Politica
Piano Protezione Civile, i dubbi di Tommaso Laurora: «Risulta oltremodo carente»
Tante le lacune evidenziate dal consigliere comunale di minoranza
Trani - giovedì 9 ottobre 2014
10.04
«Un gesto politico di protesta e simbolico per rendere pubblico ed evidente, qualora già non lo fosse, che ci sono consiglieri che non devono essere accomunati a quelli che sostengono il sindaco». Il consigliere comunale, Tommaso Laurora, spiega così l'assenza nella seduta di ieri della massima assise comunale della minoranza. «Ovunque - spiega nella nota- si parla in modo negativo dell'amministrazione comunale e, purtroppo, accade che molti cittadini, quelli che lavorano duramente e a stento guadagnano quello che serve per sopravvivere a questa drammatica crisi economica, includano tutti quelli che siedono in consiglio comunale in un unico grande pentolone in cui si cuoce un orribile minestrone». Ma per il consigliere del gruppo, Uniti per Trani, non bisogna fare di tutta l'erba un fascio: «Io rivendico la dignità ed il ruolo di oppositori a questo regime che sta portando Trani nel baratro, e come tali ci siamo voluti mostrare con il nostro gesto. Parlo di regime perché nell'aula consiliare non esiste un confronto democratico sui contenuti, i nostri emendamenti ai provvedimenti vengono puntualmente bocciati o non presi in considerazione, lo scontro politico si trasforma in scontro personale. Eppure, ormai, ci sono diciassette consiglieri su trentadue che appoggiano il sindaco, il che significa che con il sindaco rappresentano il 54 % degli elettori Tranesi. Ora, riteniamo possibile che quello che viene evidenziato dal restante 46 % dei Tranesi non venga mai preso in considerazione?».
Su uno dei punti all'ordine del giorno nell'ultimo consiglio, Laurora esprime tutte le sue perplessità. Ed è quello relativo al Piano di Protezione Civile: «Nel merito del piano sorvolo che oggi la legge ha definito il Piano di Emergenza Comunale, che la superficie territoriale del comune in un punto viene erroneamente indicata in 55 kmq invece dei 102 kmq del nostro agro, sorvolo sul mancato inserimento di palazzo Beltrani fra le strutture culturali, sorvolo sul fatto che fra le strutture religiose mancano quelle delle altre religioni, sorvolo sul fatto che viene menzionata Bisceglie al posto di Trani ( evidentemente qualcuno ha lavorato anche in quella città e non ha corretto il copia - incolla) . Sorvolo sul fatto che negli atti si cita ancora il geom. Ceci quale assessore alla protezione civile. Sono fatti di dettaglio. Piuttosto credo di identificare una pecca del piano nella circostanza che alcune fonti di pericolo per la pubblica incolumità e per la salute pubblica non vengono assolutamente prese in considerazione».
E così, tra le tante lacune, si parte dal centro storico: «Io credo che il problema più evidente sia la possibile situazione di emergenza in caso di terremoto e sopratutto in caso di incendio. Il motivo è semplice. Non tutte le zone del centro storico sono facilmente accessibili dai mezzi di soccorso ed in particolare dai mezzi dei vigili del fuoco. Per questi ultimi mancano completamente delle prese di acqua a ridosso delle zone più inaccessibili che possano supplire al fatto che l'autobotte non possa arrivare. Questo caso non è proprio preso in esame né pare che siano stati coinvolti i vigili del fuoco per conoscere la loro esperienza sulla nostra città». Non si parla, secondo Laurora, dell'inquinamento potenziale e giù presente nella costa ovest: «Come mai questa bomba ecologica di cui nessuno parla non è stata presa in esame fra le aree a potenziale rischio inquinamento? Che si fa se la mareggiata dovesse colpire anche la costa ovest? Come mai si interessano solo delle mareggiate sulla costa est?».
«Sul fatto che fra le aree a rischio inquinamento non sia inserita la discarica mi pare proprio clamoroso. Eppure proprio in questi giorni stiamo vivendo l'emergenza causata dell'inquinamento della falda causata dal percolato È proprio in questi giorni stiamo verificando che la macchina della protezione civile non funziona. Cosa hanno fatto gli organi comunali preposti? Niente! La cittadinanza e' stata informata dal sindaco? Assolutamente no! Non è stata emessa nemmeno ordinanza per evitare nella immediatezza l'emungimento dai pozzi!».
Sul depuratore, Tommaso Laurora, preferisce anche non esprimersi in maniera approfondita: «Ma insomma! Ogni anno in estate questo impianto va sotto processo è nulla viene previsto per rimediare a casi di inquinamento delle acque». «Perché - prosegue nel comunicato -non sono censiti tutti gli scarichi presenti sulla costa ovest, provenienti da impianti industriali e residenziali, di acque di lavorazione e di acque meteoriche?».
