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Mazza e panella

Un’altra stagione da città pseudoturistica

Mazza e panella di Giovanni Ronco

Nei giorni scorsi ho avuto modo di parlare con un addetto ai lavori del settore turistico e poche settimane fa, un cittadino mi riferiva delle riflessioni fatte da un imprenditore che aveva deciso d'investire a Trani quest'estate. Il bilancio di entrambe le conversazioni è stato sconfortante. A fronte dei concerti vip, dei (sognati) bagni di folla al Porto, del rivoluzionario ed osannato prima e sbeffeggiato poi (addaver?) battesimo dei dehors, credevamo di aver ingranato la marcia giusta.

Non mi ricordo se fosse l'anno del "curare" dell'ormai abusato spot elettorale di Amedeo I, o del "rammendare", o del "rimandare", fatto sta che sia l'operatore turistico, sia l'imprenditore sono apparsi scoraggiati nell'animo, ma anche delusi dall'attuale amministrazione. L'imprenditore ha investito parecchio, ma non ha avuto il riscontro che si aspettava, a causa di una stagione ancora una volta fiacca, che ha visto l'organizzazione di eventi singoli, vedi concerti a piazza Duomo, ma non di strategie mirate a portare turismo vero (non mordi, fuggi, mangia, bevi e scappa, -mi fermo qui, tranquilli). Finanche un noto ristoratore, ormai celebre venditore di brasciole, ammetteva di aver lavorato meno dell'anno scorso.

Domenica mattina mi alzo e apro lo smartphone. Apro facebook, luogo della vita virtuale e del bisogno impellente di far vedere agli altri che esistiamo e che abbiamo una vita "normale". Infatti, tornando all'argomento, m'imbatto in una dozzina di foto che ritraggono il mare tranese in stato di grazia. Cristallino. Guardo il calendario: domenica 23 settembre. Ma, mi chiedo, sorseggiando una spremuta mista "arancia – melagrana", perché mai il mare a luglio e agosto era sempre marrone? Ora, ci ricongiungiamo con l'argomento del pezzo di oggi, dobbiamo darci una risposta. Penso che, finita la stagione, molta gente abbia chiuso le ville, di solito seconde residenze e se ne sia tornata a casa. Il dubbio è: quante di queste dimore sono regolarmente allacciate alla fognatura? E quante presenteranno "scoli" abusivi, a mare? Noi cittadini chiediamo all'unisono: "Passi per gli accessi a mare negati – una delle promesse non mantenute – ma tu, Autorità, come hai fatto questi controlli? Perché nessuna notizia trionfante ha mai riguardato questo tema? Un mare pulito e privo di sfoghi abusivi è il primo obiettivo da raggiungere per portare gente, sia famiglie, sia giovani, sia ceto medio, che ceto elevato, se offri strutture e servizi all'altezza, a prenotare una vacanza di otto giorni, minimo.

E qui veniamo all'operatore turistico. Lui opera principalmente nel Salento e vede le differenze: mare pulito, presenze che raddoppiano di anno in anno, pur variando il target, servizi offerti a 360 gradi, iniziative che attraggano sul lungo periodo e non solo la serata della cantata e della suonata ( i concerti, pur utili, ma non sufficienti). Il parcheggio comodo e a sua volta arricchito di servizi extra, il parcometro, il personale della Polizia urbana sufficiente per garantire la sicurezza e scongiurare la piaga del parcheggio selvaggio e dell'abusivismo, piaghe profonde mai guarite, nonostante le staffette di assessori al ramo. E ancora: il mare pulito, i lidi pubblici o privati in grado di accogliere sia il ceto medio, ed altri che mirino ad una clientela d'elites.

Tutti questi elementi dove sono? Un tavolo tecnico con persone competenti nell'ambito del turismo e non gente "nominata" dai partiti, senza lo straccio di un curriculum, di una competenza specifica, dov'è? Un vero assessore al turismo, che tuteli l'altro elemento nobile del nostro potenziale patrimonio turistico, il Centro Storico, dov'è? Qui mi sembra di essere rimasto ai tempi in cui il barbiere ti tirava pure i calli, all'occorrenza. In cui passava il lattaio col campanello, in cui si faceva il fax. Questa politica locale puzza di fax!

Cosa nominate ancora assessori che non sanno manco dove mettere le mani, rispetto agli ambiti di competenza effettivi ed al passo coi tempi, per una Trani che possa entrare nel cosiddetto "giro buono"? Si continua a pensare a tenere i numeri in consiglio comunale e non a tenere cari, valorizzandoli, i patrimoni della nostra città. Ecco, più che un assessore alle "Culture", etichetta che richiederebbe un articolo a parte, per parlarne seriamente, più che un assessore al Patrimonio, avremmo bisogno di un assessore ai Patrimoni Tranesi. Perché questi, i Patrimoni, stanno finendo nelle paludi delle carriere personali, degli assessori senza competenze in capo al capetto, nei portafogli dei consulenti miracolati, negli annunci settimanali o mensili, del triste carosello di fine mandato.
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