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Refezione scolastica, Verga (Uil): «Si trovino soluzioni per i comuni in dissesto e predissesto finanziario»

Per il sindacalista «occorre garantire il diritto di studio in tutte le comunità del territorio»

"Una seria riflessione su quei Comuni che hanno difficoltà a garantire il servizio mensa, per garantire il diritto allo studio in tutte le comunità del territorio". E' la richiesta avanzata dalla Uil Scuola nel corso dell'incontro tenutosi all'assessorato regionale per il diritto allo studio tra l'assessore al ramo Sebastiano Leo e i sindacati di categoria per discutere della ripartizione delle risorse per la refezione scolastica.

Nello specifico, il segretario generale della UIL Scuola di Puglia, Gianni Verga, ha chiesto di "considerare quelle famiglie che risiedono in Comuni in cui non si riesce a garantire il tempo pieno. Quella del tempo scuola è una piaga sociale che si trascina ormai da anni, lasciando la Puglia tra gli ultimi posti nella classifica per numero di classi a tempo pieno".

Secondo Verga, "si devono tener presenti nella ripartizione delle risorse per la mensa, le situazioni in difficoltà che, inevitabilmente, si ripercuotono sui piccoli studenti e sui posti di lavoro. Il caso più conclamato è quello di Andria, la più grande realtà regionale in termini di sezioni e classi a tempo pieno".

Al termine della riunione l'Assessore Leo ha assunto l'impegno di effettuare le opportune verifiche, partendo da una analisi dei Comuni in dissesto e predissesto finanziario. "Bene l'interessamento dell'assessore – ha dichiarato ancora Verga – ma sarebbe opportuno istituire un tavolo di lavoro in cui monitorare in maniera organica la situazione con tempi più distesi senza ricorrere sempre all'emergenza. Noi, intanto, continueremo la nostra azione a sostengo delle famiglie pugliesi e dei piccoli studenti cittadini, per evitare che le disattenzioni della politica si protraggano ulteriormente e che centinaia di posti di lavoro vengano messi a repentaglio, così come la stessa offerta formativa, sia per le classi a tempo normale che per quelle a tempo pieno".
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