Eventi e cultura

I Grifi del museo diocesano di Trani in mostra a Rimini con "Exempla"

«Stupore, gioia, meraviglia e un pizzico di orgoglio, sono le sensazioni che sperimento»

Fà un certo effetto visitare la mostra "EXEMPLA" a Rimini e sentirsi come a casa propria. Si ha l'impressione di stare in Puglia. Tanta Puglia è presente in questa mostra: Federico II, Castel del Monte… soprattutto due Grifi, di notevole fattura, attirano la mia attenzione. Leggo la didascalia: Nicola Pisano IV-V decennio del XIII secolo. Trani, Museo Diocesano Provenienza Cattedrale di Trani. Stupore, gioia, meraviglia e un pizzico di orgoglio, sono le sensazioni che sperimento. Decido di leggere il catalogo per saperne di più su Nicola Pisano, autore presunto dei due Grifi. Questo artista, ha iniziato proprio in Puglia l'attività scultorea per questo era nominato in un primo tempo Nicola de Apulia, successivamente detto Pisanus. «Nella fase della sua formazione pugliese e federiciana sono identificabili i primi passi di Nicola "de Apulia" che risuonano nei Grifi di Trani, anelli finora mancanti nella vicenda pugliese dell'artista[1]». Che meraviglia! Abbiamo continuamente da scoprire e valutare il nostro patrimonio artistico, spesso da noi stessi ignorato, eppure fa bella mostra di sè particolarmente nella bella piazza Duomo e nel Museo Diocesano di Trani. Il Museo diocesano, è tra i musei "prestatori" della mostra di Rimini con i Musei Vaticani e tante altre Istituzioni Culturali. L'evento di Rimini non può che inorgoglirci e indurci a riflettere sul nostro patrimonio, su ciò che ci appartiene. Il patrimonio culturale è sempre fonte di identificazione per la storia di una popolazione. Il museo diocesano di Trani raccoglie reperti ed opere d'arte che affondano in profonde radici antropologiche; che sono identificative di un determinato luogo, di un sentire sociale, della storia di una comunità. Grazie alla solerzia di Francesco Sarlo che iniziò la raccolta dei reperti, e a Benedetto Ronchi che la ordinò, nel 1975 fu possibile l'istituzione del Museo Diocesano, primo museo della Diocesi ed unico della città di Trani, voluto fortemente dall'Arcivescovo Monsignor Giuseppe Carata, inaugurato dall'On. Aldo Moro. Il museo vive oggi una stagione di cambiamenti: l'implementazione del suo patrimonio, e l'ampliamento degli spazi espositivi. Sono in corso, infatti, lavori di adeguamento alle norme di sicurezza, la realizzazione di impianti illuminotecnici e di climatizzazione e l'acquisizione di ulteriori ambienti. In prospettiva il Museo accoglierà la porta di Barisano da Trani, gioiello medievale, originariamente incastonato nel portale della Cattedrale. L'azione degli agenti atmosferici hanno obbligato ad una collocazione più consona del grande manufatto, là dove esso può essere protetto e offerto ai visitatori in genere. Quadri, statue, frammenti scultorei, arredi sacri, un ricco lapidario, ancora crateri, anfore, monili… costituiscono il ricco e variegato patrimonio del Museo di Trani; di particolare rilievo è la collezione Lillo-Rapisardi donata ed esposta al pubblico dal 1998. «La collezione raccoglie reperti di rilevante interesse storico-archeologico frutto di rinvenimenti occasionali in terra di Puglia. La raccolta comprende 5467 oggetti che si distribuiscono nell'arco di molti secoli, dalla Preistoria all'età romana[2]». Il Museo, che sa di racchiudere tesori della cultura e della tradizione locale, vuole "nascondere e rivelare": l'espressione può sembrare un ossimoro, ma non lo è. E' proprio questa la funzione precipua di ogni museo, "nascondere e rivelare": nascondere vuol dire conservare, tutelare, proteggere le opere d'arte e rivelare vuol dire esporre, mostrare, rileggere, evocare il valore nascosto di esse. E i due grifi del Museo Diocesano, ora in trasferta a Rimini, in quest'ottica, contribuiscono a nascondere, rivelare e accrescere la cultura e la sensibilità di una popolazione.

[1] MARIA LAURA TESTI CRISTIANI, Federico II, Nicola "De Apulia" e Giovanni Pisano, in EXEMPLA: La rinascita dell'antico nell'arte italiana. Da Federico II ad Andrea Pisano, PISA 2008, p.66.

[2] Ceramica greca e Italiota della Collezione Lillo-Rapisaldi nel Museo Diocesano di Trani, Bari 2003, pp.7-8.

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