Politica
Cementeria, pensieri fumosi anche per Vittorio Lentini
«L’iniziativa dei Matarrese a Trani non mi convince. Ecco perché»
Trani - sabato 3 luglio 2010
«L'annuncio della costruzione di una nuova cementeria non solo allarma giustamente gli ambientalisti di Trani e Andria, ma desta una serie di dubbi sulle reali intenzioni dell'imprenditore. I Matarrese, imprenditori accorti, tramite la Gazzetta del Mezzogiorno hanno affermato che intendono, insieme a due soci veneti, produrre cemento a Trani, caricarselo sui camion, trasportarlo fino al porto di Molfetta, stivarlo su navi cisterna a farlo arrivare ai soci che lo utilizzeranno. E' proprio questa affermazione che rende non credibile l'iniziativa imprenditoriale.
E' notorio non solo che il cemento è un materiale povero, ma anche che sul suo costo finale il trasporto incide in misura rilevante: per questo motivo in Italia gli stabilimenti di produzione sono dislocati a non più di 100-150 chilometri. Pensare di portarlo a quasi 1000 chilometri è pura follia! L'impresa sarebbe fallimentare ancor prima di iniziare la produzione. Per la stessa ragione il cemento non è un materiale esportabile; anche perché in ogni Paese quattro pietre e un po' di argilla si trovano dappertutto. Inoltre, rispetto all'attuale fabbisogno del settore delle costruzioni, quello del cemento risulta sovradimensionato, per cui, forse ha necessità di chiuderne qualcuno.
Per chi conosce come vanno le cose in Confindustria, i maggiori gruppi industriali del settore non accetteranno mai la nascita di un nuovo concorrente, nel momento in cui stanno razionalizzando il sistema produttivo. Infine, con tutto il rispetto per i Matarrese e soci, non credo che essi siano nella condizione di praticare migliori condizioni rispetto ad altri gruppi quali Italcementi, Fiat ecc., presenti nel settore. Chiedo che a queste obiezioni l'imprenditore in questione risponda pubblicamente oppure chiarisca meglio il vero obiettivo dell'iniziativa imprenditoriale».
Vittorio Lentini
già segretario provinciale della camera sindacale della Uil di Bari
E' notorio non solo che il cemento è un materiale povero, ma anche che sul suo costo finale il trasporto incide in misura rilevante: per questo motivo in Italia gli stabilimenti di produzione sono dislocati a non più di 100-150 chilometri. Pensare di portarlo a quasi 1000 chilometri è pura follia! L'impresa sarebbe fallimentare ancor prima di iniziare la produzione. Per la stessa ragione il cemento non è un materiale esportabile; anche perché in ogni Paese quattro pietre e un po' di argilla si trovano dappertutto. Inoltre, rispetto all'attuale fabbisogno del settore delle costruzioni, quello del cemento risulta sovradimensionato, per cui, forse ha necessità di chiuderne qualcuno.
Per chi conosce come vanno le cose in Confindustria, i maggiori gruppi industriali del settore non accetteranno mai la nascita di un nuovo concorrente, nel momento in cui stanno razionalizzando il sistema produttivo. Infine, con tutto il rispetto per i Matarrese e soci, non credo che essi siano nella condizione di praticare migliori condizioni rispetto ad altri gruppi quali Italcementi, Fiat ecc., presenti nel settore. Chiedo che a queste obiezioni l'imprenditore in questione risponda pubblicamente oppure chiarisca meglio il vero obiettivo dell'iniziativa imprenditoriale».
Vittorio Lentini
già segretario provinciale della camera sindacale della Uil di Bari
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