
Associazioni
Piano di zona, l’Oasi 2 si difende dagli attacchi
«Fu il Consiglio a ratificare un appalto che poteva spettare solo a noi». La cooperativa sociale più volte chiamata in causa in questi giorni
Trani - sabato 1 ottobre 2011
L'Oasi 2 si difende in separata sede dagli attacchi degli ultimi giorni. Felice Di Lernia non vuol passare per colpevole «in quanto – dice – in tutta questa storia noi siamo parte lesa». Di Lernia questa storia la racconta. «Innanzitutto – dice - va sottolineato con estrema chiarezza che Oasi2 non è interessata a partecipare a tutte le procedure per l'assegnazione della gestione dei servizi tanto tirati in ballo in questi giorni. L'accusa di essere affamati di fondi pubblici è tanto infondata quanto gratuita. E' noto invece, e ne sono note anche le pluriennali ragioni, che l'unico servizio al quale Oasi2 è interessata è lo sportello per immigrati e relativamente a quello, e solo a quello, abbiamo inoltrato all'ufficio di piano una nostra formale comunicazione che ci siamo guardati bene dal divulgare a mezzo stampa non essendo interessati all'aspetto mediatico della vicenda. Abbiamo rilasciato dichiarazioni solo quando ci sono state chieste e sempre senza attaccare nessuno».
Nella guerra di fango avviata in questi giorni, l'Oasi è stata più volte chiamata in causa per l'affidamento diretto dei servizi per le dipendenze patologiche. Di Lernia espone i fatti: «Il programma per le dipendenze patologiche al quale si fa riferimento è cofinanziato da Oasi2 per circa 379.000 euro mentre il reale finanziamento pubblico e non semplicemente comunale è di circa 273.000 euro e non 340.000 come si è scritto poiché quell'importo contiene l'Iva ed il budget per le borse lavoro. La normativa nazionale stabilisce che i Comuni che vogliano affidare all'esterno i propri servizi nel campo delle dipendenze patologiche devono affidarli solo ed esclusivamente agli enti ausiliari così come prevede il decreto del presidente della Repubblica 309/90. Detto in altri termini: nell'ambito del terzo settore, di dipendenze patologiche possono occuparsene solo ed esclusivamente gli enti ausiliari e non qualunque cooperativa o associazione. Oasi2 è l'unico ente ausiliario dell'intera provincia Bat ed anche in molti altri Comuni a noi vicini, ma appartenenti alla provincia di Bari, non vi sono altri enti ausiliari».
Messo in chiaro il primo punto, Di Lernia prosegue: «Le disposizioni regionali prescrivevano che il 50% di quei fondi destinati alla lotta contro le dipendenze doveva essere obbligatoriamente gestito direttamente dagli enti ausiliari del Comune di pertinenza. Detto in altri termini: se il Comune avesse, all'epoca, deciso di non affidare all'esterno quelle attività ma di gestire con risorse proprie quelle somme, avrebbe potuto utilizzare soltanto il 50% di quei fondi, dovendo erogare all'Oasi2 il restante 50%. E' evidente che in questo caso il Comune non avrebbe potuto contare sul cofinanziamento di Oasi2 che, lo ripetiamo è superiore all'intero finanziamento pubblico e non comunale. La decisione di affidare quei fondi all'Oasi2 e di farlo per esplicita intenzione di dare continuità ai servizi era già stata assunta in sede di progettazione di dettaglio del piano di zona. Questa progettazione di dettaglio fu approvata dal Consiglio comunale. Detto in altri termini: quella decisione sulla quale oggi si lanciano accuse infamanti di illegittimità, fu adottata in Consiglio comunale all'interno del piano di zona che, lo ripetiamo, esplicitamente indicava la soluzione Oasi2. Tutto il procedimento in questione fu a suo tempo avallato, come previsto dalle procedure, anche dal servizio per le tossicodipendenze della Asl di Trani nella persona della attuale coordinatrice dell'ufficio di piano che, infatti, non ci risulta contesti la legittimità di quel provvedimento».
