Politica

A Trani la biblioteca provinciale, «sì» dei Comunisti Italiani

La proposta di Franco Caffarella raccoglie consensi bipartisan

La proposta di Franco Caffarella, consigliere comunale del gruppo misto, di istituire a Trani la biblioteca e la pinacoteca provinciali, lanciata durante l'ultimo consiglio comunale, ha trovato ampio consenso da parte dei Comunisti Italiani che non solo la ritengono altamente valida per ridare prestigio alla città in ambito culturale, «dopo ben tre lustri di buio totale, da quando, cioè, la "Bovio" fu sfrattata per… eccesso di zelo dalla sua sede naturale nel 1994, ad oggi, ma soprattutto perché sostenibile con più che fondate argomentazioni».

A parlare, con convinzione di causa, è il dott. Mario Schiralli, oggi componente della segreteria locale del PdCI, trentasei anni vissuti nella Biblioteca Comunale, di cui 22 da direttore durante i quali ha raggiunto ottimi e innegabili risultati «che solo la politica dissennata degli ultimi 15 anni nei confronti della cultura e della Bovio in particolare,hanno quasi distrutto del tutto» (le cifre, documentabili, della Biblioteca dal 1979 al 1994, parlano chiaro: una media di 30-35 mila utenti all'anno, il patrimonio librario raddoppiato, dotazione di attrezzature informatiche, per quei tempi all'avanguardia, microfilmatore, apparecchiature audiovisive, frequenti donazioni di libri da parte di illustri studiosi, organizzazione di convegni nazionali, cineforum, serate musicali,continui contatti con le altre biblioteche e con l'università, «come ben conosce lo stesso assessore Lovato», rapporto con il supercarcere di Trani, unica biblioteca in Italia, a farlo, e tanto altro ancora).

La più importante argomentazione, a parte la serietà e la competenza del proponente verso il quale Mario Schiralli dice di nutrire amicizia e un'ottima considerazione avendolo conosciuto anche nella veste di assessore, è quella che vede l'esistenza di un fondo manoscritto presso la Biblioteca Provinciale "De Gemmis" di Bari che, per espressa volontà del proprietario, doveva essere destinato alla città di Trani e che potrebbe rientrare in quel 27% di beni che la provincia di Bari deve trasferire alla Bat.

Si tratta dei manoscritti del fondo Beltrani. «Era stato lo stesso Giovan Battista Beltrani, illustre storiografo, a fornire, nel 1920, interessanti notizie sull'origine e sulla formazione del suo favoloso patrimonio librario e di documenti, manifestando anche la volontà di lasciare alla città tutti i libri e i manoscritti da lui raccolti in tanti anni di ricerca presso i maggiori archivi e le più importanti biblioteche d'Italia. Ultrasettantenne fece pubblicare sulla copertina di una sua opera quello che a ragione può essere ritenuto il suo testamento spirituale e che, nonostante sia stato più volte divulgato, pare proprio che sia rimasto sconosciuto ai più, soprattutto a chi ha governato e governa Trani»

Dallo scritto di Beltrani emerge senza ombra di dubbio, la sua ferma volontà di lasciare libri e manoscritti a Trani. Il dr. Schiralli estrapola, a tal proposito, le testuali parole di Beltrani: "/…/ Ora pubblicamente dico /…/ se il consiglio comunale, me vivente, /…/ si deciderà alla fondazione di una civica biblioteca degna di tal nome, questi miei libri vi avranno posto proficuo per Trani…". Nonostante Beltrani, aggiunge ancora Mario Schiralli «avesse esternato pubblicamente questi suoi nobili sentimenti, alla sua morte, avvenuta nel 1932, gli eredi non rispettarono in pieno le sue volontà. In un primo momento, donarono, nel 1949, solo quel prezioso complesso bibliografico che, con il nome di "Raccolta Beltrani", (8.000 volumi e opuscoli) oggi costituisce la parte più importante ed interessante della nostra Biblioteca Comunale. Nel 1959, poi, alienarono a favore della "De Gemmis" di Bari tutte le carte, un vero e proprio archivio, riservandone solo alcune alla "Bovio", peraltro in cattivo stato di conservazione. Ricordo che Benedetto Ronchi, allora direttore della "Bovio" non mancò di esternare il suo rammarico per questa alienazione, non già per meschine ragioni di invidia paesana, ma dettato dalla consapevolezza che quelle carte sarebbero rimaste massa amorfa per chissà quanti anni, come in effetti avvenne.

Anche per la pinacoteca provinciale vi sono elementi che ne giustificano l'istituzione a Trani, non fosse altro per le opere di tanti artisti nostrani come Antonio Piccinni presenti a Bari. Ma c'è di più: la "Bovio" nel corso degli anni ha raccolto più di cento quadri di vari artisti, pugliesi e non, tra cui anche una litografia di Picasso, due olii di Monachesi, uno di Vurro, busti marmorei e tante altre opere "donate o acquistate, e che oggi, a quanto pare, sarebbero disseminate o in vari uffici comunali o addirittura svanite nel nulla, in dispregio – rileva Schiralli - di una deliberazione della Giunta che anni fa legittimò la istituzione di una pinacoteca comunale, riservandosi solo di decidere in un secondo momento l'intitolazione e della quale, oggi, si ignora forse l'esistenza.

