Eventi e cultura

Cento anni d'impeto futurista

Fino a mercoledì la mostra, omaggio alla corrente madre del '900

E' in corso al Vin Cafè la mostra collettiva d'arte dedicata ai 100 anni del futurismo. Per l'anniversario, l'associazione culturale giovanile Europae e l'associazione artistica culturale nazionale Lacarvella hanno voluto l'allestimento di una mostra d'omaggio alla corrente madre di tutte le avanguardie novecentesche. Ad esporre, fino a mercoledì, gli artisti Giovanni Albore, Luigi Cervone, Francesca Cipriani, Valeria Cuocci, Ivano Curci, Letizia Konderak, Fiorenza Lopane, Roberto Moscatelli, Luigi Pomarico, Vladimir Valerio Rinaldi, Antonio Russo "galantgabriel" e Silvia Tolomeo. Impegnate, dunque, molte leve di artisti chiamate a comunicare ed a reinterpretare lo spirito futurista. In esposizione le convulsioni rivoluzionarie che animavano il movimento fondato da Marinetti, rivisitate però alla luce di un mondo che cambia, che corre e che crea nuovi miti di successo. Le idee sono chiare: gli scatti, le installazioni e le tele non sono riproduzioni di opere di stampo futurista, ma aspirano a trasmettere quel messaggio di attualità che si nasconde tra le riga del Manifesto. Questo risiede nella vitalità, nella speranza e nella forza d'urto dell'elemento visivo che pulsano a ritmo del progresso.

La stessa scelta del Vin Cafè come luogo dell'esposizione non è casuale. Il locale risulta essere in perfetta linea con i punti lapidari stilati dal Marinetti. La location è giustificata nel clima di irriverenza futurista nei confronti del passato, irriverenza per le prospettive consolidate dell'arte, per il rispetto delle regole attraverso le scuole e le accademie. Banditi dunque i musei e le biblioteche dove si mummifica l'arte elitaria per prediligere i luoghi della vita quotidiana.



Tra i temi privilegiati nella mostra vi è il rapporto uomo-tecnologia. "Dio surrogato"e "TV shopping" firmate da Roberto Moscatelli sono, in particolare, fotografie di denuncia contro l'asservimento ai media e alla tecnologia che ha reso la società muta e viziata, incapace di agire, di ribellarsi e di scandalizzarsi. La tv ipnotizza l'uomo. E' il suo nuovo Dio. Costringe l'uomo ad assomigliare ai target che manda in onda dettando regole ed imprigionando pertanto la personalità. Questa idea della televisione come circo degli orrori trova la sua esagerazione ed esasperazione in "Tv shopping".

Il connubio uomo-macchina è anche protagonista degli scatti del'artista Giovanni Albore. In "Interfacce #1 #2" il rapporto tecnologia-corpo viene proposto non in termini negativi , ma propositivi. Un mezzo busto con un monitor al posto della testa per esprimere la necessità di unire la tecnologia alla mano e alla mente dell'uomo in un mondo in cui la memoria dell'umanità è sempre più all'interno di macchine e trasformata in codici binari. Nella pittura le forme compositive d'eco futurista rivisitano i temi chiave della corrente. Le linee diventano prolungamento di stati d'animo, le pennellate irrompono sulla tela con forza ed i colori diventano veicoli di trasmissione di emozioni.



Un altro tema è quello riguardante uomo-natura proposto nell'installazione originale dell'artista Rinaldi. "E=cemento al cubo" è una lampada scultura che simboleggia il mondo retta da un fusto che fonda le sue radici in un cubo di cemento. L'opera è una riflessione sulla cementificazione selvaggia in crescita esponenziale che distrugge la natura. Il mondo sarà destinato a trarre l'energia dal cemento.

La smania di potere, la tensione e l'ossessione per la perfezione inducono l'uomo a superare le colonne d'Ercole imposte dalla natura. Questo è il tema dell'opera "Ossessione progressista". Un tronco attraversato da fili elettrici anziché vasi linfatici è chiamato a rappresentare il progresso a tutti i costi e il tentativo dell'uomo di volere emulare la natura. Su questa strada però l'uomo si perde e vive una situazione di disagio nella moderna civiltà industriale, privo di quegli elastici etici che gli permetterebbero di mantenere il rispetto per una natura già perfetta.



Non manca nella mostra anche uno scatto per la speranza. La leggiamo nell'opera "La reale potenza dell'io" (di Moscatelli) con la metafora dell'equazione di Einstein che dimostrò al mondo che la materia è energia, ma che noi non siamo in grado di utilizzarla. "La mia speranza - commenta il giovane artista – è di riuscire a trovare in noi stessi le nostre reali potenzialità".

L'uomo però è ancora un bambino. "The world is mine" è una fotografia-riflessione sulla coscienza dell'uomo di potere nella società contemporanea. E' una bambina capricciosa vestita da adulto che ha tra le mani il mondo che ha un altissimo costo ma che tratta come un gioco. Il riscatto del genere umano da ogni forma di vassallaggio e la fede in un avvenire migliore erano i sentimenti che animavano la rinascita futurista ma valgono più che mai anche oggi.

Rosa Barca
  • Associazione Europae
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