«Ma sappiamo che il nostro territorio comunale e' caratterizzato dalla presenza di cave esauste non ricolmate che sono aree ad alto rischio inquinamento, perché da un lato si prestano a versamenti di rifiuti di ogni tipo e dall'altro sono recettori delle acque meteoriche per cui tutto va in falda? Purtroppo no vengono ne' menzionate né censite. Non mi pare che l'elenco di impianti industriali a rischio sia completo. Si parla solo di una ditta di esplosivi. Ve ne sono altri ubicati sia su via Barletta che su via Andria che non vedo menzionati. In sostanza il piano approvato risulta allo stato oltremodo carente, per cui lo si può considerare una base di lavoro per uno strumento operativo più efficace. Attendo dagli assessori competenti delle valutazioni su quanto rappresentato».
Su uno dei punti all'ordine del giorno nell'ultimo consiglio, Laurora esprime tutte le sue perplessità. Ed è quello relativo al Piano di Protezione Civile: «Nel merito del piano sorvolo che oggi la legge ha definito il Piano di Emergenza Comunale, che la superficie territoriale del comune in un punto viene erroneamente indicata in 55 kmq invece dei 102 kmq del nostro agro, sorvolo sul mancato inserimento di palazzo Beltrani fra le strutture culturali, sorvolo sul fatto che fra le strutture religiose mancano quelle delle altre religioni, sorvolo sul fatto che viene menzionata Bisceglie al posto di Trani ( evidentemente qualcuno ha lavorato anche in quella città e non ha corretto il copia - incolla) . Sorvolo sul fatto che negli atti si cita ancora il geom. Ceci quale assessore alla protezione civile. Sono fatti di dettaglio. Piuttosto credo di identificare una pecca del piano nella circostanza che alcune fonti di pericolo per la pubblica incolumità e per la salute pubblica non vengono assolutamente prese in considerazione».
E così, tra le tante lacune, si parte dal centro storico: «Io credo che il problema più evidente sia la possibile situazione di emergenza in caso di terremoto e sopratutto in caso di incendio. Il motivo è semplice. Non tutte le zone del centro storico sono facilmente accessibili dai mezzi di soccorso ed in particolare dai mezzi dei vigili del fuoco. Per questi ultimi mancano completamente delle prese di acqua a ridosso delle zone più inaccessibili che possano supplire al fatto che l'autobotte non possa arrivare. Questo caso non è proprio preso in esame né pare che siano stati coinvolti i vigili del fuoco per conoscere la loro esperienza sulla nostra città». Non si parla, secondo Laurora, dell'inquinamento potenziale e giù presente nella costa ovest: «Come mai questa bomba ecologica di cui nessuno parla non è stata presa in esame fra le aree a potenziale rischio inquinamento? Che si fa se la mareggiata dovesse colpire anche la costa ovest? Come mai si interessano solo delle mareggiate sulla costa est?».
«Sul fatto che fra le aree a rischio inquinamento non sia inserita la discarica mi pare proprio clamoroso. Eppure proprio in questi giorni stiamo vivendo l'emergenza causata dell'inquinamento della falda causata dal percolato È proprio in questi giorni stiamo verificando che la macchina della protezione civile non funziona. Cosa hanno fatto gli organi comunali preposti? Niente! La cittadinanza e' stata informata dal sindaco? Assolutamente no! Non è stata emessa nemmeno ordinanza per evitare nella immediatezza l'emungimento dai pozzi!».
Sul depuratore, Tommaso Laurora, preferisce anche non esprimersi in maniera approfondita: «Ma insomma! Ogni anno in estate questo impianto va sotto processo è nulla viene previsto per rimediare a casi di inquinamento delle acque». «Perché - prosegue nel comunicato -non sono censiti tutti gli scarichi presenti sulla costa ovest, provenienti da impianti industriali e residenziali, di acque di lavorazione e di acque meteoriche?».
«Ma sappiamo che il nostro territorio comunale e' caratterizzato dalla presenza di cave esauste non ricolmate che sono aree ad alto rischio inquinamento, perché da un lato si prestano a versamenti di rifiuti di ogni tipo e dall'altro sono recettori delle acque meteoriche per cui tutto va in falda? Purtroppo no vengono ne' menzionate né censite. Non mi pare che l'elenco di impianti industriali a rischio sia completo. Si parla solo di una ditta di esplosivi. Ve ne sono altri ubicati sia su via Barletta che su via Andria che non vedo menzionati. In sostanza il piano approvato risulta allo stato oltremodo carente, per cui lo si può considerare una base di lavoro per uno strumento operativo più efficace. Attendo dagli assessori competenti delle valutazioni su quanto rappresentato».