Un caffè con...

Un Caffè con Gigi Riserbato

Le interviste del direttore di traniweb

Negli ultimi anni l'Udc si è ritrovata al centro di forti contraddizioni politiche, sia in ambito locale che nazionale. Come si fa a dominare un mare costantemente in burrasca?
Lo si fa cercando di conservare una coerenza, politica e personale, anche e soprattutto a livello cittadino. L'Udc, a Trani, è forza alleata del centrodestra dal 2003 ed occupa stabilmente la barra del centro, inteso non solo come luogo geometrico ma anche come spazio politico.

Proprio a Trani, dal 2003 ad oggi, avete avuto un bel pò di problemi interni. Epurazione prima delle elezioni, poi la fuga di tre consiglieri su cinque eletti nella vostra lista. Vi sentite la porta di un grand hotel?
Più che di epurazione, parlerei di un rinnovamento fisiologico all'interno del partito. Rivendico con forza di essermi prodigato per la realizzazione del primo congresso cittadino dell'Udc che ha portato all'elezione di un segretario e di un direttivo. Piuttosto che definire l'Udc una porta d'albergo, direi che abbiamo introdotto il criterio della premialità, cosa che, a qualcuno, evidentemente, non è andata bene.

Come spiega il fatto che tre consiglieri, insieme ad un pezzo di direttivo, hanno fatto i bagagli e se ne sono andati?
La fuga dei tre consiglieri ha rappresentato uno strappo lacerante per la vita dell'Udc. Alcuni di loro dovevano l'elezione in Consiglio Comunale a chi, con i suoi voti, aveva tirato la lista così tanto da farli scattare. Detto questo, è sempre doloroso arrestare un percorso avviato con degli amici, quali loro erano e restano. D'altro canto, la separazione è avvenuta in un momento difficile per la vita del partito in ambito nazionale. E, si sa, nei momenti difficili sono sempre in pochi a restare.

Anche oggi non vi stanno aiutando le dinamiche nazionali. Gli accordi che l'Udc sta stringendo con il Pd al Nord vi preoccupano?
L'alleanza stretta a Trento ci ha spiazzato, ed anche parecchio. E' frutto degli ultimissimi avvenimenti politici che animano il confronto fra il nostro partito e gli altri schieramenti politici. Quanto sta accadendo al Nord, però, non crea grossi problemi al Sud ed in Puglia dove stiamo proseguendo l'attività politica senza particolari ripercussioni. Personalmente, più volte, all'interno del comitato provinciale, ho pregato il segretario, che è anche consigliere nazionale, di rappresentare, ai quadri dirigenti, l'esigenza di una linea di condotta che sia quanto più coerente possibile con la nostra tradizione.

L'Udc pugliese è stata mortificata dalla base alle ultime elezioni politiche. Da avere due Onorevoli espressione del territorio vi siete ritrovati con un pugno di mosche di mano.
E' stata una grossa mortificazione per il territorio, una ferita aperta che, anche quando sarà rimarginata, lascerà una cicatrice. A parziale consolazione la circostanza di aver avuto il privilegio di eleggere in Puglia l'attuale segretario nazionale dell'Udc. La delusione, comunque, resta.

L'Udc ha nominato come commissario regionale in Puglia un politico che, fino a qualche mese prima delle elezioni, era in Forza Italia. Nessuno dei vostri era all'altezza del compito?
Angelo Sanza viene da una lunga vita democristiana. Quel simbolo lo aveva temporanemente accantonato in attesa che tornasse in auge. Adesso ha potuto riprendersi quel ruolo attivo all'interno della componente democratica e cristiana del Paese. Vorrei evidenziare che, con la nomina di Sanza, il partito ha inteso premiare un uomo che si è distaccato da Forza Italia non nell'imminenza delle elezioni politiche come lei dice, ma un bel pò di tempo prima. Ed anche quando era in Forza Italia, Sanza non ha mai perso lo spirito critico, dimostrazione ne sia la costituzione di una corrente, interna a Forza Italia, denominata Liberal, della quale faceva parte con Adornato. Sono convinto che Sanza abbia tutte le credenziali per guidare l'Udc in Puglia con quell'autorevolezza maturata in tantissimi anni di attività politica. Ricordo, ove mai ce ne fosse bisogno, che, dopo Andreotti, Sanza è il Deputato con più legislature all'attivo ed è stato anche sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Un politico di grande esperienza, l'ideale per reggere le sorti di un partito giovane come il nostro.

