Politica

Vendola al pepe ad Anno Zero, Laurora preannuncia querela

Udc in subbuglio dopo le frasi del presidente della Regione su Rai 2

Le dichiarazioni del presidente della Regione Puglia, Nicki Vendola, ad Anno Zero (il programma di Rai 2 condotto da Michele Santoro) hanno scatenato la reazione dei componenti del gruppo consiliare in Regione dell'Udc, chiamati in ballo da Vendola. Il presidente, nel corso del programnma ha parlato dell'esistenza di due consiglieri dell'Udc coinvolti e indagati per gli scandali riguardanti la sanità pugliese.

I due consiglieri tirati in ballo (Antonio Scalera e Carlo Laurora), non hanno tardato a smentire le frasi del presidente preannunciando querele. Scalera si è detto «esterrefatto e offeso» da quanto ha affermato Vendola. «Né io – dice - e né il mio collega di partito in consiglio regionale siamo indagati per questioni legate alla sanità regionale. Il presidente Vendola ha commesso un madornale scivolone, un enorme sbaglio e adesso deve correggere il tiro e dare conto pubblicamente di quanto affermato».

Non è da meno Carlo Laurora. Il vice presidente del gruppo dell'Unione di centro, ha così commentato le dichiarazioni esternate dal governatore della Regione Puglia Nichi Vendola durante la trasmissione: «Forse il presidente non si reso ancora conto della gravità delle affermazioni esplicitate durante la trasmissione. A distanza di più di quindici ore dall'accaduto da parte sua non c'è stato ancora alcuna spiegazione, alcuna nota ufficiale di chiarimento. Registriamo, pertanto, con grande amarezza, un imbarbarimento del democratico confronto dialettico divenuto ora basso e menzognero».

«La trasmissione, condotta dal giornalista Michele Santoro - ha continuato Laurora - è stata seguita da oltre quattro milioni e ottocento mila italiani e, pertanto, per la sua rilevanza nazionale il governatore farebbe bene a rettificare quanto dichiarato davanti al Paese sul conto di due consiglieri regionali dellUdc estranei alle vicende in questione. Se questo non accadesse, saremo costretti a tutelare la nostra immagine e quella del partito, lesa e offesa, agendo per vie legali».
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