
Cronaca
Omicidio Gallo, trovate in casa delle impronte sospette
Storia di famiglia intrisa di sangue: fratello e sorella uccisi ai tempi di Annacondia. Martedì l'autopsia sul corpo del rigattiere 47enne ucciso venerdì sera
Trani - sabato 23 febbraio 2013
19.11
Il coltello che ha ucciso Tommaso Gallo, il rigattiere di 47 anni trovato morto ieri sera davanti al suo basso in via Boccaccio, probabilmente era già nella sua casa. E forse l'omicidio è maturato al termine di una lite. E' quanto emerge dalle indagini dei carabinieri di Trani, coordinati dalla pm Simona Merra.
Secondo quanto ricostruito, è stato proprio Gallo ad aprire la porta al suo assassino, una persona che di sicuro conosceva. Le chiavi erano inserite nella serratura della porta, all'interno. Tommaso Gallo forse era già a letto, quando qualcuno ha bussato alla sua porta. Le prime coltellate sono state quelle inferte alla schiena, poi le altre. Le ferite non sono profonde, segno che l'assassino potrebbe aver usato uno dei coltelli a lama corta che lo stesso Gallo aveva in casa. L'omicidio, quindi, potrebbe non essere stato premeditato. Se ne saprà di più dopo l'autopsia, disposta per martedì. Nonostante le ferite, Gallo è riuscito a spingersi fuori sul marciapiede, dove si è accasciato ed è stato trovato da un vicino che ha lanciato l'allarme.
All'interno del monolocale niente era fuori posto, solo il letto era disfatto. L'ipotesi della rapina viene perciò quasi scartata dagli inquirenti. Sul pavimento sono state individuate orme di una scarpa da ginnastica insanguinata, sicuramente quella dell'assassino dal momento che Gallo invece è stato trovato con i calzini ai piedi. Le indagini non escludono nulla. Si cerca nel mondo delle amicizie di Gallo, che per vivere raccoglieva e vendeva stracci oltre ad attaccare manifesti. Era un tipo schivo e non dava molta confidenza ai vicini di casa. Del resto in via Boccaccio si era trasferito da poco. Non si trascura nemmeno il suo passato da tossicodipendente, anche se con la droga Gallo aveva chiuso da anni. E nemmeno la storia della sua famiglia, fatta di una lunga scia di sangue.
Nel 1985 suo fratello Giuseppe fu tra le vittime di Salvatore Annacondia, gettato in mare con legato un esplosivo dopo essere stato ucciso. Non meno atroce fu il destino della sorella Vittoria. Il nome di Tommaso Gallo compare tra le parti civili del processo Dolmen, in cui finirono alla sbarra anche gli assassini di suo fratello.
Secondo quanto ricostruito, è stato proprio Gallo ad aprire la porta al suo assassino, una persona che di sicuro conosceva. Le chiavi erano inserite nella serratura della porta, all'interno. Tommaso Gallo forse era già a letto, quando qualcuno ha bussato alla sua porta. Le prime coltellate sono state quelle inferte alla schiena, poi le altre. Le ferite non sono profonde, segno che l'assassino potrebbe aver usato uno dei coltelli a lama corta che lo stesso Gallo aveva in casa. L'omicidio, quindi, potrebbe non essere stato premeditato. Se ne saprà di più dopo l'autopsia, disposta per martedì. Nonostante le ferite, Gallo è riuscito a spingersi fuori sul marciapiede, dove si è accasciato ed è stato trovato da un vicino che ha lanciato l'allarme.
All'interno del monolocale niente era fuori posto, solo il letto era disfatto. L'ipotesi della rapina viene perciò quasi scartata dagli inquirenti. Sul pavimento sono state individuate orme di una scarpa da ginnastica insanguinata, sicuramente quella dell'assassino dal momento che Gallo invece è stato trovato con i calzini ai piedi. Le indagini non escludono nulla. Si cerca nel mondo delle amicizie di Gallo, che per vivere raccoglieva e vendeva stracci oltre ad attaccare manifesti. Era un tipo schivo e non dava molta confidenza ai vicini di casa. Del resto in via Boccaccio si era trasferito da poco. Non si trascura nemmeno il suo passato da tossicodipendente, anche se con la droga Gallo aveva chiuso da anni. E nemmeno la storia della sua famiglia, fatta di una lunga scia di sangue.
Nel 1985 suo fratello Giuseppe fu tra le vittime di Salvatore Annacondia, gettato in mare con legato un esplosivo dopo essere stato ucciso. Non meno atroce fu il destino della sorella Vittoria. Il nome di Tommaso Gallo compare tra le parti civili del processo Dolmen, in cui finirono alla sbarra anche gli assassini di suo fratello.



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