
Territorio
«Discarica comunale, fu Vendola a mandare i rifiuti di Bari a Trani»
Forza Italia attacca il centrosinistra sulle sue responsabilità
Trani - sabato 5 marzo 2016
10.01
Anche Forza Italia si dice allarmata per la situazione della discarica di Trani. In particolare il coordinatore provinciale, Luigi De Mucci, e l'esponente tranese Luca Volpe, sostengono che «non possono che condividersi gli allarmi che giungono forti dalla società civile e che riguardano un disastro che non è solo ambientale ma anche politico». In particolare l'intervento del comitato Bene Comune di Trani che evidenzia come sia «inevitabile ricordare che è stato anche quell'eccessivo, rapido e progressivamente crescente carico di rifiuti a portare al disastro ambientale».
«Ed effettivamente, non può dimenticarsi - sostengono i due dirigenti del partito di Berlusconi - che nel 2009 il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, senza convocare al tavolo decisionale il sindaco di Trani Giuseppe Tarantini, decise di fare portare i rifiuti del bacino Bari 2 (Bari, Binetto, Bitetto, Bitritto, Bitonto, Giovinazzo, Palo del Colle, Modugno e Sannicandro) alla discarica di Trani, così da sommarli a quelli del bacino Bari 4 già inviati tempo prima. Il sindaco di Trani denunciò alla stampa la "sostanziale mancanza di rispetto nei confronti dei tranesi, da parte della Regione" rea, tra l'altro, di non avere messo a conoscenza Comune e Amiu della situazione. In quei giorni si evidenziò, quindi, che la discarica avrebbe ricevuto quotidianamente quasi il doppio delle quantità che era in grado di smaltire, così che si sarebbe giunti presto ad una situazione di emergenza. Occorre ricordare che il Comune ha poteri limitati alla sola gestione, rispetto a quelli di Provincia e Regione che, invece, in modo crescente, hanno competenza sui rifiuti e sulle discariche potendo fattivamente operare e decidere sulla filiera che dal "bidone" di raccolta porta alla discarica».
«Di questa filiera, oggi, il centrosinistra è totalmente responsabile - proseguono - tanto da esporsi ad una situazione di estremo imbarazzo, stante il nebuloso silenzio politico-istituzionale con il quale tenta di coprire questa sempre più drammatica vicenda. Ed infatti, così come non era mai capitato prima, sindaco di Trani, assessore all'Ambiente del Comune di Trani, presidente della Provincia Bat, presidente della Regione Puglia e presidente del Consiglio dei ministri sono dello stesso colore politico, con la ciliegina sulla torta dell'assessore all'Ambiente alla Regione Puglia non solo dello stesso colore ma addirittura di Trani».
«Quel dottor Santorsola che solo qualche anno fa - rimarcano - saliva, in piedi, sui banchi del Consiglio comunale per manifestare il suo sdegno sulla questione discarica e che oggi viene ripreso, talvolta, a ridere di queste questioni accompagnato da comici locali in alcuni video (evidentemente è usanza consolidata, di certa parte della politica, quella di ridere di tali tragedie così come già è accaduto per Ilva) altre volte si vede intervenire su questioni, come quella dell'ospedale di Trani, che se pur molto importanti - dicono De Mucci e Volpe - non riguardano le sue competenze assessorili. Insomma, non era mai capitato dall'insorgere dell'emergenza, settembre 2014, che ci fosse un "filotto" di incarichi dello stesso colore politico che nel panorama delle competenze, in tema di discarica, potesse ricoprirle tutte in ambito locale, regionale, nazionale».
Secondo i due esponenti di Forza Italia si tratta di «una situazione che, quindi, non lascia giustificazione alcuna alla inerzia di questi mesi in cui i livelli di arsenico, ferro, nichel e manganese sono fortemente preoccupanti, in quanto molto oltre i limiti di legge. Tra l'altro non è dato sapere cosa abbia fatto Amiu, dalla chiusura ad oggi, per porre rimedio ad una situazione che si fa ogni giorno più drammatica e mettere in sicurezza il sito. Eppure, per altre "emergenze" la stessa Amiu - proseguono - s'è dimostrata, recentemente, più che solerte nell'adottare provvedimenti "improvvisi" volti, s'è detto, ad evitare il deterioramento di problematiche ben meno gravi rispetto a questa che potrebbe compromettere per decenni la salubrità dei terreni circostanti e mettere, di conseguenza, a rischio la salute di migliaia di cittadini».
