Stefania Bucci
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Vita di città

Stefania Bucci: con lo yoga porto in carcere la speranza e l'energia per ricominciare una nuova vita

L'operatrice olistica e poetessa tranese racconta un progetto da lei ideato per i giovani detenuti

Vederla minuta con quella cascata di capelli biondi e gli occhi azzurri intrisi del mare del mattino presto, sulle cui rive va a fare meditazione da sola o con allievi o su cui naviga, anti, plana lentamente con la sua canoa, non la diresti così determinata, cocciuta, quasi, nel realizzare tutti gli spunti e le idee che le affiorano nella mente anche solo per un attimo e che è capace di acchiappare al volo, elaborare, studiare, costruire.

"Tu non sei il tuo errore" è il nome dell'ultimo progetto che Stefania Bucci, operatrice olistica tranese, ha proposto alla direzione del Carcere di Bari con la dott.ssa Marianna Albanese - che si occupa di attività per bambini nel centro Crisalide a Trani - negli scorsi mesi: e che ha sortito risultati straordinari su un gruppo di giovani detenuti che a lei sono stati affidati in una serie di incontri in cui lo yoga si è rivelato uno strumento potente nel percorso di riabilitazione che il carcere dovrebbe costituire. "Un errore non definisce la persona, ci dice Stefania, perché evidentemente le circostanze della vita su questi ragazzi hanno sviluppato solo il potenziale negativo tossico: il mio progetto attraverso lo yoga, che pratico ormai da tanti anni, e sviluppare il potenziale positivo che non è mai stato espresso, che non si sa neanche di avere, che è stato schiacciato da tossicità esterne di cui quasi sempre questi ragazzi non sono colpevoli".

Stefania ci mostra il materiale cartaceo costruito costruito rigorosamente a matita per motivi di sicurezza e intorno ai Chakra della comunicazione i ragazzi hanno espresso liberamente, come in un dialogo con se stessi, sogni rimpianti, errori, illusioni e disillusioni. "Quello che sogno ormai non si può fare più", scrive uno di loro, e un altro ancora: "Se potessi mi trasformerei in una rosa"; e, come un motivo ricorrente, "mi manca l' amore e la famiglia unita". "A ognuno degli incontri ci siamo resi conto che i ragazzi ci aspettavano - "e a differenza di altri altre attività sembrava che il tempo a disposizione volasse per loro, che ci chiedevano di continuare e di tornare presto" : lo yoga evidentemente ha aperto degli oblò nella loro mente, nel loro cuore, nella loro anima, che non sapevano neanche di avere o che non erano in grado di spiegare manifestare forse percepire nella maniera giusta. è giusto che chi ha sbagliato paghi la propria pena ma è altrettanto indispensabile che vengano forniti gli strumenti per una autentica nuova possibilità di essere soggetti attivi nella società in cui un giorno, scontata la pena Ci si ritrova ad essere proprio perché non si debba ricorrere nuovamente alla criminalità per poter sopravvivere: "questi ragazzi mi hanno detto chiaramente che non hanno molta fiducia nella vita fuori dal carcere perché comunque sanno di rimanere bollati come ex detenuti, mentre mi rendo conto che effettivamente,con percorsi di formazione e riabilitazione Per loro potrebbero veramente aprirsi le strade di una vita pulita".

Un progetto che sarebbe prezioso portare anche in altre carceri, a partire sia da maschile che quello femminile di Trani. Lo yoga, la meditazione, uniti alla poesia che attraversa l'animo di Stefania -la cui produzione continua a ottenere consensi a livello nazionale e a rientrare in antologie e pubblicazioni sempre più prestigiose - è una delle belle giovani risorse che la nostra città possiede. E progetti di questo genere, anche come forma di prevenzione della violenza diffusa nelle scuole oltre che nelle carceri, sicuramente costituirebbero un tassello per combattere fenomeni in costante crescita come il vandalismo e la criminalità giovanile. Intanto Stefania continua a elaborare nuovi sogni con il senso di responsabilità che dopo questa esperienza profonda sente sulle sue spalle. C'è da giurare che sarà nuovamente qualcosa di speciale.
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