Ben venga ora la proposta di Caffarella, non a caso persona coerente e degna del massimo rispetto perché culturalmente preparata – fa rilevare Schiralli – I Comunisti Italiani, a dispetto di chi li etichetta semplici disfattisti, gente pronta solo a criticare l'operato dell'amministrazione, sono sempre pronti ad appoggiare azioni concrete che siano veramente tali per il progresso cittadino e non per gli amici degli amici, da qualunque parte provengano, senza minimamente guardare alla tessera del partito di appartenenza».


CHI ERA GIOVANNI BATTISTA BELTRANI
Di Mario Schiralli

Giovanni Beltrani (1848 – 1932),era nato a Trani il 18 novembre 1848, da famiglia patrizia di origine spagnola, e quivi morì il 2 dicembre 1932. Consegui la licenza liceale a Bari, quando aveva solo 17 anni, e quattro anni dopo, la laurea in Giurisprudenza presso l'Università di Napoli.

Naturalmente attratto verso gli studi di archeologia e di storia, non si cimento mai nell'attività forense, ma si dedicò con grande ardore e con l'amore mai spento del neofita, ad incessanti ricerche erudite su vecchie carte e documenti inediti, dimenticati negli Archivi di Stato, dei Monasteri e delle Cattedrali, per fare vera luce su eventi e su interi periodi storici riguardanti la nostra Città e l'Italia Meridionale. S'impose subito all' attenzione del mondo culturale italiano della seconda metà del sec. XIX, e conquistò degnamente il ruolo di storico meridionale dell'epoca, come Bartolomeo Capasso, a cui successe nel seggio dell'Accademia Pontaniana.

Ebbe naturale il dono dell'indagine analitica, condotta sempre con acume e sapienza, porgendo al mondo degli studiosi, con le sue molteplici pubblicazioni, il frutto delle sue profonde meditazioni e delle sue accurate ricerche con una prosa piacevole e chiara, qualche volta polemica, ma sempre sicura. Fu fecondo collaboratore di vari giornali meridionali e di periodici di interesse storico e letterario dell'intera Nazione, quali l'Archivio Storico Romano, il Napoletano, il Siciliano, il Veneto, la Rivista Europea, la Nuova Antologia, la Revue critique d'histoire et de litterature, la Rassegna Pugliese (la maggiore gloria culturale di Trani), della quale, alla morte di Valdemaro Vecchi, assunse la direzione.

Ricopri molte cariche onorifiche, con il più assoluto disinteresse economico e con la consueta passione. Fu Ispettore dei monumenti per tutta la terra di Bari, componente e successivamente Segretario della Commissione di Storia Patria di Bari, Ispettore degli scavi della necropoli etrusca di Coere (Cerveteri). Membro dell'ufficio tecnico del Palatino (dove lavorò tre anni per gli scavi del Monte della Giustizia e dell'Aggere Serviano). Ricercò, per incarico del Ministero della Pubblica Istruzione, documenti importanti per la topografia romana nell'Archivio di Stato di Roma e, in quello di Napoli, gli inventari dei Musei della Casa Farnese pubblicati, in seguito, a cura dello stesso Ministero.

Anche nella vita pubblica, svoltasi attraverso le cariche di Presidente della Congregazione di Carità di Trani, di Consigliere Comunale di Trani, di Consigliere e di Vice Presidente della Amministrazione Provinciate di Bari, di Sub Commissario al Comune di Napoli e di Deputato al Parlamento Nazionale, Giovanni Beltrani seppe offrire, con grande generosità ed aperta intelligenza, il suo nobile, operoso contributo, al servizio dei più alti valori morali. Si battè sempre con entusiasmo giovanile per la soluzione dei grandi problemi riguardanti la nostra Regione, Quello che seppe studiare, scrivere e propugnare per l'Acquedotto Pugliese costituisce l'attestazione più sicura del suo amore e del suo attaccamento alla nostra Terra, per la quale auspicava le più grandi riforme sociali e civili.

II suo profondo amore per gli studi, per le ricerche erudite e per i libri, gli consentì la formazione di quel prezioso complesso bibliografico che, con il nome di "Raccolta Beltrani", oggi costituisce la parte più importante ed interessante della nostra Biblioteca Comunale. La cospicua raccolta libraria, assicurata dal 1949 al patrimonio cittadino, perchè secondo il desiderio espresso dal Beltrani, "... vi avesse posto proficuo per Trani", conta oltre 8.000 volumi ed opuscoli di riconosciuto valore e, per il fatto che contiene un rilevante numero (circa un terzo) di opere di esclusivo interesse storico, ha una originalità di biblioteca specializzata. Giovanni Beltrani si spense a Trani la notte del 2 dicembre 1932, mentre, malgrado le insidie del male che da tempo lo angustiava, si appassionava ancora nei prediletti lavori di ricerca. Trani ne onorò subito la memoria intitolandogli la via sulla quale si affaccia ancor oggi il palazzo di famiglia, ma forse un tale genio avrebbe meritato ben altro.
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