«Si invita, allora, il consigliere regionale di Forza Italia, Nino Marmo, da sempre riferimento per tutto il territorio della Sesta Provincia, anche, per la sua nota attenzione a questi temi, a sottoporre tutto quanto evidenziato al Consiglio regionale al fine di sollecitare - concludono - risposte che facciano luce sull'intera vicenda e per contrastare questo atteggiamento silente, paralizzante e intollerabile che getta un'ombra inquietante sul futuro di un intero territorio».
«Ed effettivamente, non può dimenticarsi - sostengono i due dirigenti del partito di Berlusconi - che nel 2009 il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, senza convocare al tavolo decisionale il sindaco di Trani Giuseppe Tarantini, decise di fare portare i rifiuti del bacino Bari 2 (Bari, Binetto, Bitetto, Bitritto, Bitonto, Giovinazzo, Palo del Colle, Modugno e Sannicandro) alla discarica di Trani, così da sommarli a quelli del bacino Bari 4 già inviati tempo prima. Il sindaco di Trani denunciò alla stampa la "sostanziale mancanza di rispetto nei confronti dei tranesi, da parte della Regione" rea, tra l'altro, di non avere messo a conoscenza Comune e Amiu della situazione. In quei giorni si evidenziò, quindi, che la discarica avrebbe ricevuto quotidianamente quasi il doppio delle quantità che era in grado di smaltire, così che si sarebbe giunti presto ad una situazione di emergenza. Occorre ricordare che il Comune ha poteri limitati alla sola gestione, rispetto a quelli di Provincia e Regione che, invece, in modo crescente, hanno competenza sui rifiuti e sulle discariche potendo fattivamente operare e decidere sulla filiera che dal "bidone" di raccolta porta alla discarica».
«Di questa filiera, oggi, il centrosinistra è totalmente responsabile - proseguono - tanto da esporsi ad una situazione di estremo imbarazzo, stante il nebuloso silenzio politico-istituzionale con il quale tenta di coprire questa sempre più drammatica vicenda. Ed infatti, così come non era mai capitato prima, sindaco di Trani, assessore all'Ambiente del Comune di Trani, presidente della Provincia Bat, presidente della Regione Puglia e presidente del Consiglio dei ministri sono dello stesso colore politico, con la ciliegina sulla torta dell'assessore all'Ambiente alla Regione Puglia non solo dello stesso colore ma addirittura di Trani».
«Quel dottor Santorsola che solo qualche anno fa - rimarcano - saliva, in piedi, sui banchi del Consiglio comunale per manifestare il suo sdegno sulla questione discarica e che oggi viene ripreso, talvolta, a ridere di queste questioni accompagnato da comici locali in alcuni video (evidentemente è usanza consolidata, di certa parte della politica, quella di ridere di tali tragedie così come già è accaduto per Ilva) altre volte si vede intervenire su questioni, come quella dell'ospedale di Trani, che se pur molto importanti - dicono De Mucci e Volpe - non riguardano le sue competenze assessorili. Insomma, non era mai capitato dall'insorgere dell'emergenza, settembre 2014, che ci fosse un "filotto" di incarichi dello stesso colore politico che nel panorama delle competenze, in tema di discarica, potesse ricoprirle tutte in ambito locale, regionale, nazionale».
Secondo i due esponenti di Forza Italia si tratta di «una situazione che, quindi, non lascia giustificazione alcuna alla inerzia di questi mesi in cui i livelli di arsenico, ferro, nichel e manganese sono fortemente preoccupanti, in quanto molto oltre i limiti di legge. Tra l'altro non è dato sapere cosa abbia fatto Amiu, dalla chiusura ad oggi, per porre rimedio ad una situazione che si fa ogni giorno più drammatica e mettere in sicurezza il sito. Eppure, per altre "emergenze" la stessa Amiu - proseguono - s'è dimostrata, recentemente, più che solerte nell'adottare provvedimenti "improvvisi" volti, s'è detto, ad evitare il deterioramento di problematiche ben meno gravi rispetto a questa che potrebbe compromettere per decenni la salubrità dei terreni circostanti e mettere, di conseguenza, a rischio la salute di migliaia di cittadini».
«Si invita, allora, il consigliere regionale di Forza Italia, Nino Marmo, da sempre riferimento per tutto il territorio della Sesta Provincia, anche, per la sua nota attenzione a questi temi, a sottoporre tutto quanto evidenziato al Consiglio regionale al fine di sollecitare - concludono - risposte che facciano luce sull'intera vicenda e per contrastare questo atteggiamento silente, paralizzante e intollerabile che getta un'ombra inquietante sul futuro di un intero territorio».
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