Scuola e Lavoro
«Sì alle autorizzazioni provvisorie sul porto, ma serve chiarezza»
L’associazione dei ristoratori chiede regole certe per la stagione estiva
Trani - martedì 31 marzo 2009
«Sì alle autorizzazioni provvisorie sul porto, ma purché siano effettive, così da consentirci di lavorare senza la paura di operare nell'illegalità». L'associazione dei ristoratori (ART) chiede all'amministrazione regole certe in vista dell'imminente avvio della stagione.
L'associazione si è riunita alla vigilia della conferenza dei servizi convocata a Palazzo di Città ed a cui interverranno Capitaneria di porto e Soprintendenza. In ballo c'è il destino della movida sul porto ed il problema (ancora insoluto) delle autorizzazioni. L'idea di lavorare con permessi provvisori, ipotizzata dai tecnici comunali, trova favorevoli i ristoratori a cui, però, non bastano più le semplici rassicurazioni. Regole certe e precise, percorsi burocratici meno tortuosi, chiarezza nei passaggi e sulle scadenze: ART chiede alla politica locale di farsi carico di queste istanze nelle sedi opportune, a cominciare dalla conferenza dei servizi.
L'associazione non entra nel merito della recente notifica degli avvisi di conclusione delle indagini a carico di 39 ristoratori, ma sottolinea che «ben vengano ulteriori accertamenti pur di venire a capo dei problemi delle occupazioni di suolo pubblico, non solo nel centro storico ma in tutta la città».
«Qualche precisazione – dicono – è però doverosa. Molti esercenti indagati non avevano l'autorizzazione della Soprintendenza in quanto le richieste dovevano pervenire a Bari tramite il Comune, che ha omesso di spedire la documentazione necessaria. Chi è riuscito a bypassare il problema ha avuto enormi difficoltà nel pagamento dei tributi per l'anno 2007 perché l'ufficio di competenza, in quel momento storico, non era in grado di fornire agli esercenti indicazione sui pagamenti».
Capitolo a parte merita il rapporto, soprattutto epistolare, tra l'associazione e l'amministrazione. «Dal giorno dei sequestri in poi, pur avendo avuto moltissimi incontri con i dirigenti del Comune di Trani, non siamo mai riusciti a venire a galla della situazione. Nel dicembre scorso ci siamo affidati allo studio legale associato Amenduni di Bari che si è fatto carico di rappresentare al Comune la necessità di produrre i piani d'ambito. Il Comune ci ha risposto che i piani potevano essere sviluppati anche da noi ristoratori, invitandoci a produrre ulteriore documentazione propedeutica al rilascio delle autorizzazioni. Il nostro legale ha spiegato, in una successiva nota, che l'associazione dei ristoratori non poteva sostituirsi alla pubblica amministrazione e che le integrazioni richieste già facevano parte delle documentazioni presentate».
Con l'avvicinarsi della stagione estiva, i ristoratori aspettano un segnale importante: «La costituzione di un tavolo tecnico attraverso cui risolvere i problemi di una categoria che incide notevolmente sull'economia cittadina».
L'associazione si è riunita alla vigilia della conferenza dei servizi convocata a Palazzo di Città ed a cui interverranno Capitaneria di porto e Soprintendenza. In ballo c'è il destino della movida sul porto ed il problema (ancora insoluto) delle autorizzazioni. L'idea di lavorare con permessi provvisori, ipotizzata dai tecnici comunali, trova favorevoli i ristoratori a cui, però, non bastano più le semplici rassicurazioni. Regole certe e precise, percorsi burocratici meno tortuosi, chiarezza nei passaggi e sulle scadenze: ART chiede alla politica locale di farsi carico di queste istanze nelle sedi opportune, a cominciare dalla conferenza dei servizi.
L'associazione non entra nel merito della recente notifica degli avvisi di conclusione delle indagini a carico di 39 ristoratori, ma sottolinea che «ben vengano ulteriori accertamenti pur di venire a capo dei problemi delle occupazioni di suolo pubblico, non solo nel centro storico ma in tutta la città».
«Qualche precisazione – dicono – è però doverosa. Molti esercenti indagati non avevano l'autorizzazione della Soprintendenza in quanto le richieste dovevano pervenire a Bari tramite il Comune, che ha omesso di spedire la documentazione necessaria. Chi è riuscito a bypassare il problema ha avuto enormi difficoltà nel pagamento dei tributi per l'anno 2007 perché l'ufficio di competenza, in quel momento storico, non era in grado di fornire agli esercenti indicazione sui pagamenti».
Capitolo a parte merita il rapporto, soprattutto epistolare, tra l'associazione e l'amministrazione. «Dal giorno dei sequestri in poi, pur avendo avuto moltissimi incontri con i dirigenti del Comune di Trani, non siamo mai riusciti a venire a galla della situazione. Nel dicembre scorso ci siamo affidati allo studio legale associato Amenduni di Bari che si è fatto carico di rappresentare al Comune la necessità di produrre i piani d'ambito. Il Comune ci ha risposto che i piani potevano essere sviluppati anche da noi ristoratori, invitandoci a produrre ulteriore documentazione propedeutica al rilascio delle autorizzazioni. Il nostro legale ha spiegato, in una successiva nota, che l'associazione dei ristoratori non poteva sostituirsi alla pubblica amministrazione e che le integrazioni richieste già facevano parte delle documentazioni presentate».
Con l'avvicinarsi della stagione estiva, i ristoratori aspettano un segnale importante: «La costituzione di un tavolo tecnico attraverso cui risolvere i problemi di una categoria che incide notevolmente sull'economia cittadina».