
Politica
Assistenza scolastica specialistica, Branà (M5S): «Più ore a chi ha più bisogno»
«Serve equità nell’erogazione. Il Comune garantisca il servizio anche ai minori senza art. 3 comma 3 della legge 104»
Trani - mercoledì 6 agosto 2025
10.04
«Ad Aprile scorso - dichiara Vito Branà, capogruppo del M5S Trani - veniva portato in consiglio comunale il regolamento di accesso al servizio di assistenza specialistica. La settimana precedente in fretta e furia venivo convocato con gli altri capigruppo per dare un parere sul suddetto regolamento. Come da verbale pubblicato sul sito del comune, ero andato a questo incontro con una proposta di aumento di ore per questo servizio. Erano presenti Il dott. Attolico (Dirigente dell'ufficio di Piano) e Fabrizio Ferrante (in qualità di assessore con delega alla disabilità).
La premessa che fu fatta a tutti noi era che nell'arco di 4 anni i numeri delle richieste di accesso al servizio era più che raddoppiata e che le ore erano state spalmate in maniera uguale sia per i bambini con grave disabilità che con quelli con disabilità più lievi. In virtù del fatto che questi fondi arrivano in gran parte da stanziamenti del governo centrale che a cascata passano prima dalla regione e poi arrivano al comune, la loro riduzione stava mettendo in difficoltà le fonti finanziarie comunali e che bisognava regolamentare l'accesso.
Di qui l'inserimento del "famigerato" Art.3 Comma 3 della legge 104, come criterio di accesso al servizio. Dopo dovute ricerche ho evidenziato che anche comuni come Bari e Barletta, hanno questo articolo come "barriera" di accesso. In sede di commissione ci fu detto che a prescindere dall'inserimento del suddetto articolo, l'amministrazione avrebbe fatto ogni sforzo (una volta avuti i numeri definitivi delle richieste pervenute) per assicurare il servizio anche a coloro che avevano fatto domanda ma non avevano l'art. 3 comma 3.
Inoltre, (e qui sono convintamente d'accordo) non va bene che i bambini abbiano le stesse ore a prescindere dal grado di disabilità. Bisogna dare più ore a chi ha più bisogno. Quindi mi immagino che se prima davano a tutti i bambini 3 ore, adesso debbano dare 4/5 ore a chi ha più bisogno e 1/2 ore a chi ha una disabilità più lieve.
In virtù di tutto questo e per senso di responsabilità nei confronti della comunità ha votato a favore sia in commissione che in consiglio. Così come ho sempre fatto per il diritto allo studio. Non ho mai strumentalizzato ai fini politici temi come questo, e ho votato in base a quello che in quel momento mi diceva la testa e in buona fede.
Siamo ad Agosto, che è il mese della programmazione scolastica, e come ho anche detto in TV, sto aspettando la convocazione da parte dell'amministrazione e del dirigente per vedere i numeri e le risorse che verranno stanziate nel servizio. Se non dovessi essere convocato a brevissimo e se i numeri che vedrò non corrispondono a quanto mi è stato detto, ovvero, che anche i bambini che non hanno l'art. 3 comma 3 avranno il servizio (anche con ore ridotte, e con eventuali variazioni di bilancio), non esiterò a mettere la firma (DECISIVA!) per tornare in consiglio comunale e mettere di nuovo mano al regolamento.
Ho svolto la mia azione politica, sempre con la fiducia e la buona fede, e allo stesso tempo non ho problemi a tornare sui miei passi e a fare un "mea culpa" su decisioni prese in passato. Perché quello che sta a cuore alla mia persona, e al gruppo che rappresento, non sono i voti e il consenso, ma che le cose siano fatte con giustizia ed equità, per il bene di tutta la comunità, e soprattutto dei più deboli, come i bambini e coloro che vivono in situazioni di difficoltà».
La premessa che fu fatta a tutti noi era che nell'arco di 4 anni i numeri delle richieste di accesso al servizio era più che raddoppiata e che le ore erano state spalmate in maniera uguale sia per i bambini con grave disabilità che con quelli con disabilità più lievi. In virtù del fatto che questi fondi arrivano in gran parte da stanziamenti del governo centrale che a cascata passano prima dalla regione e poi arrivano al comune, la loro riduzione stava mettendo in difficoltà le fonti finanziarie comunali e che bisognava regolamentare l'accesso.
Di qui l'inserimento del "famigerato" Art.3 Comma 3 della legge 104, come criterio di accesso al servizio. Dopo dovute ricerche ho evidenziato che anche comuni come Bari e Barletta, hanno questo articolo come "barriera" di accesso. In sede di commissione ci fu detto che a prescindere dall'inserimento del suddetto articolo, l'amministrazione avrebbe fatto ogni sforzo (una volta avuti i numeri definitivi delle richieste pervenute) per assicurare il servizio anche a coloro che avevano fatto domanda ma non avevano l'art. 3 comma 3.
Inoltre, (e qui sono convintamente d'accordo) non va bene che i bambini abbiano le stesse ore a prescindere dal grado di disabilità. Bisogna dare più ore a chi ha più bisogno. Quindi mi immagino che se prima davano a tutti i bambini 3 ore, adesso debbano dare 4/5 ore a chi ha più bisogno e 1/2 ore a chi ha una disabilità più lieve.
In virtù di tutto questo e per senso di responsabilità nei confronti della comunità ha votato a favore sia in commissione che in consiglio. Così come ho sempre fatto per il diritto allo studio. Non ho mai strumentalizzato ai fini politici temi come questo, e ho votato in base a quello che in quel momento mi diceva la testa e in buona fede.
Siamo ad Agosto, che è il mese della programmazione scolastica, e come ho anche detto in TV, sto aspettando la convocazione da parte dell'amministrazione e del dirigente per vedere i numeri e le risorse che verranno stanziate nel servizio. Se non dovessi essere convocato a brevissimo e se i numeri che vedrò non corrispondono a quanto mi è stato detto, ovvero, che anche i bambini che non hanno l'art. 3 comma 3 avranno il servizio (anche con ore ridotte, e con eventuali variazioni di bilancio), non esiterò a mettere la firma (DECISIVA!) per tornare in consiglio comunale e mettere di nuovo mano al regolamento.
Ho svolto la mia azione politica, sempre con la fiducia e la buona fede, e allo stesso tempo non ho problemi a tornare sui miei passi e a fare un "mea culpa" su decisioni prese in passato. Perché quello che sta a cuore alla mia persona, e al gruppo che rappresento, non sono i voti e il consenso, ma che le cose siano fatte con giustizia ed equità, per il bene di tutta la comunità, e soprattutto dei più deboli, come i bambini e coloro che vivono in situazioni di difficoltà».
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