Forza Italia e Udc continuano a farsi dispetti a colpi di sottrazioni di consiglieri. Un giorno un forzista passa da voi, il giorno dopo uno dell'Udc passa nel Pdl. Di recente avete "acquistato" Carlo Laurora. L'ingresso del consigliere regionale tranese nel partito è stato accolto in modo piuttosto tiepido dai quadri dirigenti della Bat. Solo impressione?
Il consigliere regionale ha seguito vie gerarchiche diverse, non è passato dalla porta dell'Udc di Trani, mai formalmente interessata sulla vicenda. L'Udc della Bat, invece, si è prenunciata in merito dando comunicazione al commissario regionale che, però, ha disatteso il nostro pronunciamento ed ha deciso diversamente. Nulla di personale, comunque, nei confronti di Carlo Laurora, a cui faccio i migliori auguri di buon lavoro per questa nuova avventura.

Esclude a priori ipotesi di altri spostamenti, magari al contrario, cioé dall'Udc al Pdl, anche in ottica delle elezioni provinciali?
Non mi sento di escluderlo. Ritengo che, quella politica, sia una situazione sempre viva, in divenire, come dimostra l'attualità comunale, provinciale, regionale e nazionale. Oggi dobbiamo confrontarci con un quadro ideologico poco chiaro. Aldo Moro diceva che la politica era il governo intelligente degli eventi. Anche l'Udc deve leggere intelligentemente gli eventi.

In ambito locale, non è mancata qualche schermaglia tra l'Udc ed il centrodestra che non ha gradito alcuni interventi pubblici del vostro segretario cittadino.
I rapporti con il Pdl restano ottimi. Ci riteniamo degli alleati più che leali. All'interno della coalizione rivendichiamo un'autonomia di pensiero ed un diritto di critica. Le note del segretario cittadino non tendono ad interrompere un idillio ma rivendicano una diversità di pensiero rispetto ad alcune scelte che non condividamo del tutto.

Questa consiliatura si è aperta per Lei con una delusione: la mancata elezione a Presidente del Consiglio. Non Le è bastato essere il più suffragato della coalizione per sedere su quella poltrona. Colpa solo di accordi pre elettorali tra segreterie?
Ho preso atto che è stato cambiato in corso di causa (consentitemi l'espressione forense) un criterio che il centrodestra aveva sempre seguito. La non elezione mi ha lasciato l'amaro in bocca soprattutto quando siamo venuti a sapere che la Presidenza del Consiglio era stata inserita in un accordo pre elettorale del quale non tutte le forze politiche della coalizione erano a conoscenza.

Voi ne eravate all'oscuro?
Si

E sulle scelte assessorili in capo all'Udc che mi dice? Più che una scelta, Cicolani e Lovato sono stati quasi un'imposizione.
Le trattative furono gestite dal segretario provinciale che, all'epoca, svolgeva anche le funzioni di commissario cittadino. C'è stato un momento di poca chiarezza sulle nostre nomine, a cui speriamo di porre rimedio a breve, fermo restando che, sia Lovato che la Cicolani, sono persone di assoluto spessore che stanno facendo molto bene il proprio lavoro.

Adesso si aspetta il rimpasto. Temete altri scherzi?
L'Udc rivendicherà la carica di vice sindaco, come da accordi.

Il fatto di essere passati da cinque a due consiglieri può crearvi qualche problema?
L'essere rimasti in due, sicuramente, ci ridimensiona. Ci sta, purtroppo, che, strada facendo, venga meno il peso di una lista che ha contribuito all'elezione del sindaco. Contano le mani che si alzano, i voti che si danno in Consiglio. Numericamente abbiamo poco peso, è un dato di fatto.

