
Eventi e cultura
Due vincitori per la decima edizione del premio Fondazione Megamark
La vittoria attribuita interamente a Paolo Maccari e Enrico Fink. Il cav. Pomarico: "Investire in cultura è l'impegno per una società migliore"
Trani - sabato 13 settembre 2025
11.20
L'audacia di immaginare che dopo sole dieci edizioni il Premio Fondazione Megamark possa già affiancarsi tra le eccellenze dei grandi premi letterari italiani, non appare già più un'utopia ma una visione concreta, sostenuta dall'entusiasmo della gente, dalla qualità delle opere e dal coraggio di chi ha creduto che la letteratura potesse farsi comunità, luce, futuro.
A Trani, nella sede della Fondazione Megamark, un parcheggio è stato trasformato per l'occasione in un un immenso teatro incarnando perfettamente lo spirito che anima la fondazione, come ha ricordato Gabriele Corsi, conduttore della serata finale di premiazione con eleganza e sensibilità: "Con la fantasia si può tutto, persino un parcheggio può trasformarsi in un teatro, se lo si riempie di cultura, di idee e di senso di comunità".
Già a luglio, l'anteprima del premio si era tenuta nelle Vecchie Segherie Mastrotodaro, altro luogo simbolico di rigenerazione e rinascita culturale del territorio, ma la serata di ieri ha costituito davvero un evento di rara preziosità . Sul palco, a dominare la scena, l'immagine grafica di un faro fatto di libri, metafora potente evocata da Lucia Perrone Capano, presidente dei Dialoghi di Trani: la cultura come luce che orienta un deserto sempre più dilagante di disattenzione e disumanità. E proprio lei, con voce ferma, ha lanciato un appello: "L'umanità sta morendo a Gaza e questo lo dobbiamo gridare proprio da qui." Emozionato e visibilmente felice nel vedersi riempire la platea che appariva infinita per la sua ampiezza, il cavalier Pomarico, l'anima, la colonna portante di una ispirazione che ha arricchito l'attività imprenditoriale con eventi e iniziative proiettate a nutrire l'anima della gente comune, a creare nuovi interessi, passioni, amore per il sapere che allarga le menti e gli orizzonti: " La vera anima del premio si misura nella presenza viva del pubblico; le sedie piene, e non quelle vuote, restituiscono la gioia e il senso del lavoro condiviso, ti danno la prova del fatto di aver lavorato bene in nome di una missione, quella di migliorare una comunità attraverso la cultura." Nulla è stato lasciato al caso, a riprova di una squadra creata dell'imprenditore che ha fatto sí venisse curato ogni dettaglio, persino nella borsa omaggio in tela, con i taralli prodotti a mano - (attività sociale anch'essa di rigenerazione) fino alla penna a quattro colori e al blocchetto con gli adesivi removibili degli appunti, strumenti usati da chi ama i libri e ama segnarne pagine o piccole postille senza sciuparli; ma anche il ventaglio colorato , riparo per un afa possibile ma che ha invece lasciato il posto a una tiepida e piacevole serata di fine estate. Piccoli gesti che raccontano la filosofia di una fondazione attenta alla rigenerazione sociale oltre che culturale, che si prende cura di chi vi si avvicina.
