Associazioni
Centro per minori, a rischio naufragio il progetto di Oasi 2
Appello di Felice Di Lernia al sindaco Tarantini. Serve il sì del Consiglio comunale
Trani - venerdì 15 luglio 2011
E' un appello diretto e personale quello che Felice Di Lernia, fondatore e presidente della comunità Oasi 2 di Trani, rivolge al sindaco di Trani, Giuseppe Tarantini: «In base a quanto ci è dato sapere, questa mattina per mancanza del numero legale, è saltata la riunione della sesta commissione consiliare che avrebbe dovuto discutere di un provvedimento urgentissimo, che ci riguarda direttamente e dal quale dipende il nostro futuro. Questo mancato passaggio istituzionale potrebbe rivelarsi fatale. A nome delle donne e degli uomini che compongono l'ente che presiedo, ma anche a nome di tutti i bambini e le famiglie cui è rivolto il nostro progetto, rivolgo un appello al sindaco affinché si faccia garante, anche come uomo e come medico, oltre che come sindaco, del fatto che non si compia un vero e proprio delitto sociale».
Ma di cosa si tratta? «Il 13 aprile scorso - spiega Di Lernia – abbiamo depositato presso i competenti uffici comunali una istanza di permesso a costruire, relativa a un progetto di comunità di pronta accoglienza per bambini vittime di abusi e gravi maltrattamenti. Ci aspettavamo di trovare la nostra pratica all'ordine del giorno dello scorso Consiglio comunale ma così non è stato. Ci siamo allora precipitati a chiedere di convocare in tempi brevi un ulteriore seduta di Consiglio ma, a quanto pare, anche per via della mancata riunione della apposita commissione consiliare, non ci sarà alcun Consiglio comunale nell'immediato futuro».
Il problema, dunque, è che se in tempi brevissimi non ottiene la suddetta autorizzazione, Oasi 2 dovrà rinunciare al progetto e al relativo finanziamento regionale. Il progetto in questione, infatti, è stato co-finanziato dalla Regione Puglia per 250mila euro e ora si rischia di perdere finanziamento e progetto. «Non è in ballo solo il finanziamento della Regione» precisa il presidente di Oasi2. «Il nostro progetto è stato ritenuto talmente innovativo ed eccellente da meritare l'attenzione della Fondazione Enel cuore che ha voluto sostenerlo con un ulteriore finanziamento di 200mila euro. E proprio in questi giorni abbiamo avviato le trattative con una importante azienda che, in una logica di responsabilità sociale d'impresa, darebbe ad Oasi 2 una mano sostanziosa nel reperimento degli ulteriori 250mila euro necessari per completare il progetto e per i quali Oasi 2 intende attivare una capillare campagna di raccolta fondi oltre che farsi carico di un mutuo bancario. Non un centesimo, sia chiaro, è stato chiesto al Comune di Trani».
Se non si dovesse ottenere l'autorizzazione in tempi brevi, tutti questi finanziamenti andrebbero perduti e Oasi 2 vedrebbe svanire quel progetto che avrebbe messo il sigillo sui suoi 25 anni di attività che ricorrono proprio quest'anno. «Il nostro progetto - conclude Di Lernia - può essere un fiore all'occhiello per questa città: si tratta di una struttura che punta alla eccellenza per la quale lo stesso Comune di Trani si è espresso a suo tempo manifestando piena adesione e interesse; un servizio innovativo il cui bacino di interesse va ben oltre la nostra regione e che dopo i primi tre anni di sperimentazione potrebbe essere inserito nel regolamento regionale sui servizi e le strutture sociali quale nuova modalità di presa in carico di bambini con disturbi psicosociali causati da abusi e gravi maltrattamenti. Per questo rivolgo un appello personale al sindaco affinché trovi una soluzione amministrativa che impedisca questo vero e proprio delitto sociale, certamente non punito dal codice penale ma che ugualmente sarebbe impossibile giustificare».
Ma di cosa si tratta? «Il 13 aprile scorso - spiega Di Lernia – abbiamo depositato presso i competenti uffici comunali una istanza di permesso a costruire, relativa a un progetto di comunità di pronta accoglienza per bambini vittime di abusi e gravi maltrattamenti. Ci aspettavamo di trovare la nostra pratica all'ordine del giorno dello scorso Consiglio comunale ma così non è stato. Ci siamo allora precipitati a chiedere di convocare in tempi brevi un ulteriore seduta di Consiglio ma, a quanto pare, anche per via della mancata riunione della apposita commissione consiliare, non ci sarà alcun Consiglio comunale nell'immediato futuro».
Il problema, dunque, è che se in tempi brevissimi non ottiene la suddetta autorizzazione, Oasi 2 dovrà rinunciare al progetto e al relativo finanziamento regionale. Il progetto in questione, infatti, è stato co-finanziato dalla Regione Puglia per 250mila euro e ora si rischia di perdere finanziamento e progetto. «Non è in ballo solo il finanziamento della Regione» precisa il presidente di Oasi2. «Il nostro progetto è stato ritenuto talmente innovativo ed eccellente da meritare l'attenzione della Fondazione Enel cuore che ha voluto sostenerlo con un ulteriore finanziamento di 200mila euro. E proprio in questi giorni abbiamo avviato le trattative con una importante azienda che, in una logica di responsabilità sociale d'impresa, darebbe ad Oasi 2 una mano sostanziosa nel reperimento degli ulteriori 250mila euro necessari per completare il progetto e per i quali Oasi 2 intende attivare una capillare campagna di raccolta fondi oltre che farsi carico di un mutuo bancario. Non un centesimo, sia chiaro, è stato chiesto al Comune di Trani».
Se non si dovesse ottenere l'autorizzazione in tempi brevi, tutti questi finanziamenti andrebbero perduti e Oasi 2 vedrebbe svanire quel progetto che avrebbe messo il sigillo sui suoi 25 anni di attività che ricorrono proprio quest'anno. «Il nostro progetto - conclude Di Lernia - può essere un fiore all'occhiello per questa città: si tratta di una struttura che punta alla eccellenza per la quale lo stesso Comune di Trani si è espresso a suo tempo manifestando piena adesione e interesse; un servizio innovativo il cui bacino di interesse va ben oltre la nostra regione e che dopo i primi tre anni di sperimentazione potrebbe essere inserito nel regolamento regionale sui servizi e le strutture sociali quale nuova modalità di presa in carico di bambini con disturbi psicosociali causati da abusi e gravi maltrattamenti. Per questo rivolgo un appello personale al sindaco affinché trovi una soluzione amministrativa che impedisca questo vero e proprio delitto sociale, certamente non punito dal codice penale ma che ugualmente sarebbe impossibile giustificare».