Teoricamente le spettava la presidenza dell'ottava commissione, ancora oggi retta dal consigliere più anziano di età. Un altro dispetto nei suoi confronti?
Lo statuto non ci aiuta, non specificando cosa debba accadere se la commissione non riesce ad eleggere, un presidente ed un vice, nelle primissime convocazioni. Al momento c'è una situazione poco chiara, cavalcata dall'opposizione che non ha nessuna intenzione di accelerare l'iter di elezione del presidente visto che, al momento, la commissione è retta da un consigliere dei Verdi. Mi preme tuttavia evidenziare che, nonostante gli accordi politici prevedessero la presidenza dell'ottava commissione all'Udc, ho dichiarato alla coalizione la disponibilità che tale carica venga assegnata a persona diversa dal sottoscritto, a dimostrazione di un grande senso Istituzionale. Se mi consente, è un gesto non comune, oggi giorno.

Il capogruppo di Forza Italia, Rino Savino, fa parte della sua commissione. In Consiglio Comunale alcune volte lo ha "ripreso". Ruggini derivate dalla sua mancata elezione?
Le mie osservazioni sul capogruppo di Forza Italia sono di natura statistica più che politica. Il cambio in corsa del capogruppo di Forza Italia, pur non essendo argomento streattamente legato alla vita dell'Udc, andava analizzato in quanto importante nell'ottica dei rapporti di coalizione. Nella mia riflessione in Consiglio Comunale ho richiamato dei dati, evincibili da chiunque facendo una ricerca presso gli uffici comunali competenti. Mi sono limitato a citare le percentuali di voto che il nuovo capogruppo aveva garantito alla coalizione fino alla data della sua investitura, augurandogli poi un buon lavoro ed un ravvedimento operoso.

Sempre sulle commissioni, la proposta del gruppo consiliare dell'Udc sulla modifica del regolamento ha fatto arrabbiare quasi tutti i consiglieri. Sulla questione c'era un patto comune di non belligeranza?
Nel corso dell'ultimo Consiglio Comunale ho chiarito la portata della nostra proposta. Non volevamo fare nessuna fuga in avanti, né metterci sul capo alcuna aureola di santità. Ravviso la necessità di spiegare, anche a certa stampa, che alcune convocazioni di commissione, anche con un solo punto all'ordine del giorno quale l'approvazione delle sedute precedenti, seppur inopportune costituiscono, al momento, passaggi obbligati previsti dal regolamento. La proposta di modifica, della quale sono stato primo firmatario, nasceva nell'ottica di evitare, ai consiglieri, di ricevere ulteriori e gratuite accuse sulla storia delle convocazioni fantasma.

Manteniamo lo spirito critico: è soddisfatto di questa seconda consiliatura Tarantini?
Il "Tarantini uno" si impegnò a raggiungere degli obiettivi di breve scadenza. Non poteva essere diversamente visto che la città aveva bisogno di una sterzata dopo anni di immobilismo. E così abbiamo cambiato le ringhiere sul lungomare, ci siamo impegnati per la sistemazione di alcune strade, il rifacimento di alcune piazze, lo spostamento del mercato e via discorrendo. Il "Tarantini due" ha obiettivi diversi, di medio e lungo termine. Aspettiamo l'approvazione del Pug che rappresenterà il vero momento di riscatto della città.

Nell'immediato, cosa farebbe il consigliere Riserbato per dare un segnale alla città ed ai cittadini scettici?
Sono a favore della politica delle piccole cose. La gente ha bisogno di risposte, apparentemente modeste, però essenziali per migliorare la qualità della vita. Penso ad un urgente intervento per decongestionare il traffico, al rifacimento di alcune strade piuttosto sollecitate, all'illuminazione di alcuni quartieri decisamente troppo bui. In tal senso, vorrei anticiparLe che, dai tecnici di Amet, ho ricevuto un assenso di massima circa l'illuminazione della piazzetta di via Gisotti, strada di congiunzione tra via Malcangi e via De Gasperi.

La gente si lamenta, cresce il tasso di disoccupazione, in Italia ed anche a Trani. Emblema di questa crisi profonda, se mi consente, è la vicenda della Franzoni Filati.
Sull'utilizzo degli strumenti di ammortizzazione sociale non gioisco mai perché mi rendo conto che, gli stessi, hanno una sorta di transitorietà. Una volta terminata la cassa integrazione, la realtà mostra il lato impietoso della fine dei sogni di moltissimi lavoratori. La vicenda della Franzoni va inserita in un contesto più ampio, direi mondiale, di crisi del mercato tessile. Tante aziende del settore stanno chiudendo i battenti, non solo in Italia. Rivendicherei a gran voce l'aiuto, concreto, della Regione Puglia, sperando che l'Ente possa dare una risposta occupazionale ai lavoratori della Franzoni.

