Vita di città

Trani-Andria, marmisti sul piede di guerra per gli espropri

«La nuova provinciale frantuma le nostre attività»

C'è chi si vedrà passare una complanare nel piazzale, c'è chi ha fatto di recente dei lavori di arretramento dei cancelli e dovrà buttarli di nuovo giù. E ancora: c'è chi ha comprato terreni a 21 euro al metro quadro e ora se li vedrà espropriare ad 1 euro e 59 centesimi al metro quadro, c'è chi ha acquistato suoli che in futuro diverranno strade. Marmisti e proprietari di opifici sono sul piede di guerra per gli imminenti lavori di ampliamento della provinciale Trani-Andria. Giovedì 19 novembre i tecnici della Provincia incaricati delle procedure espropriative procederanno in loco all'esecuzione del decreto di occupazione anticipata. La comunicazione definitiva sta giungendo in questi giorni ai proprietari dei suoli e delle attività ricadenti sui dieci e passa chilometri di provinciale, quasi tutti imprenditori del settore lapideo pronti però a dare battaglia in nome di un progetto del quale soltanto ora si riesce ad avere contezza in maniera compiuta.



La strada verrà allargata di 38 metri: da 12 si passerà a 50, spazio ritenuto sufficiente per realizzare le quattro corsie e la barriera divisoria al centro. La Provincia sta inviando le comunicazioni a scaglioni, allegando, alla notifica del decreto di occupazione anticipata dei suoli, le cartine di singoli tratti della provinciale, chilometro per chilometro. Dai primi rilievi sulle mappe ufficiali, emerge un quadro allarmante. Per ricavare altri 38 metri di strada, la Provincia dovrà zigzagare da un suolo all'altro: a qualcuno sottrarrà 30 metri, ad altri 5, a seconda dello spazio a disposizione. «Fino a poche settimane fa – dicono i marmisti - nessuno sapeva dirci con esattezza quanto spazio ci avrebbero tolto. Adesso, invece, ci troviamo davanti un progetto che, in alcuni casi, taglia a fette le nostre proprietà».

L'assessore provinciale ai lavori pubblici, Giuseppe di Marzio, ha tagliato corto sulla questione: «Il nostro obiettivo è quello di mettere in sicurezza la Trani-Andria perché troppi morti ha mietuto in passato. Abbiamo delle scadenze improcrastinabili, non possiamo assolutamente permetterci il lusso di buttare a mare il finanziamento di 12 milioni di euro per l'allargamento della strada».



«Sarebbero bastati tre semafori in più e qualche rondò, con un lieve ampliamento della strada» dicono i marmisti. «Da quando è stato installato il semaforo nei pressi della discarica, gli incidenti sulla provinciale sono diminuiti sensibilmente. Rendere la Trani-Andria a quattro corsie può essere invece un incentivo a spingere sull'acceleratore. La Provincia stia attenta a ciò che fa».

E loro, invece cosa faranno? «Siamo pronti a costituire un comitato ed a nominare un legale comune per intraprendere una battaglia legale in difesa dei nostri diritti. Se sarà il caso, siamo pronti a far ricorso per gli espropri. C'è chi ha investito fior di quattrini su suoli che adesso valgono meno di un tozzo di pane».
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