Chiaro e Tondo

Ei fu. E il feudo di Trani si prepara al post...

Chiaro e tondo 193

Me lo voglio ricordare mentre racconta le barzellette che non fanno ridere più o mentre dice alla vecchietta aquilana che le ricomprerà gli occhiali rotti, dopo il terremoto. Me lo voglio ricordare mentre canta con Apicella o mentre fa le corna alle spalle del ministro spagnolo. Me lo voglio ricordare così, prima che la terza "bestia" dantesca si mangi il terzo uomo di potere autoritario italiano della storia.

Il Leone, simbolo di superbia, quindi per estensione di violenza, di forza bruta, fece fuori Mussolini. La violenza della guerra, con incorporata la folle alleanza con Hitler, con il superbo pensiero di ritenersi superiori agli altri popoli, travolse il destino del dittatore italiano. Craxi, uomo di potere della Prima Repubblica, fu sbranato dall'altra belva: la cupidigia del vile denaro, simboleggiata dalla lupa; la terza belva, la lonza, ovvero la lince, simbolo della lussuria, sta riducendo in cenere, politicamente e umanamente l'attuale premier. Se ci pensiamo c'era una terribile profezia nella parte iniziale della Divina Commedia di Dante, per alcuni degli uomini politici italiani che, in vario modo, per sfortuna dell'Italia, hanno esercitato un potere smodato ed autoritario, non rispettoso delle regole.

Ed eccoci giunti al crepuscolo definitivo, comunque finirà la questione giudiziaria, dell'uomo politico Berlusconi: potrà continuare a mentire a qualche tranquilla vecchietta, fan sua e del sodale "Umilio" Fede, potrà continuare per un po' ad alterare la realtà tramite i giochetti dei suoi servi giornalisti, con gli spettacolini alla Signorini; ma credo davvero che sia giunto il momento di programmare un futuro politico e vero, non basato sul puttanesimo, sulla compravendita di deputati, sui festini con svariati tipi di prostitute, pagate con soldi, gioielli e appartamenti, con minorenni à la carte, con balle sulle nipoti di Mubarak.

Le intercettazioni parlano chiaro e non vedo perché non le si dovrebbe utilizzare anche stavolta per un'esemplare condanna ed una necessaria esclusione dal mondo politico di un uomo che non è più degno di rappresentare le Istituzioni, lo Stato italiano. Ricordo il precedente delle intercettazioni decisive per una condanna, ai tempi di Luciano Moggi ed alla fine del suo potere sul calcio. Non vedo perché, fatte le debite proporzioni, ed anzi con l'aggravante che quello rappresentava una squadra di calcio, mentre quello l'Italia come premier, i reati non debbano portare ad una fine di un impero malato.

E come ogni impero in disgregazione, c'è già da pensare alla ricostruzione dopo le macerie che saranno ancora più abbondanti, man mano che il tempo passerà, da ora fino all'epilogo. Trani è un feudo di quell'impero, inutile negarlo. Come quando, dopo la caduta di Carlo Magno, anzi, già verso la fine del suo regno, i feudatari si spartivano i vari territori, qui a Trani resterà il controllo, da destra, di due distinti personaggi: Fitto e Quagliariello. Entrambi decideranno il destino di uomini tranesi di destra: il primo punterà a far diventare sindaco un suo fedelissimo, Peppino Di Marrzio, a meno che non si giochi la carta del promettente outsider Gigi Riserbato. Quagliariello è l'unico in grado, se non ci saranno ulteriori smottamenti, che potrebbero riservare il cambio della legge elettorale, di portare Pinuccio Tarantini in Parlamento, con i buoni uffici del ramarro Gasparri. Anche nella sinistra tranese post-berlusconiana i confini non sono del tutto tracciati, per l'immediato, per la tornata elettorale locale prossima; ci sarebbero due scuole di pensiero: quella che vorrebbe passare dalle primarie, secondo il trend naturale in seno al PD, per quello che s'è visto negli ultimi anni e qui Fabrizio Ferrante si è già espresso onestamente per una sua candidatura, nell'attesa che qualcun altro si faccia vivo, (fondamentalmente nanetti politici che sparerebbero la candidatura solo per assicurarsi eventualmente un posticino nel consiglio comunale); la seconda scuola di pensiero vorrebbe lanciare direttamente un personaggio della società civile, un nome che mettesse direttamente tutti d'accordo, senza passare necessariamente dalla primarie. Un sondaggio in tal senso sarebbe stato fatto con l'eterno vociferato ma mai effettivamente candidato, l'avvocato Operamolla, personalità "di peso" del panorama sociale tranese, slegato dalle segreterie di partito e che farebbe a meno delle forche caudine delle primarie: il suo assenso sarebbe legato proprio all'annullamento di questo passaggio. Un personaggio utile per il voto ma poi, a ragion veduta, difficilmente gestibile dalle solite meline dei partiti. Decidere, dunque e presto: un atto non sempre facile per il centro sinistra; non foss'altro per il fatto che anche l'UDC, visto l'andazzo e gli scricchiolii a destra, si starebbe rendendo di nuovo disponibile per un'alleanza elettorale con la sinistra; quindi un alleato in più da gestire, con un Carlo Laurora che starebbe già preparando un lauto conto da servire su piatto dorato, in caso di accordo e dote in fatto di voti.

L'eterna alternativa Avantario avrebbe già fatto sapere di non essere disponibile ad una nuova candidatura, memore forse delle vicissitudini passate e dopo aver visto il trattamento riservato a Prodi, buggerato per la seconda volta dai suoi. Dalle parti di Vendola ci sarebbe il nome, non confermato dell'ingegner Carcano "quattro stagioni", viste le molte reali o ipotizzate candidature del passato ; ma pare che ormai abbia poco appeal, anche nello stesso alveo della sinistra. La Trani post Berlusconi si muove piano ed incerta, con il suo solito passo felpato e più che mai attonita per l'involuzione finale di uno dei suoi beniamini degli ultimi diciassette anni. I posteri siamo già noi stessi. Decidere che futuro dare a questa ridente landa.
  • Inchieste Berlusconi
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