«Ciò che più spiace e irrita – conclude Di Lernia - è di dover passare per coloro che hanno sollevato un polverone perché vogliono avere tutto. Nessun comunicato è mai uscito da questo ente essendoci limitati a rispondere peraltro cortesemente alle domande poste da due giornalisti. Non solo. Siamo noi a volere che chiunque ne abbia interesse, e non solo i consiglieri comunali, ripercorra la storia di 25 anni di rapporti tra Oasi2 e il Comune di Trani: chi lo facesse scoprirebbe che Oasi2, al contrario di quello che si vuol far credere, non ha l'abitudine di prendere in affidamento i servizi del Comune ed, anzi, per anni, anni e anni ha portato avanti i suoi servizi senza usufruire del benché minimo finanziamento comunale. E' questo anche il caso dello sportello per immigrati gestito gratuitamente da oltre 5 anni con centinaia di utenti. E' evidente che, al fine di tutelare la propria onorabilità, Oasi2 si riserva di assumere iniziative legali nei confronti di chi dovesse calunniarla».
Nella guerra di fango avviata in questi giorni, l'Oasi è stata più volte chiamata in causa per l'affidamento diretto dei servizi per le dipendenze patologiche. Di Lernia espone i fatti: «Il programma per le dipendenze patologiche al quale si fa riferimento è cofinanziato da Oasi2 per circa 379.000 euro mentre il reale finanziamento pubblico e non semplicemente comunale è di circa 273.000 euro e non 340.000 come si è scritto poiché quell'importo contiene l'Iva ed il budget per le borse lavoro. La normativa nazionale stabilisce che i Comuni che vogliano affidare all'esterno i propri servizi nel campo delle dipendenze patologiche devono affidarli solo ed esclusivamente agli enti ausiliari così come prevede il decreto del presidente della Repubblica 309/90. Detto in altri termini: nell'ambito del terzo settore, di dipendenze patologiche possono occuparsene solo ed esclusivamente gli enti ausiliari e non qualunque cooperativa o associazione. Oasi2 è l'unico ente ausiliario dell'intera provincia Bat ed anche in molti altri Comuni a noi vicini, ma appartenenti alla provincia di Bari, non vi sono altri enti ausiliari».
Messo in chiaro il primo punto, Di Lernia prosegue: «Le disposizioni regionali prescrivevano che il 50% di quei fondi destinati alla lotta contro le dipendenze doveva essere obbligatoriamente gestito direttamente dagli enti ausiliari del Comune di pertinenza. Detto in altri termini: se il Comune avesse, all'epoca, deciso di non affidare all'esterno quelle attività ma di gestire con risorse proprie quelle somme, avrebbe potuto utilizzare soltanto il 50% di quei fondi, dovendo erogare all'Oasi2 il restante 50%. E' evidente che in questo caso il Comune non avrebbe potuto contare sul cofinanziamento di Oasi2 che, lo ripetiamo è superiore all'intero finanziamento pubblico e non comunale. La decisione di affidare quei fondi all'Oasi2 e di farlo per esplicita intenzione di dare continuità ai servizi era già stata assunta in sede di progettazione di dettaglio del piano di zona. Questa progettazione di dettaglio fu approvata dal Consiglio comunale. Detto in altri termini: quella decisione sulla quale oggi si lanciano accuse infamanti di illegittimità, fu adottata in Consiglio comunale all'interno del piano di zona che, lo ripetiamo, esplicitamente indicava la soluzione Oasi2. Tutto il procedimento in questione fu a suo tempo avallato, come previsto dalle procedure, anche dal servizio per le tossicodipendenze della Asl di Trani nella persona della attuale coordinatrice dell'ufficio di piano che, infatti, non ci risulta contesti la legittimità di quel provvedimento».
«Ciò che più spiace e irrita – conclude Di Lernia - è di dover passare per coloro che hanno sollevato un polverone perché vogliono avere tutto. Nessun comunicato è mai uscito da questo ente essendoci limitati a rispondere peraltro cortesemente alle domande poste da due giornalisti. Non solo. Siamo noi a volere che chiunque ne abbia interesse, e non solo i consiglieri comunali, ripercorra la storia di 25 anni di rapporti tra Oasi2 e il Comune di Trani: chi lo facesse scoprirebbe che Oasi2, al contrario di quello che si vuol far credere, non ha l'abitudine di prendere in affidamento i servizi del Comune ed, anzi, per anni, anni e anni ha portato avanti i suoi servizi senza usufruire del benché minimo finanziamento comunale. E' questo anche il caso dello sportello per immigrati gestito gratuitamente da oltre 5 anni con centinaia di utenti. E' evidente che, al fine di tutelare la propria onorabilità, Oasi2 si riserva di assumere iniziative legali nei confronti di chi dovesse calunniarla».
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