Vita di città
«Lavoro per i debiti dell’Estate tranese 2006»
Marco Pilone: «Obbligati ad andare in scena»
Trani - martedì 21 aprile 2009
Marco Pilone non si arrende e torna in scena, al teatro Impero, con una commedia brillante che verrà proposta al pubblico tranese per cinque giorni (14, 15, 20, 21 e 22 maggio). Il titolo dell'opera (Forum: Soup'o Trebbunale) è quanto mai calzante con la situazione, paradossale, che sta vivendo da alcuni anni il regista tranese, "vittima" - suo malgrado - del mancato riconoscimento di una consistente parte di denaro (circa 38mila euro) per l'organizzazione e la realizzazione di Trani di Scena, evento inserito nel cartellone dell'Estate tranese 2006.
Marco Pilone ha deciso di raccontare a Traniweb la sua vicenda. «Sono obbligato ad andare in scena - spiega il regista - per pagare i debiti di quell'edizione della rassegna. Non ho altre alternative».
Cosa è accaduto è presto detto. Pilone racconta i passaggi della vicenda: «Nell'estate del 2006 il Comune di Trani mi ha affidato l'organizzazione di Trani di Scena, 27 spettacoli teatrali da realizzarsi dall'1 al 27 agosto. La manifestazione, così come pensata, aveva un costo di 51mila euro e non prevedeva onorari né per la mia associazione e né per il sottoscritto che ne era direttore artistico. Gli uffici comunali mi avevano dato il via libera ed io, fidandomi, mi sono impegnato per realizzare un cartellone per quell'importo».
In realtà, i soldi stanziati per Trani di Scena non erano 51mila ma 47mila, un particolare non da poco che Pilone ha scoperto solo in corso d'opera «perché - spiega - nella lettera di conferimento dell'incarico ricevuta dal Comune si diceva soltanto che Trani di Scena era inserita nel cartellone dell'Estate tranese 2006 e che i rapporti amministrativi e di liquidazione sarebbero stati intrattenuti con la società AIGS». Pilone si è fidato, esattamente come 12 mesi prima. Ma le cose non sono andate allo stesso modo.
«Gli spettacoli - dice - si sono svolti regolarmente, le compagnie si sono esibite, ma i soldi non si sono mai visti, nonostante una serie di solleciti ed un pellegrinaggio continuo a Palazzo di Città. Poi sapete tutti com'è andata: l'amministrazione è caduta ed il Commissario prefettizio ha messo in liquidazione AIGS». Pilone con il Commissario prefettizio non è mai riuscito a parlare, nonostante più richieste d'appuntamento. Le compagnie che hanno realizzato gli spettacoli a Trani, intanto, reclamavano i compensi: «Ho dovuto far fronte personalmente alla liquidazione, accollandomi tutte i costi, convinto di poter recuperare tutto». Un'illusione. Il perché è presto detto: «A maggio del 2008 fui chiamato dal liquidatore di AIGS per stipulare una transazione. Pretesero che firmassi quella carta. Mi dissero che se non l'avessi fatto non avrei visto più un centesimo».
Pilone sottoscrisse quell'accordo transativo che prevedeva una sensibile riduzione del credito: da 47mila euro (oltre l'Iva) a 42.300 euro (Iva compresa). Una rinuncia, grosso modo, a circa 15mila euro. Ma il vero danno era un altro, legato alle modalità di riscossione del credito pattuito: 10mila euro (Iva compresa) versati subito, gli altri 32mila invece «sarebbero stati versati - si legge nell'accordo - non appena la stessa AIGS verrà rifinanziata e/o riceverà ulteriori fondi dal Comune di Trani».
Scacco matto, perché è alquanto difficile che il Comune di Trani possa ricapitalizzare AIGS. Altra beffa, l'assenza di un termine di adempimento dell'obbligazione.
Morale della favola: Pilone non solo non ha guadagnato un centesimo da Trani di Scena, ma ci ha rimesso 32mila euro, più altri 4mila se si considera la spesa iniziale di 51mila. «Ho manifestato più volte il problema al sindaco Tarantini - continua Pilone - ricevendo grandi attestazioni di solidarietà ed un impegno a risolvere la vicenda. In concreto, però, non è successo nulla». L'ultimo incontro un mese fa, senza risultati. «Non vedo spiragli - dice Pilone - anche perché non sono l'unico ad avanzare soldi per quell'estate. Anzi: il mio credito, rispetto ad altri, è di molto inferiore. Mi auguro che l'amministrazione riesca davvero a venire a capo di questa vicenda, intanto a me non resta che lavorare per recuperare quei soldi».
