Eventi e cultura

La guerra dei Roses al Teatro Impero di Trani

Quando la coppia scoppia e si annienta

Trasposizione teatrale non molto distante dalla più celebre pellicola, nella quale era la coppia Douglas – Turner a "scoppiare" impersonando i coniugi Roses, alle prese con una vita trasformatasi improvvisamente in inferno, rispetto al paradiso idilliaco e dorato che li aveva accompagnati fino a poco prima. Ora, a teatro, Giancarlo Zanetti e Laura Lattuada ripercorrono la discesa nelle tenebre di un matrimonio in dissolvenza, soprattutto per averlo fondato sulle basi della "roba" di verghiana memoria e sul dio denaro, nonché sull'eccessiva importanza data alle cose materiali. E infatti, dopo l'iniziale unione fatta d'innamoramento (ad un' asta d'oggetti d'epoca, guarda caso), successo professionale (di lui), figli al college e arricchimento vertiginoso, si passa alla "malabolgia" dell'insoddisfazione, del rancore, in particolare da parte di lei per un mancato riconoscimento del marito delle eventuali capacità professionali della donna. Dall'astio, al rifiuto il passo è breve e ben presto la signora Roses chiede al coniuge la separazione, con possibile allontanamento di lui dalla sua vita e dalla casa, oggetto di culto da parte della coppia e vera e propria materia del contendere, anzi della guerra, che si scatenerà tra i due. Nessuno dei coniugi è disposto a lasciare ciò per cui aveva realmente lavorato e quello per cui si era dedicato anima e corpo in tanti anni di vita insieme: l'accumulo, l'abbellimento della splendida dimora, la sommatoria di beni e ricchezze, di oggetti di lusso.
Perdendo di vista l'amore per l'altro e concentrandosi sul proprio ego, entrambi perdono la cognizione della realtà, del tempo e dello spazio, non riconoscendo come unico affetto nessun altro, se non quello per i loro animali, un cane per lui, una gatta per lei, che provvederanno a far fuori durante la "guerra". Consigliati da altri avvoltoi di professione, i loro avvocati – sanguisuga, ben felici di spolpare il loro ricco patrimonio, i due si contendono beni e territorio della dimora, con scontri fisici, offese, ricatti dispetti, fino alla resa dei conti finale, per cui fin dall'inizio della messinscena si ritrovano in attesa del giudizio divino: la morte reciproca durante l'ennesimo scontro, complice un cedimento del prezioso lampadario cui entrambi erano arrivati ad appollaiarsi, spinti dall'ultimo duello. Lattuada in gran forma, snella nel corpo e nella recitazione, con qualche "urletto" di troppo. Zanetti sornione, un po' appesantito, viene fuori bene alla distanza, dopo un inizio un po' moscio, in stile diesel, si rifà nel II atto con una maggiore personalità.»

Giovanni Ronco
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