Violenza sulle donne
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Il Centro antiviolenza Save compie due anni

Un'attività non lunga ma intensa: 96 le persone aiutate fino ad oggi

Oggi il Centro antiviolenza SAVE della Cooperativa Promozione Sociale e Solidarietà di Trani compie due anni di attività. Non è un periodo lunghissimo, ma molto intenso, carico di emozioni, di pezzi di vita condivisi: molte donne hanno varcato la porta del centro antiviolenza e hanno avuto il coraggio di parlare del loro vissuto fatto di sofferenze, violenze ed umiliazioni.

Difficile dimenticare i loro occhi, le loro voci, i loro racconti. Avete mai guardato negli occhi una donna vittima di violenza? "Sono occhi spenti… freddi… senza vita e senza speranza… sono gli occhi di chi ha subito violenza, umiliazioni, orrori…. Ci parlano con distacco … sono come robot programmate a ripetere tante volte una storia orribile, ma sempre uguale … un copione ripetuto … Non hanno più lacrime … ormai … troppe volte hanno pianto sole … chiuse in una stanza a curarsi le ferite e tacere perché nessuno deve sapere … perché la vergogna e il senso di colpa ti soffocano le parole e non riesci a venirne fuori". Il Centro SAVE ha ottenuto l'autorizzazione al servizio della Regione Puglia nel settembre 2013 e figura tra i 18 centri autorizzati della Puglia e l'unico autorizzato nell'Ambito Territoriale Sociale Trani-Bisceglie.

Sono 96 le persone che fino ad oggi si sono rivolte al nostro Centro: la maggior parte denunciano maltrattamenti familiari, violenza sessuale e stalking; in alcuni casi, dopo la denuncia e nelle more dell'emissione di provvedimenti cautelativi della vittima, si è reso necessario collocare le donne e i bambini in case famiglia o case protette. Il range di età varia dai 25 ai 64 anni, ma vi sono anche minorenni vittime di violenza assistita. L'autore delle violenze è quasi sempre una persona conosciuta; nell'80% dei casi si tratta di partner o ex partner. La nazionalità è prevalentemente italiana (circa l'80% dei casi proviene dal territorio), ma ci siamo occupate di donne di nazionalità rumena e altre di provenienza extracomunitaria. Molte di queste donne hanno denunciato: alcuni processi si sono già conclusi con sentenze di condanna per i carnefici, altri sono in corso e per questi il Centro SAVE è stato ammesso come parte civile, altre donne hanno ottenuto le forme di tutela previste dalla legge, come ad esempio l'allontanamento del coniuge violento o il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla donna o dai suoi familiari. Altre donne "hanno aperto faticosamente quella porta", ma il loro dolore, il senso di colpa che le accompagna, la vergogna, la paura di non farcela e anche delle possibili conseguenze, non le hanno fatte più tornare. Forse lo faranno…

Purtroppo denunciare non è facile, perché spesso molte donne lamentano il senso di smarrimento del post denuncia, perché non è sempre così automatica e scontata la risposta del sistema. Sebbene si faccia un gran parlare della legge dell'ottobre del 2013 "decreto femminicidio" e delle nuove fattispecie giuridiche introdotte a tutela della vittima, poco si è fatto a livello di prevenzione di questi reati e per la fase del dopo denuncia. Non sempre si riesce a dare una pronta risposta alle legittime aspettative delle donne maltrattate. Denunciare è solo l'inizio di un percorso faticoso, doloroso. Il dopo denuncia meriterebbe un'attenzione particolare… la donna è vulnerabile e ha bisogno di un programma di recupero finalizzato a recuperare la sua autostima; è importante anche reinserire le donne nell'ambito lavorativo per ritornare ad essere autonome anche economicamente, altrimenti ricadere nella spirale della violenza è abbastanza probabile.

Per questo occorrono politiche sociali a misura delle vittime di violenza e per i figli di queste donne, che assistono e subiscono le violenze familiari: per un bambino vedere la propria madre oggetto delle violenze, degli insulti e delle umiliazioni è devastante! Spesso si sente dire "con me è violento, ma con i miei figli è un buon padre", ma questo è solo un alibi che spesso la donna crea per convincersi a non denunciare. Ed è questa la linea che SAVE in questi due anni e per il futuro intende seguire: assistere le donne vittime di violenza e i loro figli per essere liberi dalla violenza.

