanza del Tar con cui era stata rigettata la sospensione degli effetti dei due provvedimenti di Consiglio, tempestivamente impugnati da Battista. In sostanza, secondo i giudici, a Battista è stato inibito illegitimamente l'esercizio delle funzioni di presidente del Consiglio comunale dal 29 dicembre del 2000 al 27 luglio del 2001. Più volte, con numerosissime istanze e diffide, Battista aveva chiesto la liquidiazione dell'indennità di carica per quel periodo. Battista rivendicava 6924 euro di indennità di consigliere e 23600 euro di indennità per il ruolo di presidente.
La seconda rivendicazione, in caso di accoglimento, avrebbe assorbito e ricompreso anche la liquidazione dell'indennità di consigliere. Per questo motivo, attraverso i rispettivi legali, si è giunti ad un accordo che ha permesso un risparmio di 20mila euro alle casse comunali.
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