Politica

Amet Trani, al 31 dicembre 2009 una perdita netta di 1 milione di euro

Il CdA: «Il Comune ne condiziona la gestione»

Dopo il consiglio comunale per pochi intimi sullo stato di salute delle ex municipalizzate, lunedì il Consiglio comunale è chiamato ad approvare il rendiconto di gestione per il 2009. Il collegio dei revisori (componenti Angelo Pedone, Marino Bozzetti e Antonio Lattanzio) ha espresso parere favorevole sulla congruità dei conti pubblici. E, nel bilancio, recitano un ruolo di rilievo, proprio i conti delle società partecipate dal Comune di Trani. Bene Amiu che al 31 dicembre 2009 porta un saldo attivo di 215mila euro (determinante il conferimento di rifiuti in discarica dei Comuni di fuori bacino), segno più anche per la Stp (19mila euro), in stato comatoso l'Aigs (perdita di 33mila euro, con situazione debitoria complessiva che dovrebbe oscillare sui 150mila euro), male l'Amet che chiude i conti al 31 dicembre 2009 con una perdita netta di 999mila euro.

Nella relazione sulla gestione, redatta dal consiglio d'amministrazione di Amet, si fa risalire la perdita, per il settore elettrico, al conguaglio negativo dell'energia del 2008 (pari a 519mila euro e di cui la società ne avrebbe preso atto solo a novembre del 2009) ed al conguaglio per perequazione generale degli anni 2007 e 2008 per un importo netto di 175mila euro. Nella stessa relazione del consiglio d'amministrazione, si afferma che il risultato è stato influenzato negativamente dal sostenimento di ingenti oneri finanziari corrisposti per garantire ad Amet scorte finanziarie a fronte del lento smobilizzo di crediti vantati verso il Comune e verso l'utenza. Il Comune in particolare avrebbe ritardato il trasferimento dei fondi inerenti il pagamento degli oneri del servizio trasporto e del servizio darsena. Nel bilancio di Amet, all'appello mancano 1.108.924 euro che l'Ente dovrebbe versare nelle casse della ex municipalizzata. Detto che il Comune ha assunto l'impegno di reperire nei prossimi esercizi le risorse necessarie alla copertura dei debiti verso Amet, il collegio dei revisori dei Conti osserva che nei documenti di programmazione triennale (2010/2012) del Comune non è dato scorgere alcun indirizzo in merito. La promessa, dunque, non trova il conforto di azioni programmatiche e soprattutto di risorse.

La causa del male di Amet sembra essere proprio il Comune. Lo dice il collegio sindacale della ex municipalizzata che, con una nota del 26 ottobre 2009, addebita le difficoltà economiche dell'azienda ai servizi affidati dal Comune ad Amet in house (darsena, trasporti e parcometri). Il consiglio d'amministrazione dell'Amet è stato ancora più preciso e nella relazione fornita, lamenta «l'ingerenza del Comune di Trani che condiziona la gestione della società e che ha mancato di assegnare fondi iniziali per garantire la finanziabilità delle spese di primo avvio della gestione in house dei servizi». Alla mancanza dell'Ente avrebbe sopperito la società «distogliendo risorse dalla gestione industriale con aggravio di costi impropri e ciò, alla lunga, non ha affatto generato le utilità del servizio ma cagionato solo implicazioni per Amet e problemi di responsabilità per il suo management». E ancora, a parere del consiglio d'amministrazione dell'Amet «l'Amet, nella gestione dei servizi affidati in house assumerebbe la sostanziale veste di Ente strumentale del Comune di Trani, non distinto da esso, quasi fosse un ufficio comunale».

Il collegio dei revisori del Comune invita, Comune ed Amet, ad intraprendere azioni decise ed urgenti per invertire la rotta. «Per assestare i conti dell'azienda – scrivono i revisori - non serve solo un incremento delle risorse assegnate ad Amet con i contratti di servizio, ma un piano industriale tarato in funzione dei ricavi effettivi e non di quelli sperati». Forza De Toma.
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