Politica
Primo maggio: appello al lavoro, alla legalità ed alla solidarietà
Le parole d’ordine del messaggio delle organizzazioni sindacali
Trani - sabato 1 maggio 2010
Lavoro, legalità e solidarietà: sono queste le parole d'ordine che Cgil, Cisl e Uil lanciano quest'anno in occasione del primo maggio, che sarà celebrato con la manifestazione nazionale di Rosarno.
Per le organizzazione sindacali «questo primo maggio non poteva non caratterizzarsi con temi che si rappropiano della festa del lavoro». Si richiama l'attenzione delle forze politiche, del governo, degli organi dello Stato e dalle istituzioni (a partire da quelle locali) ad essere più decisi nell'attuare interventi più incisivi, efficaci e concreti, con azioni mirate. «Un impegno che, soprattutto al Sud e in Puglia – prosegue la nota delle tre confederazioni dei sindacati regionali – deve essere più convincente nel correggere le storture esistenti e rilanciare i processi di legalità nel mondo del lavoro, costruendo un sistema integrato per il rilascio di autorizzazioni, concessioni, incentivi e sostegni per progetti di sviluppo vincolati al rispetto delle leggi. Insieme all'applicazione dei contratti e delle norme sulla sicurezza nel valutare una impresa in regola attraverso la congruità tra opere appaltate e lavoratori dipendenti».
«La legge contro il lavoro nero e l'emersione – scrivono - deve rappresentare lo strumento di legalità intorno al quale ripristinare il sistema economico e sociale del Mezzogiorno. Cgil, Cisl e Uil della Puglia, sollecitano gli Enti, le istituzioni ed il sistema delle imprese ad un grande sforzo per debellare ogni forma di illegalità che spesso si annida nei centri di potere, nel mondo delle concessioni e degli appalti, a partire dalla logica del massimo ribasso, per evitare il rischio di perpetuare una economia di mercato selvaggia, sleale e inumana. Bisogna fare in modo che il concetto di illegalità diffusa non si stratifichi, che non venga identifica solo quella delle organizzazioni criminali, trascurando quella più invisibile e insidiosa che tende a penetrare in segmenti della società civile, istituzionale e in molti settori del mondo produttivo e della vita amministrativa. Quindi, uno sviluppo non più contrapposto al lavoro, ai diritti, all'ambiente, ma rivolto a fornire risposte concrete ai disoccupati, ai precari, ai cassaintegrati».
Per le organizzazione sindacali «questo primo maggio non poteva non caratterizzarsi con temi che si rappropiano della festa del lavoro». Si richiama l'attenzione delle forze politiche, del governo, degli organi dello Stato e dalle istituzioni (a partire da quelle locali) ad essere più decisi nell'attuare interventi più incisivi, efficaci e concreti, con azioni mirate. «Un impegno che, soprattutto al Sud e in Puglia – prosegue la nota delle tre confederazioni dei sindacati regionali – deve essere più convincente nel correggere le storture esistenti e rilanciare i processi di legalità nel mondo del lavoro, costruendo un sistema integrato per il rilascio di autorizzazioni, concessioni, incentivi e sostegni per progetti di sviluppo vincolati al rispetto delle leggi. Insieme all'applicazione dei contratti e delle norme sulla sicurezza nel valutare una impresa in regola attraverso la congruità tra opere appaltate e lavoratori dipendenti».
«La legge contro il lavoro nero e l'emersione – scrivono - deve rappresentare lo strumento di legalità intorno al quale ripristinare il sistema economico e sociale del Mezzogiorno. Cgil, Cisl e Uil della Puglia, sollecitano gli Enti, le istituzioni ed il sistema delle imprese ad un grande sforzo per debellare ogni forma di illegalità che spesso si annida nei centri di potere, nel mondo delle concessioni e degli appalti, a partire dalla logica del massimo ribasso, per evitare il rischio di perpetuare una economia di mercato selvaggia, sleale e inumana. Bisogna fare in modo che il concetto di illegalità diffusa non si stratifichi, che non venga identifica solo quella delle organizzazioni criminali, trascurando quella più invisibile e insidiosa che tende a penetrare in segmenti della società civile, istituzionale e in molti settori del mondo produttivo e della vita amministrativa. Quindi, uno sviluppo non più contrapposto al lavoro, ai diritti, all'ambiente, ma rivolto a fornire risposte concrete ai disoccupati, ai precari, ai cassaintegrati».
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