Politica
Referendum, le intenzioni di voto dei politici di Trani
Pinuccio Tarantini non sa, Carlo Laurora: «Si». Voteranno Chiarello, Di Marzio e Riserbato
Trani - sabato 4 giugno 2011
Il 12 e 13 giugno gli italiani potranno esprimersi sui quattro referendum abrogativi su nucleare, acqua pubblica e legittimo impedimento. Nei giorni scorsi, il collegio dell'ufficio centrale per il referendum della Cassazione ha stabilito che le modifiche apportate dal governo alle norme sul nucleare non precludono la celebrazione della consultazione popolare. Si va alle urne (domenica dalle 8 alle 22 e lunedì dalle 7 alle 15) per la viva soddisfazione di chi, da mesi è impegnato nella campagna referendaria.
Il portavoce del comitato pro referendum di Trani, Giuseppe Peschechera, affila le armi: «Il 12 e 13 giugno tutti i cittadini saranno chiamati a decidere se vogliono o meno che il Paese si sottoponga ai rischi del nucleare che, come dimostra quanto accaduto in Giappone pochi mesi fa, sono ancora così concreti. Gli italiani potranno inoltre decidere se si vuole o meno l'acqua pubblica e che la legge sia uguale per tutti. Rinnoviamo quindi, una volta in più, il nostro appello: il 12 e 13 giugno andiamo a votare. E votiamo 4 volte sì».
E i politici di Trani come voteranno? Il centrosinistra è compatto per il sì. «Invito tutti i cittadini – dice il capogruppo del Pd, Fabrizio Ferrante - a prendere coscienza dell'importanza del referendum. Lo scoglio più grande si chiama quorum ma sono convinto che ci siano i presupposti per ottenere un grande risultato che ha anche una forte valenza politica».
Il sindaco di Trani, Giuseppe Tarantini, non ha ancora deciso se votare e cosa votare. «Deciderò alla fine, devo ancora farmi un'idea sui quesiti quantunque le mie posizioni siano abbastanza chiare su tutti gli argomenti. Finora c'è stata poca informazione, valuterò con attenzione nei prossimi giorni. La politicizzazione del referendum mi scoraggia dall'andare a votare».
Per il segretario regionale dell'Italia dei Valori, Sebastiano De Feudis «la dichiarazione del sindaco non sta né in cielo e né in terra. Quando si sta a certi livelli non si può rispondere di non sapere o di non essere informati. Tarantini avrebbe fatto bene a dire pubblicamente come la pensa». L'Italia dei Valori è stato fra i promotori più attivi del referendum: «Parola al popolo contro la politica del decisionismo» dice De Feudis che condivide una considerazione del primo cittadino tranese: «Non è un referendum pro e contro Berlusconi. Andremo a votare per un mondo più giusto. I cittadini, andando alle urne, potranno riappropriarsi della possibilità di avere un futuro migliore».
Pina Chiarello, assessore all'ambiente, annuncia che andrà a votare: «Dissento da alcuni quesiti ma votare il referendum è un nostro diritto. Voterò secondo coscienza ma posso preannunciare di tenere molto al quesito sull'acqua, un bene primario per tutti noi. Lo dico con coerenza, non come fa il presidente della Regione Puglia: da un lato predica benissimo, dall'altro razzola malissimo. Ogni riferimento alla maldestra gestione della vicenda dell'Acquedotto pugliese è puramente casuale».
Andrà a votare anche il presidente del Consiglio provinciale, Gigi Riserbato: «Il referendum è uno strumento di democrazia partecipata. Quest'anno stiamo festeggiando i 150 anni dell'unità d'Italia ed abbiamo da poco celebrato il 65mo anniversario della proclamazione della Repubblica. Rispettare lo strumento referendario, sancito dalla nostra Costituzione, credo sia una scelta opportuna. Parteciperò al voto ma non mi esprimo su cosa voterò. La Corte di cassazione, ha confermato il referendum sul nucleare, ma di fatto ha cambiato i quesiti rispetto a quelli originali depositati al momento della richiesta di consultazioni. Ho bisogno, pertanto, di ristudiarli con attenzione». Andrà a votare con molta probabilità anche Giuseppe Di Marzio, assessore provinciale e presidente del Consiglio comunale di Trani: «Non ho ancora deciso – dice - ma sono tentato dal farlo. Valuterò i quesiti caso per caso. Alcuni ritengo che vadano approfonditi. Non bastano gli spot elettorali per prendere una decisione. Questi giorni saranno utili per esaminare gli argomenti e scegliere».
In casa Udc, Carlo Laurora annuncia che andrà a votare quattro sì. «Il nostro partito a livello nazionale non ha assunto una posizione ed ha lasciato libertà di scelta ai suoi iscritti. Per quanto mi riguarda, voterò 4 sì». «Voteremo parecchi sì»: questo invece il commento di Dino Marinaro, espressione di Futuro e Libertà di Trani. Nelle ultime ore, uno degli esponenti di spicco del partito finiano, Italo Bocchino, aveva detto di essere propenso a votare si sull'acqua e di astenersi sugli altri quesiti. Sarà questa la linea della sezione tranese?
