Politica

«Pensioni e spesa sociale, ecco dove cala la scure di Tremonti»

Il Vaso di Pandora analizza le conseguenze della Finanziaria

Sulle recenti vicende connesse all'approvazione della Finanziaria, interviene l'associazione Il vaso di Pandora che affida ad una nota il proprio pensiero su due provvedimenti che coinvolgono i futuri pensionati e le organizzazioni del terzo settore.

«Mentre la maggioranza politica allo sbando litiga quotidianamente, mentre le televisioni pubbliche e commerciali inebriano i cittadini italiani sulle vicende di cronaca rosa che vedono principale protagonista il Cavaliere; mentre sui quotidiani la cronaca si affanna a definire i contorni di acquisti e vendite nella ridente Montecarlo da parte del Presidente della Camera; mentre sui giornali si rincorrono voci di bunga-bunga e l'avvenente Ruby con le altre "papy-girls" occupano le prime pagine; mentre tutto ciò accade, gli italiani subiscono inconsapevolmente ulteriori scippi da parte dell'attuale Governo all'ombra della legge di stabilità per il 2011 appena varata dal Governo Berlusconi ed approvata dalla maggioranza del Parlamento. Nel più perfetto dei silenzi si è consumato l'ennesimo sopruso in danno dei cittadini e sono passati due provvedimenti che, in barba alla volontà degli italiani, attengono il diritto alla pensione il primo, e sottrae preziose risorse al Sociale, il secondo.

Pensioni. Il primo dei due provvedimenti, introdotto con la riforma del sistema previdenziale sancita dalla legge numero 122 del 30 luglio 2010, non cambia i requisiti di accesso al pensionamento, ma dal 2011 allontana considerevolmente la data per la decorrenza dell'assegno Inps una volta maturato il diritto. Dodici mesi per i lavoratori dipendenti, diciotto per gli autonomi. Dal prossimo anno infatti, i lavoratori dovranno confrontarsi con la cosiddetta "finestra mobile" che fissa l'inizio del pensionamento, di anzianità o di vecchiaia, dopo 12 mesi nel caso dei lavoratori dipendenti e dopo 18 mesi nel caso di quelli autonomi. In sostanza si sposta la data di pensionamento rispetto a quanto previsto dall'attuale sistema determinato dalla legge 247 del 2007 che fissava le finestre di uscita a gennaio e luglio successivo alla data di acquisizione del diritto. Ad esempio, un ipotetico lavoratore dipendente che nel marzo del 2011 raggiunge la quota 96 (cioè 60 anni di età e 36 di contributi) che contava di percepire l' assegno dall' Inps a partire dal gennaio 2012, dovrà aspettare il mese di aprile 2012. Ancora, un artigiano che raggiunge quota 97 (61 anni di età e 36 di contributi) nel dicembre del 2011, poteva riscuotere la pensione dal gennaio 2013. Con il nuovo provvedimento dovrà aspettare sino a luglio del 2013. Insomma gli italiani dal 2011, dovranno ancora trovare il modo di sopravvivere molti altri mesi, prima di vedere i soldi della propria pensione.

Cinque per mille. Dal 2007 a oggi lo Stato ha destinato 400 milioni l'anno al 5 per mille. Per il 2011 in Finanziaria ci sono soltanto 100 milioni. Ma questo è solo l'ultimo dei provvedimenti che, alla faccia del "partito dell'amore", taglieggiano il settore del "no profit". A partire da marzo non ci sono più le agevolazioni sulle tariffe postali, quindi oggi inviare bollettini e comunicazioni ai sostenitori costa il 340% in più. Infine, e speriamo sia proprio così, c'è il taglio al fondo nazionale per le politiche sociali, cioè quelle risorse che, una volta trasferite alle Regioni e poi ai Comuni, servono per finanziare le politiche sociali poi attuate da associazioni di volontariato, onlus, cooperative sociali, passato dai 435 milioni del 2010 ai 35 nel 2011. Il taglio ai fondi a disposizione del 5 per mille blocca, o quantomeno limita fortemente, le attività delle associazioni di volontariato e degli enti di ricerca, consumando sfacciatamente il tradimento per le scelte degli elettori. Il provvedimento limita drasticamente la libertà dei cittadini di decidere come destinare la propria quota dell'imposta sui redditi direttamente a sostegno degli operatori del terzo settore. L'operazione la dice lunga sul modo di vedere il "Sociale" da parte di questo Governo e sulle prospettive di crescita del terzo settore. Il cinque per mille è "visto" come un costo per il sistema e non si guarda alla sua funzione di allocazione di risorse in modo estremamente fruttuoso che ha come ricaduta "immediata" un risparmio per le finanze pubbliche.

Questi sono soltanto alcuni dei futuri regali e lasciti al nostro Paese da parte del duo Berlusconi-Tremonti e nel momento in cui, stante la liquefazione della maggioranza di governo, con molta probabilità tra alcuni mesi potremmo essere tutti chiamati al voto, sarà doveroso rammentarci del torti subiti e decidere di cambiare definitivamente le sorti dell'Italia, pensionando invece da subito Berlusconi e tutti i suoi sodali.

Tutto ciò per evitare di dovere ancora dire, come gli alunni della scuola elementare di Arzano (NA) resa famosa da Marcello D'Orta, maestro ed autore del celebre scritto: io, speriamo che me la cavo».
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