Comunità ebraica di Trani
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Religioni

Gli ebrei ricordano la distruzione del tempio di Gerusalemme

Digiuno di 25 ore. Due appuntamenti a Scolanova. Il Rav Shalom Bahbout sarà a Trani lunedì e martedì

Il Rav Shalom Bahbout sarà a Trani lunedì e martedì in occasione del digiuno di Tisha beav. Tisha beav cade in piena estate. Una delle norme che contraddistinguono l'estate ebraica è il fatto che in pieno agosto gli ebrei usino fare un digiuno completo di quasi 25 ore, astenendosi dal mangiare cibo e bere acqua. Se il digiuno di Kippur è stato in qualche modo metabolizzato dalla società non ebraica, quello del 9 di Av (Tishà beav) sotto la calura estiva è più arduo da capire. I motivi fondamentali del digiuno del 9 di Av sono diversi: la distruzione del primo e secondo tempio di Gerusalemme ma anche la cacciata degli ebrei dalla Spagna e quindi la devastazione del mondo sefardita.

Pochi sanno che l'allora primo ministro israeliano Menahem Begin propose di ricordare in questo giorno anche la Shoà, la disintegrazione delle comunità askenazita e della sua cultura. Che questo giorno sia un condensato del dolore del popolo ebraico era in qualche modo già scritto nella Torà: infatti, secondo i calcoli dei Maestri, esso corrisponde al giorno in cui tornarono gli esploratori inviati da Mosè per verificare le condizioni di abitabilità e possibilità di conquista della terra promessa. Il popolo sobillato da 10 dei 12 esploratori rifiutò di entrare nella terra bramata e pianse in quella notte che rimarrà segnata per tutta la storia ebraica. E' questa una notte vissuta molte volte dal popolo ebraico, una notte lunga quanto l'esilio che è l'elemento che rappresenta l'unicità dell'esperienza ebraica, una notte costellata anche da momenti di eroica resistenza all'oppressione e ai tentativi di eliminazione delle comunità ebraiche in molti paesi, mediante veri e propri pogrom o tramite conversioni forzate al cristianesimo.

Il Regno delle Due Sicilie è stato teatro sia di conversioni forzate sia di espulsioni di quegli ebrei che non hanno voluto rinnegare la propria identità. Se c'è in Italia una terra in cui questa giornata è particolarmente significativa da ricordare, è proprio il Meridione dal quale gli ebrei furono espulsi a più mandate: l'editto della regina Isabella del 1492 raggiunse anche tutti i territori sotto il dominio spagnolo, così che nel giro di circa 50 anni l'espulsione raggiunse gli ebrei di Napoli (23 novembre 1510) e infine gli ebrei di Trani, ultimo baluardo dell'ebraismo: nel 1541 gli ebrei furono costretti ad abbandonare le proprie case, i propri beni e le sinagoghe, prestamente trasformate in chiese.

Il 9 di Av è un momento importante nella memoria ebraica ovunque risiedano gli ebrei ma lo è tanto più per coloro che oggi vivono nel Meridione d'Italia: qui la ferita è ancora fresca e i tentativi per rimarginarla non hanno ancora sortito il desiderato effetto della rinascita completa. Un aneddoto narra che Napoleone Bonaparte, grande estimatore del popolo ebraico, una sera si recò presso una sinagoga di Parigi e con stupore notò vide che questa era immersa nel buio, rotto da poche candele e dai pianti sommessi dei presenti. Napoleone chiese ai suoi accompagnatori cosa fosse successo di così grave e gli fu risposto che quella sera era Tishà beav e gli ebrei ricordavano la distruzione del tempio di Gerusalemme avvenuta circa 1800 anni prima e pregavano per la sua ricostruzione. A sentir ciò Napoleone esclamò: «Un popolo che ha una memoria così poderosa è destinato ad avere un grande futuro».

I maestri dicono che la memoria e la speranza nella ricostruzione hanno accompagnato sempre e ovunque il popolo ebraico e ne hanno garantito la continuità perché il giorno in cui fu distrutto il tempio, nacque il Messia.
Nel digiuno del 9 di Av è proibito mangiare, bere, indossare scarpe di cuoio, avere rapporti coniugali, lavarsi (è consento lavarsi le dita e la faccia ma chi soffre in mancanza del lavaggio dei denti può lavarseli). Le preghiere in occasione di Tishà beav si svolgeranno quest'anno presso la sinagoga Scolanova di Trani; ivi si terranno sia la se'udà mafseket (il pasto che precede il digiuno) che la cena che segue il digiuno.
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