Crede ancora ad ipotesi di riconversione?
Ci sono state delle iniziative concrete, sia da parte della proprietà che da parte dell'assessore alle politiche del lavoro del Comune di Trani, nei limiti della sua competenza. C'è un dato di fatto incontrovertibile: l'ubicazione dello stabilimento della Franzoni, sulla Trani-Barletta, non consente grosse potenzialità di sviluppo ed ipotesi di riconversione.

Che può fare un'amministrazione per dare risposte concrete in termini di occupazione?
Intanto si potrebbe prendere esempio da Molfetta e da Bisceglie, cercando di inseririsi nel circuito legato alle politiche del Consorzio delle zone industriali. Il passaggio fondamentale resta la dotazione di uno strumento urbanistico, all'interno del quale sono state individuate importanti aree di sviluppo destinate agli opifici, agli insediamenti industriali ed alla grande distribuzione.

Condivide che si dialoga poco con le associazioni di categoria? Il caso del porto e delle aperture domenicali sono sintomatiche.
Non voglio fare digressioni, ma La invito a ricordare gli esiti, scarsissimi, in termini di partecipazione pubblica, dei seminari sul piano del traffico, a cui hanno preso parte poche decine di cittadini. Diverso il discorso per gli incontri sul Pug anche se la partecipazione si è limitata ai soli tecnici e nulla più. Questo modo di vivere con distacco le questioni della città, ricalca un pò il carattere del tranese. Rispondendo alla sua domanda, devo dire che, pur essendoci dei passaggi di partecipazione fra pubblico e privato, molti provvedimenti, una volta intrapresi, vengono comunque mal digeriti, forse perché poco pubblicizzati.

Però, sulla chiusura del porto, l'ordinanza è sembrata esagerata. Lo avete detto anche voi.
Confido nel fatto che si è in presenza di un'ordinanza sperimentale. Sono convinto che il provvedimento possa essere migliorato, magari con il contributo di chi, sul porto, ci vive e lavora.

Lei è Fiduciario del Coni. Come vive il disagio delle società sportive locali per le strutture sportive?
Nel corso di un seminario, recentemente organizzato da una società sportiva della città, ho rappresentato grandi preoccupazioni per il futuro dello sport locale, soprattutto per la carenza di strutture. Ho garantito che nella prossima riunione del comitato provinciale del Coni avrei rappresentato la situazione di Trani con i crismi dell'emergenza. Tuttavia il Coni, da solo, non può far nulla. Il primo passo lo deve compiere il Comune. Spero quanto prima.

Regaliamo per Natale una sveglia all'assessore allo sport? Le potrei citare più e più problemi che, da mesi, caratterizzano le strutture già esistenti. Stadio senza padrone, Bovio ai limiti dell'omologabilità, i problemi di luce al Palazzetto, il logorio del Tensostatico.
Sono a conoscenza di tutto. E condivido che c'è bisogno di cambiare registro. Subito. E magari di potenziare l'ufficio sport del Comune. Facendo seguito ai problemi che Lei ha citato, posso dirle che mi sono interessato personalmente del problema dell'illuminazione del Palazzetto. Dopo aver superato tutti gli ostacoli che la burocrazia comunale prevede, gli interventi di manutenzione elettrica sono stati finalmente aggiudicati ad un'impresa di Bari che provvederà, a breve, a risolvere l'inconveniente, se non del tutto almeno in larga parte.

Che idea si è fatto della vicenda stadio?
L'amministrazione sta affrontando una situazione, oggettivamente, difficile. Spero che il presidente della Fortis, Abruzzese, non perda entusiasmo e passione nel progetto che ha intrapreso. Il completamento dei lavori della tribuna sono convinto possa rappresentare la svolta per il futuro della struttura. Personalmente continuo a coltivare il sogno che lo stadio Comunale di Trani trovi altra ubicazione sul territorio comunale. Ipotesi, questa, presa in considerazione anche dal sindaco. Se si costruisse lo stadio da un'altra parte, la struttura di via Corato potrebbe diventare la valvola di sfogo per le esigenze sportive dell'intero quartiere e delle altre società sportive, sacrificate al momento su campi di fortuna.