Lunedì intanto in piazza della Repubblica (dalle 18 alle 21) la Fabbrica di Nichi di Trani ha organizzato un pubblico incontro-dibattito sui temi dei referendum su nucleare ed acqua pubblica. Interverranno tra gli altri Dino Leonetti (oncologo) e Rossella Miracapillo (Movimento consumatori).
Il portavoce del comitato pro referendum di Trani, Giuseppe Peschechera, affila le armi: «Il 12 e 13 giugno tutti i cittadini saranno chiamati a decidere se vogliono o meno che il Paese si sottoponga ai rischi del nucleare che, come dimostra quanto accaduto in Giappone pochi mesi fa, sono ancora così concreti. Gli italiani potranno inoltre decidere se si vuole o meno l'acqua pubblica e che la legge sia uguale per tutti. Rinnoviamo quindi, una volta in più, il nostro appello: il 12 e 13 giugno andiamo a votare. E votiamo 4 volte sì».
E i politici di Trani come voteranno? Il centrosinistra è compatto per il sì. «Invito tutti i cittadini – dice il capogruppo del Pd, Fabrizio Ferrante - a prendere coscienza dell'importanza del referendum. Lo scoglio più grande si chiama quorum ma sono convinto che ci siano i presupposti per ottenere un grande risultato che ha anche una forte valenza politica».
Il sindaco di Trani, Giuseppe Tarantini, non ha ancora deciso se votare e cosa votare. «Deciderò alla fine, devo ancora farmi un'idea sui quesiti quantunque le mie posizioni siano abbastanza chiare su tutti gli argomenti. Finora c'è stata poca informazione, valuterò con attenzione nei prossimi giorni. La politicizzazione del referendum mi scoraggia dall'andare a votare».
Per il segretario regionale dell'Italia dei Valori, Sebastiano De Feudis «la dichiarazione del sindaco non sta né in cielo e né in terra. Quando si sta a certi livelli non si può rispondere di non sapere o di non essere informati. Tarantini avrebbe fatto bene a dire pubblicamente come la pensa». L'Italia dei Valori è stato fra i promotori più attivi del referendum: «Parola al popolo contro la politica del decisionismo» dice De Feudis che condivide una considerazione del primo cittadino tranese: «Non è un referendum pro e contro Berlusconi. Andremo a votare per un mondo più giusto. I cittadini, andando alle urne, potranno riappropriarsi della possibilità di avere un futuro migliore».
Pina Chiarello, assessore all'ambiente, annuncia che andrà a votare: «Dissento da alcuni quesiti ma votare il referendum è un nostro diritto. Voterò secondo coscienza ma posso preannunciare di tenere molto al quesito sull'acqua, un bene primario per tutti noi. Lo dico con coerenza, non come fa il presidente della Regione Puglia: da un lato predica benissimo, dall'altro razzola malissimo. Ogni riferimento alla maldestra gestione della vicenda dell'Acquedotto pugliese è puramente casuale».
Andrà a votare anche il presidente del Consiglio provinciale, Gigi Riserbato: «Il referendum è uno strumento di democrazia partecipata. Quest'anno stiamo festeggiando i 150 anni dell'unità d'Italia ed abbiamo da poco celebrato il 65mo anniversario della proclamazione della Repubblica. Rispettare lo strumento referendario, sancito dalla nostra Costituzione, credo sia una scelta opportuna. Parteciperò al voto ma non mi esprimo su cosa voterò. La Corte di cassazione, ha confermato il referendum sul nucleare, ma di fatto ha cambiato i quesiti rispetto a quelli originali depositati al momento della richiesta di consultazioni. Ho bisogno, pertanto, di ristudiarli con attenzione». Andrà a votare con molta probabilità anche Giuseppe Di Marzio, assessore provinciale e presidente del Consiglio comunale di Trani: «Non ho ancora deciso – dice - ma sono tentato dal farlo. Valuterò i quesiti caso per caso. Alcuni ritengo che vadano approfonditi. Non bastano gli spot elettorali per prendere una decisione. Questi giorni saranno utili per esaminare gli argomenti e scegliere».
In casa Udc, Carlo Laurora annuncia che andrà a votare quattro sì. «Il nostro partito a livello nazionale non ha assunto una posizione ed ha lasciato libertà di scelta ai suoi iscritti. Per quanto mi riguarda, voterò 4 sì». «Voteremo parecchi sì»: questo invece il commento di Dino Marinaro, espressione di Futuro e Libertà di Trani. Nelle ultime ore, uno degli esponenti di spicco del partito finiano, Italo Bocchino, aveva detto di essere propenso a votare si sull'acqua e di astenersi sugli altri quesiti. Sarà questa la linea della sezione tranese?
Lunedì intanto in piazza della Repubblica (dalle 18 alle 21) la Fabbrica di Nichi di Trani ha organizzato un pubblico incontro-dibattito sui temi dei referendum su nucleare ed acqua pubblica. Interverranno tra gli altri Dino Leonetti (oncologo) e Rossella Miracapillo (Movimento consumatori).