Eventi e cultura

"L' istruttoria" sulla morte di Giuseppe Fava: impegno e intensità

Una recensione di Giovanni Ronco

Un teatro di forte impatto emotivo, di grande intensità recitativa e, come suol dirsi, "d'impegno", è quello portato a Trani nella rassegna legata al cartellone della stagione di prosa organizzata dal Teatro Pubblico Pugliese e dal Comune di Trani. Essenzialità e stile asciutto nella messinscena, nella scenografia e nel modo di "fare teatro" dei due protagonisti: una rivelazione nel panorama dei giovani attori italiani, la splendida Donatella Finocchiaro, accanto ad un eclettico Claudio Gioè (già Totò Riina nella fiction televisiva "Il capo dei capi"), ormai affermato ed in grado di assumere diversi ruoli ed espressioni, insieme alla partner di scena. Entrambi caricano sulle spalle l'intero spettacolo, coadiuvati da melodie arabo - siculo - magrebine (la Sicilia è crocevia di culture) grazie alla presenza in scena di un gruppo di ottimi musicisti.
Gli attori offrono un condensato, adattato in forma teatrale, degli atti ripresi dall'istruttoria effettuata per le indagini sull'uccisione da parte di Cosa Nostra, del giornalista Giuseppe Fava, uomo scomodo e coraggioso, in grado da solo, "di prendersi il vento in faccia quando spira la tempesta", in grado di sfidare il potere per antonomasia, quello che propone una commistione d'interessi e di spartizione della torta tra politica, criminalità organizzata, magistratura e giornalismo. La rassegna di personaggi più o meno noti che sfilarono in occasione degli interrogatori, viene incarnata da Gioè e dalla Finocchiaro con l'intensità di un teatro che ancora riesce a far pensare, a delineare quella sottile linea tra legalità e illegalità, a spiegare al pubblico e agli addetti ai lavori, che dalla morte di un giornalista si possono interpretare e decodificare tanti punti oscuri della nostra democrazia malata, del Potere che schiaccia e si dedica alla filosofia del "divide et impera", pronto a sbarazzarsi di chiunque, come nel caso di Fava, cerchi di contrastarlo nelle sue malefatte, cerchi di indagare nelle pieghe del "tumore" che rifila alla società, attraverso le collusioni di cui sopra. Dai politici ai giornalisti, dai rappresentatnti delle forze dell'ordine, ai colleghi ai familiari, tutti sfilano in questo agghiacciante interrogatorio, volto a raccogliere testimonianze che chiariscano i motivi, i modi e i risvolti del sacrificio del giornalista, compresi naturalmente, nei passaggi più significativi, pentiti e associati a Cosa Nostra, in grado di fornire ricostruzioni, retroscena, ma anche capaci di riferire circa le calunnie su Fava, che la stessa mafia fece circolare al tempo dell'omicidio, per screditarlo. Una grande prova di teatro dunque, una performance che dovrebbe essere proposta anche ai giovani, magari nelle scuole.

Giovanni Ronco
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