Tantissime sono state le attività che abbiamo organizzato per informare e formare cittadine e cittadini, operatori e professionisti sul tema della violenza, perché avere operatori del settore e professionisti formati e preparati a trattare i casi di violenza, permette di essere veramente vicini a queste donne e a questi bambini, permette di aiutarli e sostenerli in modo concreto.Ricordiamo solo alcuni di questi incontri, per noi significativi: maggio 2013 Convegno sul tema "Uomo Maltrattante e maltrattato - aspetti sociali e legali"; per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre abbiamo ospitato la rappresentazione teatrale "Santa delle perseguitate", a cura del Teatro della Fede, ispirata a Santa Scorese uccisa da uno stalker nel 1991; settembre 2013 in collaborazione con la Regione Puglia abbiamo ospitato l'Estate in Rosa – un tour regionale per sensibilizzare le città al tema della violenza di genere.

Un ringraziamento va alla Polizia di Stato di Trani e ai Carabinieri di Trani e Bisceglie per la sensibilità mostrata e per il supporto che ci hanno dato. Il nostro grazie è rivolto anche alle varie associazioni che ci sostengono e che ormai sono parte della rete territoriale che in questi due anni abbiamo costituito: la Fondazione DCL di Bisceglie, la Consulta Femminile del Comune di Giovinazzo, l'A.G.E, l'Agave, la Fidapa sezioni di Trani e Bisceglie, il Lions Club Giustina Rocca, l'Associazione R.E.S.S. di Bari e con il Comitato Pari opportunità dell'Università di Bari con i quali SAVE ha curato un progetto di studio sul fenomeno dello stalking culminato con delle proposte di modifica della legge, poi confluite nella nuova legge. Diverse le collaborazioni con alcune scuole di Trani: il I circolo Didattico "De Amicis" , il II C.D. "Mons. Petronelli" , con le scuole Media "G. Rocca" e "Baldassarre",che ringraziamo per l'accoglienza e la sensibilità dei dirigenti e docenti. Parlare di violenza ai bambini non è un tabù: abbiamo constatato la loro sensibilità e voglia di capire il perché di certi comportamenti, anche in considerazione del terribile fenomeno del bullismo e cyber bullismo che spesso affligge i nostri ragazzi.
È sempre per tutelare i più indifesi, quest'anno dal 28 di marzo è partito il secondo corso di formazione "Minori e WEB come difenderli dalla rete" dedicato ad assistenti sociali, psicologi, educatori, insegnanti e genitori. Il corso dura tre mesi e terminerà il 20 di giugno e vedrà la partecipazione della dott.ssa Roberta Bruzzone Psicologa Forense e Criminologa. Inoltre il 26 giugno si terrà una giornata di studio sul tema della pedopornografia on line con la illustre presenza di Don Fortunato di Noto della associazione Meter, della giornalista delle Iene Nadia Toffa, che ha curato molti servizi su tema, il giornalista dell'Avvenire Pino Ciociola.

Ricordiamo infine gli orari di apertura: lunedì mattina dalle ore 10.00 alle ore 12.00; mercoledì pomeriggio dalle ore 16.00 alle ore 18.30; giovedì pomeriggio dalle ore 16.00 alle ore 18.30; venerdì mattina dalle ore 10.00 alle ore 12.30; sabato mattina dalle ore 9.30 alle ore 11.30 La nostra equipe è formata da avvocate, psicologhe, assistenti sociali ed educatrici, tutte volontarie che sacrificando tempo alle famiglie e al lavoro, ogni giorno sono presenti presso la sede del CAV a servizio delle donne e dei minori che via via vi si rivolgono. Da qualche mese nell'equipe abbiamo altri due professionisti che prestano la loro opera volontariamente: una pediatra e un commissario di polizia di stato in pensione ai quali va tutta la nostra gratitudine.
  • Save Antiviolenza
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