Poca acqua nelle campagne
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Poca acqua nelle campagne: da Trani scrivono al ministro Martina

La "comunione irrigazione" chiede il ripristino delle tubazioni

Egregio signor Ministro,
siamo un gruppo di agricoltori che, a vario titolo, è impegnato con estrema fatica, nella coltivazione di prodotti di pregio come l'olio extravergine di oliva e l'uva da tavola, in agro di Trani. Quest'anno, purtroppo (e forse per gli anni successivi), tutto il nostro lavoro corre il rischio di essere vanificato per la mancanza d'acqua, causata in seguito ai lavori pubblici per l'ampliamento della strada provinciale 13 (Andria-Bisceglie). Infatti, lungo la dorsale della suddetta strada provinciale, su terreni privati, ora espropriati per il previsto allargamento del piano stradale, correva sotto traccia, una condotta d'acqua messa a dimora, in un primo tempo, per mano pubblica dall'ex Consorzio di Bonifica nell'anno 1996 e, successivamente, a causa di rilevanti rotture, sostituita da noi agricoltori con grande sacrificio economico. Detta condotta veniva alimentata dall'acqua del pozzo numero 22, in Comune di Andria, di proprietà della Regione Puglia, attraverso la gestione dell'Agenzia Arif (Agenzia regionale attività irrigue forestali), succeduta alla precedente gestione consorziale.

A causa dei suddetti lavori, la condotta è andata distrutta e, da contatti avuti con le rappresentanze istituzionali locali, sembra che i lavori di ampliamento stradale non comprendano anche il ripristino della suddetta condotta idrica all'interno del suolo divenuto pubblico. Non si comprende perché mai, in questa fase di ampliamento stradale, vengono ricostruiti, qualche metro più indietro, i muretti di cinta abbattuti ma non la condotta idrica eliminata!

Si tratta, in sostanza, di un tubo in materiale plastico del diametro di mm. 120, per una lunghezza di circa un chilometro o poco più. Le attuali nostre forze economiche, purtroppo, non ci consentono di effettuare nuovamente tutto l'impianto idrico andato rovinato e che collegava il pozzo numero 22 ai numerosi terreni agricoli sottostanti di circa 80 ettari. Per tale motivo, la produzione agricola dei suddetti poderi, verrebbe inesorabilmente, ad essere compromessa, a meno di un urgente intervento pubblico. Oltretutto ciò arreca un irreversibile danno ad una buona parte dell'economia locale e dello specifico settore.

Attualmente siamo costretti ad irrigare i nostri campi per mezzo di autobotti privati, con grande dispendio finanziario e con l'incertezza del futuro raccolto. Non sappiamo, però, fino a quanto potremo sopportare il relativo onere finanziario, rimanendo aggrappati alla speranza di un prossimo quanto repentino cambiamento meteorologico. Ci affidiamo ora alla Sua sensibilità, onorevole Martina, perché attraverso un Suo autorevole intervento si possa finalmente risolvere positivamente il prospettato problema, reso ancor più grave quest'anno, per l'incessante arsura che da molto tempo sta affliggendo il nostro amorevole territorio.

Vincenzo Di Gregorio,
referente della comunione irrigazione
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