Chanukkà - Comunità ebraica di Trani
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Religioni

Trani ebraica, giovedì accensione pubblica del sesto lume di Channukàh

Luce per il grande candelabro a otto braccia della sinagoga

Giovedi 29 dicembre, sesto giorno della festa ebraica di Channukkà nonchè vigilia di Rosh Chodesh Tevet, gli ebrei pugliesi si ritroveranno nella piazzetta antistante la Scolanova di Trani e accenderanno pubblicamente i sei lumi del grande candelabro a 8 braccia della sinagoga tranese. L'accensione delle luci di Channukkà sarà anticipata (ore 17.20) e seguita da lezioni sul significato della festa religiosa ebraica e dall'assaggio di dolci tipici di Channukkà, chiunque è sinceramente invitato a partecipare.

La festa di Chanukkà (termine ebraico che sta per "inaugurazione") cade il 25 del mese ebraico di Kislèv e dura 8 giorni. Non è una festa prescritta dalla Toràh; essa venne istituita dai Maestri del Talmud e ricorda un avvenimento accaduto in Israele nel 168 a.C. Il re Antioco IV Epifane di Siria, sotto il cui governo cadde Israele, impose religione e costumi greci al popolo ebraico; decise inoltre che gli ebrei abolissero completamente l'osservanza della Toràh. Molti ebrei morirono piuttosto che tradire la loro fede fin quando il sacerdote asmoneo Mattatiah, insieme ai suoi sette figli, diede avvio a una rivolta.

Dopo una strenua battaglia durata tre anni, il Tempio fu riconquistato il 25 di Kislèv da Giuda, figlio di Mattatiah e soprannominato Maccabeo dall'acronimo della frase Mi Kamòkha Baelìm Adoni? (Chi è pari a Te, o Signore?). Giuda Maccabeo entrò nel Tempio di Gerusalemme a capo dei suoi seguaci con il compito di riconsacrare il Bet haMikdash e abbattere gli idoli fatti installare dal re Antioco. Si dovette procedere alla riconsacrazione del Tempio, ma fu trovata una sola ampolla di olio puro recante il sigillo del Cohen Gadol (Sommo Sacerdote). Per preparare altro olio puro (quello raccolto dalle prime gocce della spremitura delle olive) occorrevano almeno otto giorni. Miracolosamente, l'olio che poteva bastare per un sol giorno fu sufficiente per otto, dando così la possibilità ai sacerdoti di preparare olio nuovo.

Perciò Chanukkà è conosciuta anche come la Festa del miracolo dell'olio. È in ricordo di questo miracolo che ogni sera di Channukkà si accende una luce del candelabro a 8 braccia chiamato Channukkia. Si accende per primo il lume posto a destra di chi accende e nelle sere successive si parte da sinistra verso destra accendendo per primo il nuovo lume. Questi lumi sono sacri, non è permesso servirsene ma solo guardarli. Le luci di Channukkà devono ardere per almeno 30 minuti e anche i bambini che non hanno raggiunto la maggiorità religiosa possono accendere i lumi. Uno dei precetti relativi a Channukkà è quello di rendere pubblico il miracolo; perciò si usa accendere la Channukkia al tramonto (quando la gente è per le strade o alle finestre) e in un posto che sia ben visibile (vicino alla porta o dietro la finestra). Tutti i giorni di Channukkà sono Chol haMoed e quindi si può lavorare ma è proibito farlo quando i lumi sono accesi, in particolare alle donne.

Una riflessione sulla Channukkà del Rav Cesare Moscati

La vittoria dei Maccabei ebbe grande importanza sia per la storia futura del popolo ebraico che per quella del mondo occidentale: in­fatti se non ci fosse stata la resi­stenza dei Maccabei non ci sarebbe stato né il Cristianesimo né l'Islam in seguito deri­vati dall'Ebraismo. A simbolo di questa vittoria, i Maestri comandarono l'accensione dei lumi ponendo così l'accento non tanto sulla vittoria dei Macca­bei quanto piuttosto sull'atto con cui essi riconsacrarono il Tempio do­po che era stato profanato con l'in­troduzione dell'idolatria: l'accensione della lampada che ardeva perennemente nel Santuario di Gerusalemme pose fine alla pro­fanazione.

I Maccabei, dopo aver scon­fitto il nemico greco cercarono e non trova­rono che una sola ampolla d'olio ri­masta pura perché ancora chiusa con il si­gillo del Sommo Sacerdote. Questa ampolla sarebbe bastata per illuminare il Tem­pio un solo giorno. Accadde un miracolo e così essi poterono ac­cendere il lume per otto giorni. Per capire questa storia è necessario comprendere il significato della parola Cha­nukkà. Essa deriva da una radice ebraica che ha vari significati: il più imme­diato (inaugurazione) si ricollega alla ricon­sacrazione del Tempio. Un altro significato della radice è educare: Chinnukh significa educazione e iniziazione cioè mettere le basi per la formazione di una persona. La rivolta ebraica scoppiò quando il nemico tentò di colpire proprio le radici dell'educazione culturale e religiosa del po­polo e più precisamente quando i Seleucidi imposero agli Ebrei di adorare gli idoli nel Tempio.

Di fronte al pericolo della perdita della propria identità gli Ebrei si opposero e or­ganizzarono una resistenza. In questo contesto, l'ampolla d'olio rappresenta la famiglia dei Maccabei, unica a mantener­si pura dalle influenze idolatre che ave­vano pervaso la società ebraica di quei tempi. Quell'olio che sembrava bastare per una sola generazione bastò invece per ali­mentare lo spirito ebraico per almeno altre otto generazioni, un numero che ha un chiaro significato simbolico: il 7 simbo­leggia la presenza del sacro all'interno del­la natura come lo Shabbàt mentre il numero 8 rappresenta il suo completa­mento e superamento al di là del mondo naturale. Il lume di Chanukkà va acceso vi­cino alla finestra in modo che sia ben visi­bile dall'esterno. Questo gesto non signifi­ca solo che si vuol rendere di dominio pubblico il miracolo e quindi far partecipa­re anche gli altri alla gioia della sopravvi­venza del popolo ebraico e della sua cultu­ra ma vuole essere un invito per tutti a non lasciarsi intimidire da ogni sorta di prevaricazioni e sopraffazioni.

L'olio trovato nel Santuario bastava per ac­cendere i lumi un giorno solo e miracolosamente ne durò otto: per questo motivo la festa dura 8 giorni. Tuttavia il miracolo vero e proprio durò sette giorni perché per il primo giorno l'olio era sufficiente. Quindi la festa dovrebbe durare 7 giorni non 8. Come mai i Maestri del Talmùd fissarono la dura­ta della festa in otto giorni? Questa è la domanda che si pose Rav Yosef Ca­ro. Lui stesso risponde dicendo che ogni sera i sacerdoti versavano nel candelabro un ottavo della quantità di olio richiesta e questa quantità ridotta durò invece un giorno intero: quindi già dal primo giorno avvenne il miracolo. Un'altra spiegazione è che dopo aver versato la prima sera tutto l'olio dall'ampolla, la trovarono ancora piena la mattina seguente nonostante la fiamma avesse bruciato tutta la notte.
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