La serata ha avuto anche la presenza istituzionale del sindaco di Trani e dell'assessore alle Culture Lucia De Mari, che ha sottolineato come iniziative come questa possano fare di Trani un vero e proprio faro di conoscenza e una comunità migliore. Il momento più atteso è stato ovviamente quello della proclamazione dei vincitori: due autori toscani ex aequo, Paolo Maccari con "Ballata di Memmo e del Biondo" (Edizioni Elliot), premiato "per la sapienza con cui intreccia una solida costruzione narrativa e un ritmo poetico, dando vita a una storia vincente fondata sull'eterna dialettica tra verità e menzogna", e Enrico Fink con "Il Patrilineare" , premiato "per la capacità di fondere con una voce evocativa narrazione familiare e storia collettiva, alternando con maestria registri stilistici che conferiscono a una trama densa e drammatica una patina di leggerezza". Con l'exaequo per la prima volta nella storia del premio, il presidente Cavaliere Pomarico non ha permesso che i 5.000 euro venissero divisi: ha raddoppiato il montepremi, assegnando l'intera somma a entrambi, segno del suo rispetto per gli scrittori e la letteratura. Quaranta lettori hanno formato la giuria popolare ( alcuni di essi sul maxischermo hanno introdotto ciascun autore) che ha decretato i vincitori insieme alla giuria degli esperti, guidata da Cristian Mannu, presidente e vincitore della prima edizione, (composta da Maria Teresa Carbone, Giancarlo Fiume, Pasquale Guaragnella, Oscar Iarussi, Simonetta Sciandivasci), che nei mesi precedenti avdvano scelto i finalisti tra centosedici partecipanti. Suggestive le letture sceniche di brani scelti, interpretati dall'intensa Guendalina Word e accompagnati dal suono delicato e potente dell'arpa in un'esperienza corale in cui il pubblico si è fatto protagonista, non semplice spettatore per emozione condivisa e appassionata partecipazione .
Il Premio Fondazione Megamark si conferma così non solo come concorso letterario, ma come laboratorio di comunità, un'opera collettiva che intreccia la visione di Pomarico, la passione dei Dialoghi di Trani, le attività delke Vecchie Segherie Mastrotodaro, e l'impegno di tanti, tantissimi volontari culturali. Una scommessa vinta: l'audacia di immaginare che la letteratura non sia un orpello, ma davvero un faro capace di orientare un futuro migliore. Doveroso segnalare ed elencare gli altri finalisti ugualmente meritevoli: Simone Torino con Macaco (einaudi ed) , "Poveri a noi" dell'esordiente pugliese Elvio carrieri rivelazione del duemilaventicinque, "Sconfina, Beatrice!" di Francesca Zammaretti, edizioni Alcatraz, e la menzione speciale a Vanessa Tonnini per "Grammatica di un desiderio" edito da Neri Pozza. A questi, un premio di duemila euro. Sul porto di Trani, intanto , i libri giganti saranno portati via, già pronti a accogliere nuove pagine di nuove opere per il prossimo anno, che si aspetta ancora più ricco di partecipanti e, soprattutto, di lettori.
A Trani, nella sede della Fondazione Megamark, un parcheggio è stato trasformato per l'occasione in un un immenso teatro incarnando perfettamente lo spirito che anima la fondazione, come ha ricordato Gabriele Corsi, conduttore della serata finale di premiazione con eleganza e sensibilità: "Con la fantasia si può tutto, persino un parcheggio può trasformarsi in un teatro, se lo si riempie di cultura, di idee e di senso di comunità".
Già a luglio, l'anteprima del premio si era tenuta nelle Vecchie Segherie Mastrotodaro, altro luogo simbolico di rigenerazione e rinascita culturale del territorio, ma la serata di ieri ha costituito davvero un evento di rara preziosità . Sul palco, a dominare la scena, l'immagine grafica di un faro fatto di libri, metafora potente evocata da Lucia Perrone Capano, presidente dei Dialoghi di Trani: la cultura come luce che orienta un deserto sempre più dilagante di disattenzione e disumanità. E proprio lei, con voce ferma, ha lanciato un appello: "L'umanità sta morendo a Gaza e questo lo dobbiamo gridare proprio da qui." Emozionato e visibilmente felice nel vedersi riempire la platea che appariva infinita per la sua ampiezza, il cavalier Pomarico, l'anima, la colonna portante di una ispirazione che ha arricchito l'attività imprenditoriale con eventi e iniziative proiettate a nutrire l'anima della gente comune, a creare nuovi interessi, passioni, amore per il sapere che allarga le menti e gli orizzonti: " La vera anima del premio si misura nella presenza viva del pubblico; le sedie piene, e non quelle vuote, restituiscono la gioia e il senso del lavoro condiviso, ti danno la prova del fatto di aver lavorato bene in nome di una missione, quella di migliorare una comunità attraverso la cultura." Nulla è stato lasciato al caso, a riprova di una squadra creata dell'imprenditore che ha fatto sí venisse curato ogni dettaglio, persino nella borsa omaggio in tela, con i taralli prodotti a mano - (attività sociale anch'essa di rigenerazione) fino alla penna a quattro colori e al blocchetto con gli adesivi removibili degli appunti, strumenti usati da chi ama i libri e ama segnarne pagine o piccole postille senza sciuparli; ma anche il ventaglio colorato , riparo per un afa possibile ma che ha invece lasciato il posto a una tiepida e piacevole serata di fine estate. Piccoli gesti che raccontano la filosofia di una fondazione attenta alla rigenerazione sociale oltre che culturale, che si prende cura di chi vi si avvicina.
