Vita di città
Si può morire così?
Il dramma invisibile dietro il decesso di una 79enne
Trani - mercoledì 15 aprile 2009
Teresa Palumbo aveva 78 anni. L'hanno trovata il giorno di Pasqua, in condizioni pietose sul pavimento di casa sua, un appartamento in via Dogana Vecchia, definito un "tugurio" da chi l'ha varcato, infestato da umidità, rifiuti, vermi e feci. Al fianco dell'anziana signora, riverso per terra e senza conoscenza, il figlio 40enne, disoccupato, non in grado nemmeno di prendersi cura di sé stesso (pare a causa di problemi di alcool).
Il resto della storia va da sé: l'allarme dato dai vicini, l'arrivo dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco, lo squallido scenario di una casa sporca e fatiscente, i corpi stesi sul pavimento, quindi la corsa, inutile, in Ospedale. Teresa Palumbo è morta lì, a causa di un edema polmonare e di un choc settico.
Teresa Palumbo era mamma di sette figli. Uno è morto troppo presto per aver imboccato una strada sbagliata, gli altri erano emigrati al nord, fra Torino e Milano, 31 anni fa. Di una delle due figlie non si hanno notizie da tempo tanto che – ci dicono - in passato c'era stato il tentativo di rintracciarla attraverso la trasmissione "Chi l'ha visto". Una famiglia segnata e slacciata, oggi chiamata in causa, in blocco, dalla magistratura. Il sostituto procuratore Mirella Conticelli ha aperto un fascicolo sulla morte di Teresa Palumbo: a carico dei sei figli, tutti, indistintamente, l'accusa di abbandono d'incapace, seguito da morte. E' possibile morire così? La domanda si rincorre fra la gente, non solo nei vicoli di Trani vecchia.
Al Comune, di Teresa Palumbo, pare non ne sapessero nulla. Un dramma invisibile per i servizi sociali comunali: non una segnalazione, non una richiesta d'aiuto. Teresa Palumbo esisteva solo all'anagrafe. Buio totale su di lei, sulla sua malattia (pare fosse affetta da demenza senile), sulle condizioni dell'unico figlio rimasto a casa, sulla casa in cui vivevano. A ricordarci di Teresa Palumbo c'è solo un'istanza, presentata alla Asl non tantissimi mesi fa, nella quale uno dei figli trasferitisi a Milano aveva chiesto il ricovero dell'anziana donna in una struttura comunale. A sostegno di quella richiesta, un certificato del medico curante che ne attestava la malattia. Strana la vita: esattamente oggi un funzionario dell'azienda sanitaria avrebbe dovuto compiere la verifica sulle condizioni di vita della donna per accogliere la richiesta. Troppo tardi. Si può morire così?
Il resto della storia va da sé: l'allarme dato dai vicini, l'arrivo dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco, lo squallido scenario di una casa sporca e fatiscente, i corpi stesi sul pavimento, quindi la corsa, inutile, in Ospedale. Teresa Palumbo è morta lì, a causa di un edema polmonare e di un choc settico.
Teresa Palumbo era mamma di sette figli. Uno è morto troppo presto per aver imboccato una strada sbagliata, gli altri erano emigrati al nord, fra Torino e Milano, 31 anni fa. Di una delle due figlie non si hanno notizie da tempo tanto che – ci dicono - in passato c'era stato il tentativo di rintracciarla attraverso la trasmissione "Chi l'ha visto". Una famiglia segnata e slacciata, oggi chiamata in causa, in blocco, dalla magistratura. Il sostituto procuratore Mirella Conticelli ha aperto un fascicolo sulla morte di Teresa Palumbo: a carico dei sei figli, tutti, indistintamente, l'accusa di abbandono d'incapace, seguito da morte. E' possibile morire così? La domanda si rincorre fra la gente, non solo nei vicoli di Trani vecchia.
Al Comune, di Teresa Palumbo, pare non ne sapessero nulla. Un dramma invisibile per i servizi sociali comunali: non una segnalazione, non una richiesta d'aiuto. Teresa Palumbo esisteva solo all'anagrafe. Buio totale su di lei, sulla sua malattia (pare fosse affetta da demenza senile), sulle condizioni dell'unico figlio rimasto a casa, sulla casa in cui vivevano. A ricordarci di Teresa Palumbo c'è solo un'istanza, presentata alla Asl non tantissimi mesi fa, nella quale uno dei figli trasferitisi a Milano aveva chiesto il ricovero dell'anziana donna in una struttura comunale. A sostegno di quella richiesta, un certificato del medico curante che ne attestava la malattia. Strana la vita: esattamente oggi un funzionario dell'azienda sanitaria avrebbe dovuto compiere la verifica sulle condizioni di vita della donna per accogliere la richiesta. Troppo tardi. Si può morire così?