Quando scriveremo la parola "fine" sull'Odissea della biblioteca?
La recente perdita di un sostanzioso finanziamento va annoverata tra le pagine più dolorose della storia recente della nostra città. La circostanza va attribuita a problemi essenzialmente burocratici e non strettamente politici come qualcuno ha voluto far intendere. Nell'ambito dell'istituzione della sesta provincia, Trani rivendica fortemente il ruolo di polo culturale. Questo ruolo, frutto di una germinazione spontanea, passa attraverso una biblioteca cittadina non solo degna di tal nome (cosa che già è), ma anche proiettata verso orizzonti migliorativi e di espansione. In tal senso voglio sottolineare lo sforzo che sta profondendo l'assessore Lovato per inserire la biblioteca in un circuito culturalmente prestigioso.

Secondo lei è più inopportuno nominare un revisore non tranese o un revisore parente?
Secondo me è necessario nominare persone competenti. E ritengo che la scelta sia ricaduta su professionalità di assoluto prestigio, sia nel caso di Amet che di Amiu.

Amet è sempre al centro del dibattito politico. L'Amiu invece vive nel silenzio. Eppure problemi ce ne sono: la questione del conferimento e dello smaltimento dei rifiuti non è stata del tutto risolta.
L'Amiu ha in agenda, fra le scadenze, un ampliamento della dotazione organica a dimostrazione di come, l'azienda, sia costretta ad operare con un personale ridotto ai minimi termini. Da un lato c'è, dunque, l'esigenza di rivedere la pianta organica, dall'altro c'è la necessità di essere al passo con i tempi. Il recente completamento del Consiglio d'amministrazione potrà permettere all'Amiu di arrivare con molta più velocità al raggiungimento degli obiettivi strategici prefissati, in sintonia con i dettami del Codice ambientale recentemente approvato.

Conviene, però, che all'Amiu si procede a passo di lumaca?
Si stanno incontrando dei problemi legati all'espansione dei quartieri ed alla difficoltà di copertura capillare degli stessi. I cittadini, però, dovrebbero darci una significativa mano. Sto conducendo da tempo una battaglia personale sull'igiene urbana e sulle deiezioni canine. Vorrei approfittare della sua rubrica per rivolgere un appello ai proprietari dei cani, invitandoli accoratamente al rispetto delle norme fondamentali legate all'uso della paletta e della busta per raccogliere gli escrementi dei propri animali. E' una questione di estrema civiltà.

Nel corso dell'ultimo Consiglio Comunale si è parlato della bruciatura dei rifiuti nella cementeria di Barletta. Non le sembra assurdo che la Regione dica no ai termovalorizzatori e poi avalli scelte di questo tipo?
Non ho riscontri certi sull'argomento e quindi non mi esprimo. Mi limito a dirle che la notte, precedente e successiva alla seduta di Consiglio in cui votammo la realizzazione a Trani del termovalorizzatore, dormii con un senso di agitazione addosso. Mi rendevo conto che stavamo affrontando un passaggio fondamentale e delicato per la vita della città e delle future generazioni. La drammatica emergenza ambientale in Campania e le successive determinazioni assunte, mi hanno del tutto convinto che la scelta fatta all'epoca fosse giusta.
7 fotoUn caffè con Gigi Riserbato
Un caffè con Gigi RiserbatoUn caffè con Gigi RiserbatoUn caffè con Gigi RiserbatoUn caffè con Gigi RiserbatoUn caffè con Gigi RiserbatoUn caffè con Gigi RiserbatoUn caffè con Gigi Riserbato
Gigi Riserbato, consigliere comunale dell'Udc, è l'ospite di questa settimana della rubrica "Un caffé con...", firmata dal direttore Biagio Fanelli. Riserbato e Fanelli si sono incontrati all'interno del bar "Beltrani".
  • Gigi Riserbato
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