Politica
«Amet, dopo i proclami del nuovo management è calato il silenzio
Nota dell'Italia dei Valori che ha ratificato il nuovo direttivo locale
Trani - venerdì 26 novembre 2010
La segreteria tranese dell'Italia dei Valori si riorganizza. Il segretario cittadino, Giuseppe Lattanzio, ha riunito il gruppo presso la sezione cittadina per definire i componenti del direttivo, composto oltre che dal gruppo consiliare (formato da Bartolo Maiullari e Antonio de Feudis), da Diego di Tondo (responsabile cittadino del gruppo giovanile), Carmela Palmieri (responsabile organizzativo), Gianfranco Santovito (tesoriere), Antonio de Feudis (responsabile della comunicazione), Cristina Allegretti (responsabile del movimento femminile), Roberto De Vincenzo (responsabile degli eventi), Sergio Di Gifico (responsabile dei dipartimenti tematici), Andrea Acquaviva (responsabile dell'area tecnica), Ciro Dantino, Rodolfo Cimino e Antonio Pignataro (responsabili elettorali e dei collegi). Nella prossima riunione saranno costituiti i dipartimenti con la nomina dei relativi responsabili.
La segreteria dell'Italia dei Valori ha anche diffuso una nota sulla situazione dell'Amet:
«Verrebbe da cominciare questa nota col classico: Amet, quo vadis), ovvero: Amet, dove vai? Dopo il baldanzoso insediamento del nuovo presidente Ninni De Toma, all'insegna di un ostentato decisionismo, a parole, secondo la specialità della sua casa politica, non ci è per nulla chiaro se esista una strategia specifica che l'Amet dovrebbe intraprendere.
Dopo le minacce verso chi avrebbe danneggiato l'immagine dell'azienda e dopo la (forzata) marcia indietro su Elgasud, il presidente De Toma ha scemato la sua verve declamatoria, ripiegando se stesso, e noi cittadini su di una serie d'interrogativi cui non sono state fornite risposte.
Quell'accenno di strategia che avrebbe puntato su Amet energia, e per la quale il presidente disse, più di un mese fa, di essere in attesa di una risposta a breve, resta in stand by, in attesa, a questo punto non proprio breve, di una novella Sibilla, nei panni dell'autorità per l'energia elettrica e gas, che dovrebbe pronunciarsi sulla possibilità di scissione del ramo d'azienda.
Insegnare ai cittadini a leggere meglio la bolletta, ampliare il raggio d'azione di Amet e via dicendo sono solo alcune affermazioni risalenti a quell'età dell'oro del presidente De Toma, coincisa con i primissimi mesi dopo l'insediamento, tra una conferenza stampa e l'altra. Dopo quell'esaltante momento, la stasi, la calma assoluta e le domande senza risposta, mentre il mercato, quello in cui avrebbe dovuto fare il suo ingresso Amet, va avanti inesorabile.
Per l'Amet, invece si va avanti e poi indietro sulla nuova sede, col miraggio tarantiniano, l'ennesimo, del nuovo teatro sullo sfondo; indietro tutta su Elgasud e poi fotovoltaico, servizi di gestione della Darsena e chi più ne ha più ne metta. Un vaso di Pandora che poi, a più di un mese di distanza dai grandi proclami, resta ancora desolatamente vuoto. Amet, quo vadis?».
La segreteria dell'Italia dei Valori ha anche diffuso una nota sulla situazione dell'Amet:
«Verrebbe da cominciare questa nota col classico: Amet, quo vadis), ovvero: Amet, dove vai? Dopo il baldanzoso insediamento del nuovo presidente Ninni De Toma, all'insegna di un ostentato decisionismo, a parole, secondo la specialità della sua casa politica, non ci è per nulla chiaro se esista una strategia specifica che l'Amet dovrebbe intraprendere.
Dopo le minacce verso chi avrebbe danneggiato l'immagine dell'azienda e dopo la (forzata) marcia indietro su Elgasud, il presidente De Toma ha scemato la sua verve declamatoria, ripiegando se stesso, e noi cittadini su di una serie d'interrogativi cui non sono state fornite risposte.
Quell'accenno di strategia che avrebbe puntato su Amet energia, e per la quale il presidente disse, più di un mese fa, di essere in attesa di una risposta a breve, resta in stand by, in attesa, a questo punto non proprio breve, di una novella Sibilla, nei panni dell'autorità per l'energia elettrica e gas, che dovrebbe pronunciarsi sulla possibilità di scissione del ramo d'azienda.
Insegnare ai cittadini a leggere meglio la bolletta, ampliare il raggio d'azione di Amet e via dicendo sono solo alcune affermazioni risalenti a quell'età dell'oro del presidente De Toma, coincisa con i primissimi mesi dopo l'insediamento, tra una conferenza stampa e l'altra. Dopo quell'esaltante momento, la stasi, la calma assoluta e le domande senza risposta, mentre il mercato, quello in cui avrebbe dovuto fare il suo ingresso Amet, va avanti inesorabile.
Per l'Amet, invece si va avanti e poi indietro sulla nuova sede, col miraggio tarantiniano, l'ennesimo, del nuovo teatro sullo sfondo; indietro tutta su Elgasud e poi fotovoltaico, servizi di gestione della Darsena e chi più ne ha più ne metta. Un vaso di Pandora che poi, a più di un mese di distanza dai grandi proclami, resta ancora desolatamente vuoto. Amet, quo vadis?».
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