Chiaro e Tondo

Marpione o pivello, è politica alla tranese. A tocchetti

Chiaro e Tondo 196

E meno male che eravamo in anticipo per le previsioni sul prossimo sindaco! Nemmeno il tempo di fare qualche pronostico e si è scatenata la ridda d'interventi incrociati, tutti pro domo propria, sulla figura del futuro primo cittadino. Allora, ricapitolando, sembra che il quadro a sinistra non si vada per nulla componendo, come scriveva ieri la Gazzetta del Nord barese, poiché mi tocca raccogliere, a settimane alterne, le dichiarazioni e le confessioni delle due fazioni diametralmente opposte.

Una settimana la fazione che chiameremo F, quella pro Ferrante, o almeno pro primarie elaborate, con stracciatella di nomi più o meno dimessi al seguito del Primus, (ovvero Ferrante), dichiara che si è in dirittura d'arrivo, per una soluzione di coalizione con primarie, con politici di razza (si fa per dire) con i vari marchi di fabbrica, collegati ai partiti singoli. In questo scenario si arriva a dire che non ci sarebbe posto per il candidato papa straniero, quello della società civile, quello che poi dovrebbe mettere tutti d'accordo (si fa per dire).

La settimana dopo si fa sentire qualche rappresentante della fazione che nomineremo O, quella che punta senza tanti fronzoli, «anche o senza eventuali primarie», ma già, come dire, pre-orientate sullo stesso candidato O, appunto, il super sponsorizzato e ritenuto vincente sicuro, Ugo Operamolla, già da tempo citato da Chiaro e Tondo, in chiave candidatura (siamo stati i primi).

La fazione O non ha di fatto alcuna intenzione di ammainare questo suo progetto, che proporrebbe un elemento esterno al contesto partitico, per sottrarsi, in parole povere, al giudizio severo di un elettorato che non fa salti di gioia per quanto combinato dall'attuale opposizione: un candidato di distrazione di massa, rispetto alla pochezza dell'opposizione di questi ultimi anni, per riaprire un percorso molto simile a quello proposto con il progetto Avantario, professionista non associabile alla melma partitica, etichetta affidabile, anche se con percorso politico da costruire da zero, con la regia necessaria di cosiddetti professionisti della politica che raccoglierebbero sempre, in un modo o nell'altro, onori ed oneri dell'operazione.

Allora, alla fine, coalizione che punta decisa su di un nome? O coalizione che apre i giochi delle primarie, con rappresentanti di partito e Operamolla che a quel punto potrebbe (questo è una nostra ipotesi), giocare la carta della lista civica (qui Cittaperta farebbe scuola) che porta avanti il suo nome e si gioca tutto fino in fondo, in quanto uomo realizzato e maturo, che non avrebbe nulla da perdere? Chi rischia di scottarsi in questo giochetto potrebbe essere proprio Fabrizio Ferrante, che, andando al braccio di ferro coi mammasantissima della coalizione, potrebbe rischiare l'isolamento, pur supportato da una buona base elettorale, ma che non potrebbe bastare, da sola, in una competizione per la poltrona da primo cittadino. Lì è proprio, Avantario insegna, una questione di larga coalizione, il più possibile allargata, che dovrebbe portare poi alla vittoria.

Consigliamo a Ferrante, per evitare bruciature, vedendo il quadro dall'alto, a mo' di panoramica, di farsi promettere, in caso di eventuale vittoria, una qualche bella poltrona a priori, spendendosi poi per un candidato di ampio respiro: è un consiglio machiavellico, lo so, ma che tiene conto, credo con realismo, della situazione effettiva della politica attuale. Poi faccia come crede. Certo che non abbiamo ancora capito chi scioglierà questo nodo: primarie con tutti? Primarie con Operamolla? Niente primarie e nome secco? Il quadro è in fieri, dunque.

Ancor più elaborata è la situazione a destra: l'intervento di Paolo Paradiso, che parla non solo per se stesso, immagino, ma anche a nome di altri amici di cordata (penso ad Andrea Ferri, a Beppe Corrado, a Stefano Di Modugno tanto per fare qualche nome) è andato a sparigliare le carte, come nello scopone, di un tavolo che sembrava andarsi a comporre sul nome dell'ex sindaco Di Marzio, specialmente dopo la dichiarazione di disponibilità, di quest'ultimo, che noi addetti ai lavori conoscevamo almeno da quattro anni, in verità).

Il Di Marzio, come affermato anche in recenti interviste, non ha mai, mai, digerito il provvedimento di scioglimento del nostro consiglio comunale, per infiltrazioni mafiose, che chiuse l'era politica in cui Egli sarebbe stato l'attore principale. Ora credo voglia prendersi un rivincita e dimostrare che quella classe politica stagionata ma di fatto ricca d'esperienza, sia l'unica, a suo modo di vedere, in grado di rimettere in piedi Trani. Questa tesi stride di brutto con le considerazioni di Paradiso, che hanno configurato l'effige d'un giovane: lo stesso Corrado? E perché no, l'imprenditore Di Modugno? E se Richelieu Riserbato fosse dietro le quinte per una candidatura a sorpresa? In fondo la pelata più lustra della politca tranese è nel partito di Fitto, cui a loro volta, fanno capo Paradiso e soci. Bella la strategia, ma noi siamo dei romantici della politica e ci piace configurare e ipotizzare, suggerendo tra le righe e proponendo, perché no, soluzioni (se no i giornalisti a che servono).

Come già detto nelle pagelle di sabato la situazione è aggrovigliata (un candidato della prima Repubblica sarebbe discontinuo, con il deludente - da quello che si dichiara a destra - Pinuccio, uomo di seconda Repubblica; infatti a stretto giro di posta, De Simone informa gli astanti della propria disponibilità alla candidatura (bomba) e comunque parla di un sindaco a tempo pieno (il che escluderebbe i giovani auspicati da Paradiso poiché, a tempo pieno questi, né pensionati, né disoccupati, non potrebbero esserlo). Quindi come la mettiamo? A poco più di un anno la situazione è di quelle "alla tranese", come il prosciutto. A tocchetti.
  • Amministrative 2012
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