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«L'ospedale va riconvertito in ambulatorio polivalente»

I grillini di Trani scettici verso qualsiasi altra soluzione paventata. Sulla catena umana: «Siamo entrati in campagna elettorale»

Per Massimo Bruni e Paolo Nugnes, portavoci del movimento 5 stelle di Trani, la vera lotta da intraprendere dal punto di vista sanitario a Trani è quella per la realizzazione dei distretti sanitari, già previsti dall'applicazione della legge 833 del 1978 e mai realizzati, ossia di strutture organizzate come pronto soccorso ed ambulatorio polivalente, collegate con l'Ente ospedaliero più vicino e con una maggiore partecipazione dei medici di base.

I grillini invitano tutti a diffidare da incontri, riunioni, interrogazioni e manifestazioni tipo quella della catena umana. «Siamo entrati in campagna elettorale – dicono - e molti cercano di accreditarsi quali paladini della salute dei tranesi per trarre così consensi elettorali. Niente di più falso ed inopportuno. La realtà è che non si può più pretendere di avere un ospedale sotto casa che funzioni in maniera perfetta e che, non potendo più sperperare soldi pubblici, è conveniente per tutti i cittadini far chiudere gli ospedali non adeguati, compreso quello di Trani e pretendere dalle autorità competenti una nuova organizzazione dell'assistenza sanitaria territoriale con un unico ospedale polivalente che copra adeguatamente le patologie presenti sul territorio della Provincia».

Secondo il 5 stelle «è inopportuno prendere in giro i cittadini millantando la possibilità di poter mantenere aperto un ospedale già nella realtà chiuso». «Quanti cittadini tranesi – dicono Bruni e Nugnes - sono costretti in ogni caso a rivolgersi ad altri ospedali?. La realtà è che la Asl della nostra Provincia ha ben 5 ospedali: Barletta, Andria, Canosa, Bisceglie e Trani tutti con reparti in evidenti difficoltà assistenziali strutturali ed organizzative. Continuando a mantenere una frammentazione degli ospedali si riducono le capacità assistenziali degli stessi, non raggiungendo mai livelli di eccellenza e si perpetua uno spreco di soldi dei cittadini».

I grillini citano ad esempio la presenza di punti nascita nella Asl, ad oggi 4: Bisceglie, Barletta, Andria, e Canosa. «Ogni punto nascita – dicono dal movimento - per essere efficiente e coprire tutte le emergenze ostetriche deve prevedere un turno completo di 24 ore composto da 7 ausiliarie di corsia, 7 infermieri, 7 ostetriche, 10 e piu' medici ostetrici. In più la struttura ospedaliera deve prevedere la banca del sangue, la rianimazione, la guardia di pediatri neonatologi, di neurologi ed anestesisti. Sommando gli stipendi di tutti questi professionisti, si ha l'idea di quanto costi alla società la presenza di un punto nascita in un ospedale, senza tener conto dei costi delle attrezzature necessarie all'assistenza diretta. Un punto nascita per essere efficiente, in base a costi e produzione, deve effettuare minimo 1500-2500 parti l'anno. La cifra di 1500 parti è raggiunta a stento da un solo ospedale del distretto sanitario della Bat. Appare così evidente lo spreco di risorse e di personale».
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