Vita di città
La Soprintendenza "rimanda" l’ordinanza di occupazione del suolo pubblico del Comune
Sarebbe «un atto significativo ma non esaustivo»
Trani - giovedì 26 luglio 2007
L'esame non è superato del tutto. La Soprintendenza "rimanda" lo schema di ordinanza del Comune per l'occupazione del suolo pubblico nel centro storico. Con una lettera di oggi, a firma del Soprintendente ad interim Attilio Maurano, l'Ente, pur ritenendo condivisibile il tentativo, da parte del Comune di Trani, di dotarsi di un codice di autoregolamentazione nell'attesa della realizzazione di un piano per gli insediamenti commerciali in aree vincolate, non ha espresso parere definitivo sull'argomento.
"Nell'ottica della collaborazione tra amministrazioni – si legge nella nota - si ritiene che gran parte delle condizioni ipotizzate dallo schema siano condivisibili, trattandosi di indicazioni di carattere generale che partono da considerazioni volte alla salvaguardia delle più rilevanti caratteristiche del centro di Trani o degli indispensabili rapporti tra l'occupazione del suolo ed il traffico, lo smaltimento delle acque meteoriche ed altro. La tipologia stessa dello schema dell'ordinanza, rivolta a disciplinare una fase di transizione, com'è naturale, non consente di intervenire su alcuni dei problemi prioritari quali il rapporto tra lo spazio occupato e quello da lasciare libero, la individuazione degli esercizi per i quali , a causa della vicinanza di localizzazione, è necessario imporre un coordinamento alla progettazione degli arredi, l'individuazione puntuale delle strutture anche autorizzate per le quali non è opportuno un rinnovo di concessione e che dovranno essere affrontati e risolti col piano. Pur con tali limiti, si ribadisce che le prescrizioni ipotizzate sono un primo e significativo, anche se non esaustivo, atto volto a recuperare l'indispensabile regia del pubblico nel disciplinare un fenomeno altrimenti incontrollabile. Un ultima considerazione è opportuna: alcune delle prescrizioni (tipologia delle sistemazioni,impianti, verde, ecc.) condivisibili in una fase di approccio al piano dovranno essere altrimenti precisate nello stesso piano che dovrà contemperare l'esigenza di omogeneità degli interventi con la necessaria qualità e diversificazione degli stessi".
"Nell'ottica della collaborazione tra amministrazioni – si legge nella nota - si ritiene che gran parte delle condizioni ipotizzate dallo schema siano condivisibili, trattandosi di indicazioni di carattere generale che partono da considerazioni volte alla salvaguardia delle più rilevanti caratteristiche del centro di Trani o degli indispensabili rapporti tra l'occupazione del suolo ed il traffico, lo smaltimento delle acque meteoriche ed altro. La tipologia stessa dello schema dell'ordinanza, rivolta a disciplinare una fase di transizione, com'è naturale, non consente di intervenire su alcuni dei problemi prioritari quali il rapporto tra lo spazio occupato e quello da lasciare libero, la individuazione degli esercizi per i quali , a causa della vicinanza di localizzazione, è necessario imporre un coordinamento alla progettazione degli arredi, l'individuazione puntuale delle strutture anche autorizzate per le quali non è opportuno un rinnovo di concessione e che dovranno essere affrontati e risolti col piano. Pur con tali limiti, si ribadisce che le prescrizioni ipotizzate sono un primo e significativo, anche se non esaustivo, atto volto a recuperare l'indispensabile regia del pubblico nel disciplinare un fenomeno altrimenti incontrollabile. Un ultima considerazione è opportuna: alcune delle prescrizioni (tipologia delle sistemazioni,impianti, verde, ecc.) condivisibili in una fase di approccio al piano dovranno essere altrimenti precisate nello stesso piano che dovrà contemperare l'esigenza di omogeneità degli interventi con la necessaria qualità e diversificazione degli stessi".
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