Ricambi Workwerk Folletto e Bimby
Ricambi Workwerk Folletto e Bimby
Cronaca

Sbarcano a Taranto ricambi Folletto e Bimby contraffatti

La Guardia di Finanza sequestra in Puglia 50mila pezzi. L'inchiesta è stata avviata dalla Procura di Bari

Oltre 50mila pezzi di ricambio contraffatti della nota azienda di elettrodomestici Vorwerk, produttrice in esclusiva dell'aspirapolvere "Folletto" e del robot da cucina "Bimby", sono stati sequestrati dal Nucleo di Polizia Tributaria di Bari della Guardia di Finanza, coordinato dalla Procura del capoluogo pugliese. L'operazione anticontraffazione è stata eseguita nel porto di Taranto in collaborazione con i militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza e i funzionari della Dogana del capoluogo Jonico. Un imprenditore 39enne di Bari è stato denunciato con le accuse di introduzione aggravata nello Stato italiano e commercio di prodotti con marchi falsi e ricettazione.

Era diventata Bari la più grande centrale di smistamento per l'Italia e l'Europa dei pezzi di ricambio per due degli elettrodomestici più conosciuti dalla famiglie non solo italiane: l'aspirapolvere Folletto e il robot da cucina Bimby, entrambi prodotti dalla società tedesca Vorwerk. Il giovane imprenditore barese, infatti, da almeno due anni importava dalla Cina il materiale che vendeva o utilizzava per le riparazioni non solo nei suoi due punti vendita e di assistenza tecnica (entrambi centralissimi a Bari e Bitonto), ma soprattutto su Internet. Il 39enne aveva allestito un sito on-line in cui offriva i pezzi di ricambio a prezzi più convenienti che allettavano clienti non solo italiani, ignari che stavano acquistando merce contraffatta proveniente dalla Cina. Difficile, per altro, notare le differenze tra il pezzo originale prodotto dalla Vorwerk e quello falso venduto o installato come ricambio dall'imprenditore barese. Lo stesso involucro del pezzo di ricambio era contraffatto in maniera perfetta con tanto di marchio dell'azienda. Gli stessi finanzieri hanno dovuto far ricorso agli esperti della società tedesca per distinguerli.

L'inchiesta, avviata non più di due settimane fa dalla Procura di Bari, per altro, parte proprio da una denuncia di dirigenti milanesi della società tedesca che informati del punto vendita barese, che riparava e vendeva loro prodotti con marchio falso e senza autorizzazione, erano giunti nel capoluogo e avevano acquistato un pezzo di ricambio poi si erano rivolti alla Guardia di Finanza per denunciare l'accaduto. Questa segnalazione ha dato l'avvio a una complessa attività nel settore della sicurezza dei prodotti e della contraffazione che ha portato ad individuare l'arrivo, nel porto di Taranto, di un container dove erano stivati oltre 50mila prodotti contraffatti, per un valore di circa 200mila euro, proveniente dalla Cina, commissionato dall'imprenditore barese e diretti nei suoi depositi di Bari e Modugno. In seguito altri prodotti sono stati sequestrati anche nei due punti di vendita e assistenza di elettrodomestici a Bari e Bitonto.

Grazie alla perfetta contraffazione l'imprenditore era diventato – soprattutto a mezzo della vendita on-line - uno dei più importanti grossisti dei pezzi di ricambio Vorwerk non solo in Italia, ma anche all'estero. I prodotti erano praticamente identici, ma quelli falsi oltre che violare i diritti di proprietà intellettuale sono potenzialmente pericolosi per il consumatore. I pezzi sono totalmente privi del codice di conformità alla normativa sulla sicurezza. I rischi di incidenti domestici, quindi, assolutamente possibili. Insomma, nessuna certificazione, ma garanzia sì: a darla era lo stesso imprenditore che s'impegnava personalmente a sostituire o riparare il pezzo mal funzionante. Non è escluso, anche, che il ricettatore barese assemblasse i vari pezzi contraffatti e vendesse gli stessi elettrodomestici, aumentando così la pericolosità del prodotto totalmente falso. L'inchiesta prosegue ora per ricostruire l'intera filiale commerciale, a capire se l'imprenditore si avvaleva solo della complicità della sua famiglia o di altri soggetti ancora non individuati, nonché a verificare la conformità dei prodotti sequestrati agli standard di sicurezza previsti dalla comunità europea.
  • Guardia di Finanza
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