La serata ha avuto anche la presenza istituzionale del sindaco di Trani e dell'assessore alle Culture Lucia De Mari, che ha sottolineato come iniziative come questa possano fare di Trani un vero e proprio faro di conoscenza e una comunità migliore. Il momento più atteso è stato ovviamente quello della proclamazione dei vincitori: due autori toscani ex aequo, Paolo Maccari con "Ballata di Memmo e del Biondo" (Edizioni Elliot), premiato "per la sapienza con cui intreccia una solida costruzione narrativa e un ritmo poetico, dando vita a una storia vincente fondata sull'eterna dialettica tra verità e menzogna", e Enrico Fink con "Il Patrilineare" , premiato "per la capacità di fondere con una voce evocativa narrazione familiare e storia collettiva, alternando con maestria registri stilistici che conferiscono a una trama densa e drammatica una patina di leggerezza". Con l'exaequo per la prima volta nella storia del premio, il presidente Cavaliere Pomarico non ha permesso che i 5.000 euro venissero divisi: ha raddoppiato il montepremi, assegnando l'intera somma a entrambi, segno del suo rispetto per gli scrittori e la letteratura. Quaranta lettori hanno formato la giuria popolare ( alcuni di essi sul maxischermo hanno introdotto ciascun autore) che ha decretato i vincitori insieme alla giuria degli esperti, guidata da Cristian Mannu, presidente e vincitore della prima edizione, (composta da Maria Teresa Carbone, Giancarlo Fiume, Pasquale Guaragnella, Oscar Iarussi, Simonetta Sciandivasci), che nei mesi precedenti avdvano scelto i finalisti tra centosedici partecipanti. Suggestive le letture sceniche di brani scelti, interpretati dall'intensa Guendalina Word e accompagnati dal suono delicato e potente dell'arpa in un'esperienza corale in cui il pubblico si è fatto protagonista, non semplice spettatore per emozione condivisa e appassionata partecipazione .
Il Premio Fondazione Megamark si conferma così non solo come concorso letterario, ma come laboratorio di comunità, un'opera collettiva che intreccia la visione di Pomarico, la passione dei Dialoghi di Trani, le attività delke Vecchie Segherie Mastrotodaro, e l'impegno di tanti, tantissimi volontari culturali. Una scommessa vinta: l'audacia di immaginare che la letteratura non sia un orpello, ma davvero un faro capace di orientare un futuro migliore. Doveroso segnalare ed elencare gli altri finalisti ugualmente meritevoli: Simone Torino con Macaco (einaudi ed) , "Poveri a noi" dell'esordiente pugliese Elvio carrieri rivelazione del duemilaventicinque, "Sconfina, Beatrice!" di Francesca Zammaretti, edizioni Alcatraz, e la menzione speciale a Vanessa Tonnini per "Grammatica di un desiderio" edito da Neri Pozza. A questi, un premio di duemila euro. Sul porto di Trani, intanto , i libri giganti saranno portati via, già pronti a accogliere nuove pagine di nuove opere per il prossimo anno, che si aspetta ancora più ricco di partecipanti e, soprattutto, di lettori.

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