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Eventi e cultura

Dino Perrone, lo chef itinerante che promuove Trani: "Facciamo squadra per un turismo tutto l'anno"

Gli influencer oggi sono indispensabili per far conoscere luoghi, eccellenze e tradizioni

"E mò, finalmenent, s' meng!" : dalla sua pagina instagram Dino Perrone alterna le sue fantasmagorie culinarie nelle quali non smette mai di stupire, con le preparazioni della più classica tradizione pugliese presentate con la sua mamma, di fronte alla sapienza risoluta della quale persino uno degli chef più popolari nel nostro paese deve alzare le mani! La storia di Dino Perrone è di quelle che potrebbero ispirare il soggetto di un film : da lavapiatti a ragioniere in un'azienda che fa forniture di pasti alle mense pubbliche e private fino a diventarne responsabile per i controlli qualità e addirittura ispettore e consulente in tutta Italia; e poi, un giorno , cuoco in una situazione di emergenza per duecento persone, il giorno che segnò il colpo di fulmine non semplicemente tra lui e la cucina, ma tra lui e la meraviglia di inventare , sperimentare, osare in cucina . Di recente Dino ha accompagnato a trani l'influencer Marco Togni, che dal Giappone condivide le sue esperienze in tutto il mondo - e l' ha portato a Trani in ristoranti, salumerie, in cima al campanile della Cattedrale , a mangiare la focaccia, tutte esperienze da quest'ultimo condivise in tantissimi post e storie sul suo affollatissimo profilo Instagram : "Troppe persone criticano e pensano sia inutile enfatizzare la presenza di queste persone a Trani, ma dovrebbero sapere che la promozione di un luogo ormai passa attraverso questi canali; oltretutto Marco si è mostrato in attività commerciali esaltandone il valore senza chiedere un centesimo", Perchè sottovalutare queste preziose occasioni?"

E promoter della sua tranesità a sua volta Dino lo è sempre, lui che, presa la decisione di seguire la strada della cucina non da supervisore di mense ma da chef con le mani in pasta, non perde tempo e frequenta una scuola di cucina di un'amica molfettese a Milano dove il suo estro si combina con lo studio, l'acquisizione di nuove tecniche, delle regole e dell'alfabeto che trasformano chi cucina in uno chef; e le occasioni arrivano presto, tanto da decidere che non c'e tempo da perdere e , anziché attendere un'assunzione nientemeno che dal tristelllato Bottura, comincia a proporsi e a lavorare in esperienze che lo portano dal Ristorante il Cortile a Milano e persino da Carlo Cracco. A milano Dino si fa notare con le sue contaminazioni tra Giappone e Puglia - le cime di rapa insaporite col katsuobushi, i fiocchi di tonno essiccati, solo per citarne una , e la genialità del "fattìll tù", che finisce sui media di tutta Italia, da Scatti di gusto al Corriere della sera , con tubetti che assomigliano a quelli delle tempere ma pieni di salse a sorpresa da abbinare con risultati sempre diversi a varie tipologie di pane, con effetti a sorpresa che rendevano imprevedibile e sempre nuova l' apertura della cena.

L'intuizione di fermarsi è provvidenziale , insospettito dalle prime mascherine, a un passo dall'acquisto di un locale in centro ispirato al Giappone - da sempre un legame profondo con la cultura del sol levante, pur con il desiderio di realizzare una impostazione tutta nuova e la possibilità di coinvolgere i clienti nella preparazione del piatto, come un gioco da condurre insieme. Invece, proprio con con la pandemia, la svolta: D di Repubblica, le ricette proposte per Giallo Zafferano e una professionalità in cui sono perfettamente combinati estro artistico , senso dell'armonia nel gusto - innata , a vedere come armeggia con la mamma in cucina- tecnica e audacia, un'audacia che riesce sempre a a sorprendere nei risultati finali, e Dino oggi è uno dei massimi consulenti per ristoranti in tutta Italia.

La popolarità social e la credibilità professionale, le trasferte all'estero in cui è capace di conquistare moltitudini come un vero condottiero della cucina italiana - su tutte l'avventura in Giappone con la Camera di Commercio in cui ha cucinato per cinquecento persone - riportano però Dino appena possibile nella sua amata Trani, città che, come tiene a sottolineare, davvero non ha nulla da invidiare a quelle che attraggono turisti trecentosessantacinque giorni l'anno: "Dobbiamo imparare a fare squadra - tra imprenditori privati e amministrazione pubblica- per esaltare le risorse che l'arte, la storia, il mare ci hanno donato e di cui siamo eredi fortunati; e risolvere le criticità che fanno un po' da freno a uno sviluppo maggiore" .

Dino dalla sua pagina social stupisce con la tiella - patate riso e cozze- reinventata come dessert e le cime di rapa condite con la "salsa di orecchiette": nulla di osceno, perchè la risposta a queste audacie è di appagante meraviglia al palato: "Cucinare è davvero realizzare un'opera d'arte, quel che conta è il risultato finale, quel che provi assaporando, così come quando ammiri un quadro". E il sorriso felice di Dino è eloquente della gioia di farsi tramite di emozioni e di esperienze, orgoglioso di appartenere e promuovere la sua meravigliosa Città e la straordinaria cultura che porta con sè in ogni modo possibile.
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