Marco Pilone ha deciso di raccontare a Traniweb la sua vicenda. «Sono obbligato ad andare in scena - spiega il regista - per pagare i debiti di quell'edizione della rassegna. Non ho altre alternative».
Cosa è accaduto è presto detto. Pilone racconta i passaggi della vicenda: «Nell'estate del 2006 il Comune di Trani mi ha affidato l'organizzazione di Trani di Scena, 27 spettacoli teatrali da realizzarsi dall'1 al 27 agosto. La manifestazione, così come pensata, aveva un costo di 51mila euro e non prevedeva onorari né per la mia associazione e né per il sottoscritto che ne era direttore artistico. Gli uffici comunali mi avevano dato il via libera ed io, fidandomi, mi sono impegnato per realizzare un cartellone per quell'importo».
In realtà, i soldi stanziati per Trani di Scena non erano 51mila ma 47mila, un particolare non da poco che Pilone ha scoperto solo in corso d'opera «perché - spiega - nella lettera di conferimento dell'incarico ricevuta dal Comune si diceva soltanto che Trani di Scena era inserita nel cartellone dell'Estate tranese 2006 e che i rapporti amministrativi e di liquidazione sarebbero stati intrattenuti con la società AIGS». Pilone si è fidato, esattamente come 12 mesi prima. Ma le cose non sono andate allo stesso modo.
«Gli spettacoli - dice - si sono svolti regolarmente, le compagnie si sono esibite, ma i soldi non si sono mai visti, nonostante una serie di solleciti ed un pellegrinaggio continuo a Palazzo di Città. Poi sapete tutti com'è andata: l'amministrazione è caduta ed il Commissario prefettizio ha messo in liquidazione AIGS». Pilone con il Commissario prefettizio non è mai riuscito a parlare, nonostante più richieste d'appuntamento. Le compagnie che hanno realizzato gli spettacoli a Trani, intanto, reclamavano i compensi: «Ho dovuto far fronte personalmente alla liquidazione, accollandomi tutte i costi, convinto di poter recuperare tutto». Un'illusione. Il perché è presto detto: «A maggio del 2008 fui chiamato dal liquidatore di AIGS per stipulare una transazione. Pretesero che firmassi quella carta. Mi dissero che se non l'avessi fatto non avrei visto più un centesimo».
Pilone sottoscrisse quell'accordo transativo che prevedeva una sensibile riduzione del credito: da 47mila euro (oltre l'Iva) a 42.300 euro (Iva compresa). Una rinuncia, grosso modo, a circa 15mila euro. Ma il vero danno era un altro, legato alle modalità di riscossione del credito pattuito: 10mila euro (Iva compresa) versati subito, gli altri 32mila invece «sarebbero stati versati - si legge nell'accordo - non appena la stessa AIGS verrà rifinanziata e/o riceverà ulteriori fondi dal Comune di Trani».
Scacco matto, perché è alquanto difficile che il Comune di Trani possa ricapitalizzare AIGS. Altra beffa, l'assenza di un termine di adempimento dell'obbligazione.
Morale della favola: Pilone non solo non ha guadagnato un centesimo da Trani di Scena, ma ci ha rimesso 32mila euro, più altri 4mila se si considera la spesa iniziale di 51mila. «Ho manifestato più volte il problema al sindaco Tarantini - continua Pilone - ricevendo grandi attestazioni di solidarietà ed un impegno a risolvere la vicenda. In concreto, però, non è successo nulla». L'ultimo incontro un mese fa, senza risultati. «Non vedo spiragli - dice Pilone - anche perché non sono l'unico ad avanzare soldi per quell'estate. Anzi: il mio credito, rispetto ad altri, è di molto inferiore. Mi auguro che l'amministrazione riesca davvero a venire a capo di questa vicenda, intanto a me non resta che lavorare per recuperare quei soldi».