
Cronaca
Omicidio De Girolamo, è sempre caccia al quarto uomo
Composto dolore per i funerali del costruttore tranese. Parenti, tanti amici e cittadini hanno gremito la chiesa di San Giuseppe
Trani - giovedì 19 maggio 2011
Si sono svolti in un clima di grande compostezza i funerali di Nunzio De Girolamo, il costruttore di 62 anni ammazzato venerdì scorsi in un podere nei pressi della provinciale che collega Bisceglie ad Andria. Parenti, tanti amici e semplici cittadini hanno gremito la chiesa di San Giuseppe per rendere l'ultimo saluto all'imprenditore. Tanto dolore, ma anche voglia che venga fatta al più presto giustizia e che si arrivi a capire chi ha ucciso con tanta efferatezza.
Le indagini dei Carabinieri di Trani e del sostituto procuratore Michele Ruggiero vanno avanti. E' partita la caccia alla quarta persona che sarebbe coinvolta nell'omicidio di De Girolamo. Gli inquirenti sarebbero sulla pista giusta. Il suo ruolo sarebbe centrale nell'intera vicenda. Lui potrebbe detenere l'arma del delitto (la pistola utilizzata per freddare De Girolamo, non ancora trovata), lui potrebbe aver sparato al costruttore. Dalle perquisizioni effettuate nelle abitazioni della famiglia Lops, d'altronde, non è stato rinvenuto apparentemente nulla di significativo.
I due figli dell'intonachista (trovato morto domenica mattina in contrada Ponte Lama) restano indagati per concorso in omicidio ed occultamento di cadavere ma potrebbero essere intervenuti in un secondo momento rispetto all'omicidio, forse per aiutare il padre ad occultare il cadavere del costruttore, che doveva all'azienda Lops circa 20mila euro per dei lavori (non ancora terminati) in alcune villette in contrada San Luca, a Trani.
Per rientrare di quella somma (ultima tranche da saldare di un importo ben più elevato), Nicola Lops avrebbe organizzato (con un pretesto) un incontro con De Girolamo nel casolare di via San Pietro. E' probabile che, con Lops senior, ci fosse anche questa quarta persona (armata). Il confronto sarebbe poi sfociato in tragedia. A quel punto Nicola Lops avrebbe chiamato in causa i due figli (oppure uno soltanto dei due) per disfarsi del cadavere, bruciare l'auto dell'imprenditore e cancellare qualche prova evidente. Semplici supposizioni, forse qualcosa in più.
Certo è che la sopraggiunta morte di Nicola Lops ha fatto venir meno un tassello importante dell'inchiesta. L'intonachista 58enne era stato sentito più volte dagli inquirenti dopo il rinvenimento del corpo di De Girolamo ed aveva dato delle versioni discordanti sul suo incontro con il costruttore. Lops, ormai sul punto di crollare, è stato ritrovato domenica senza vita, attaccato ad un albero di ulivo. Nei pressi del terreno, c'era la sua auto, in parte bruciata. L'intonachista, forse per rimorso o perché ormai alle strette, avrebbe prima tentato di darsi fuoco nella sua vettura, salvo poi decidere di impiccarsi. Il suo corpo è stato sottoposto nel pomeriggio ad esame autoptico. Gli inquirenti vogliono la certezza che si sia trattato di suicidio.
Le indagini dei Carabinieri di Trani e del sostituto procuratore Michele Ruggiero vanno avanti. E' partita la caccia alla quarta persona che sarebbe coinvolta nell'omicidio di De Girolamo. Gli inquirenti sarebbero sulla pista giusta. Il suo ruolo sarebbe centrale nell'intera vicenda. Lui potrebbe detenere l'arma del delitto (la pistola utilizzata per freddare De Girolamo, non ancora trovata), lui potrebbe aver sparato al costruttore. Dalle perquisizioni effettuate nelle abitazioni della famiglia Lops, d'altronde, non è stato rinvenuto apparentemente nulla di significativo.
I due figli dell'intonachista (trovato morto domenica mattina in contrada Ponte Lama) restano indagati per concorso in omicidio ed occultamento di cadavere ma potrebbero essere intervenuti in un secondo momento rispetto all'omicidio, forse per aiutare il padre ad occultare il cadavere del costruttore, che doveva all'azienda Lops circa 20mila euro per dei lavori (non ancora terminati) in alcune villette in contrada San Luca, a Trani.
Per rientrare di quella somma (ultima tranche da saldare di un importo ben più elevato), Nicola Lops avrebbe organizzato (con un pretesto) un incontro con De Girolamo nel casolare di via San Pietro. E' probabile che, con Lops senior, ci fosse anche questa quarta persona (armata). Il confronto sarebbe poi sfociato in tragedia. A quel punto Nicola Lops avrebbe chiamato in causa i due figli (oppure uno soltanto dei due) per disfarsi del cadavere, bruciare l'auto dell'imprenditore e cancellare qualche prova evidente. Semplici supposizioni, forse qualcosa in più.
Certo è che la sopraggiunta morte di Nicola Lops ha fatto venir meno un tassello importante dell'inchiesta. L'intonachista 58enne era stato sentito più volte dagli inquirenti dopo il rinvenimento del corpo di De Girolamo ed aveva dato delle versioni discordanti sul suo incontro con il costruttore. Lops, ormai sul punto di crollare, è stato ritrovato domenica senza vita, attaccato ad un albero di ulivo. Nei pressi del terreno, c'era la sua auto, in parte bruciata. L'intonachista, forse per rimorso o perché ormai alle strette, avrebbe prima tentato di darsi fuoco nella sua vettura, salvo poi decidere di impiccarsi. Il suo corpo è stato sottoposto nel pomeriggio ad esame autoptico. Gli inquirenti vogliono la certezza che si sia trattato di suicidio.






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