Enti locali

Il Comune si ricorda che a Sant’Antuono c’è il ristorante

Delibera riparatrice: «In quel luogo non si possono celebrare matrimoni civili»

Era ora. La giunta comunale ha modificato la delibera del 28 maggio del 1997 che indicava la chiesa di Sant'Antuono (insieme al monastero) come luogo utilizzabile per la celebrazione di matrimoni civili. Nonostante da anni, il sito e la terrazza sovrastante siano diventate la location di un ristorante, l'amministrazione non aveva mai preso provvedimenti. Come dire: chiunque, nei mesi scorsi, poteva chiedere di sposarsi civilmente fra i tavoli del ristorante. Adesso finalmente si aggiusta il tiro, cogliendo al volo l'opportunità dettata dall'imminente inizio dei lavori al monastero che escludono temporaneamente il chiostro dalla lista delle sedi utili per lo svolgimento dei matrimoni civili.

Sant'Antuono (qualificata come chiesa sia nella delibera del 1997 che in quest'ultima) è stata esclusa dalla lista. Alla luce dei prossimi interventi di restauro del monastero, è stata individuata una nuova sede: lo chalet della villa comunale. Invariate le tariffe: per sposarsi in villa bisognerà pagare 300 euro nei giorni feriali (con aumento di 100 euro per matrimoni al di fuori del normale orario di servizio e di 200 euro se l'evento ricade in un giorno festivo).
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