Renato Nitti
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Territorio

"Trani e la Bat emergenza nazionale per la criminalità": la relazione del capo della Procura Nitti

Il ministro Piantedosi avrebbe già accolto la richiesta di integrazione dell'organico nel territorio

È dal suo insediamento nel 2020 che Renato Nitti, spesso come una voce che grida invano nel deserto, cerca di sollevare la situazione drammatica che davvero giorno per giorno continua a rendere Trani e la Bat "Terra di nessuno" , luogo in cui il silenzio non fa che alimentare l'azione serpeggiante della mafia, come se la mafia fosse un fenomeno estinto, che non ci appartiene; e dei cui effetti, a partire dai "banali" furti delle auto, i cittadini continuano a subire le conseguenze.

Il ministro dell'Interno Piantedosi avrebbe già accolto la richiesta del Capo della Procura di Trani Renato Nitti, contenuta nella relazione sull'analisi criminale del territorio, definito dal magistrato economicamente ricco e per questo appetibile alle mafie, di integrare con rinforzi le strutture centrali della Polizia di Stato.

"Una criminalità capace di perpetrare reati efferati: come i sequestri lampo a scopo di estorsione", vista la presenza di vittime che dispongono di importanti somme di denaro e che dunque pagano il riscatto anziché denunciare: una delle pagine più preoccupanti del rapporto di Nitti quanto alla situazione che riguarda Trani e la BAT.

Come non bastasse Nitti parla di nuovi fenomeni criminali come il "traffico di reperti archeologici che provengono in particolare dal territorio di Canosa e la commercializzazione di alimenti nocivi, o comunque adulterati o non genuini, o difformi alle caratteristiche esplicitate". Non illazioni o ipotesi, ma reati che provengono da inchieste compiute nei mesi scorsi : il magistrato parla di una BAT come di una provincia depredata forse come poche, fortemente esposta all'infiltrazione criminale per la quale lo Stato fino a questo momento non ha messo in campo i presidi a tutela della legalità che la grave situazione criminale del circondario richiede.

Che nella BAT la battaglia contro la criminalità sia impari Renato Nitti lo sta denunciando da tempo, con organici insufficienti sia nella magistratura che nelle forze dell'ordine; ma ovviamente anche per una crescente sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni che porta non denunciare e a commettere reati tributari e contributivi societari e fallimentari.

Il capo della Procura ha pertanto sottolineato nella relazione quanto il "segnale di attenzione potrebbe avvenire tramite la immediata costituzione di tre o quattro squadre investigative senza attingere alle già insufficienti risorse del territorio".

Già alcune settimane fa nel corso di un incontro con l'associazione Libera e don Ciotti era stato sottolineato quanto servisse una rivolta delle coscienze dei cittadini contro l'omertà di un crimine ormai "normalizzato" , come ci si stesse abituando.

Anche in quell'occasione Nitti aveva ribadito che benché non volessimo anmettere che la BAT fosse territorio di mafia, è invece un dato consolidato che lo sia .

La Bat sarebbe dunque un'area fertile in cui sono prodotte alleanze tra "potenti" malavitosi e pregiudicati locali, tali da creare anche alleanze con la criminalità della Capitanata fino alla 'ndrangheta calabrese.

Altri settori in cui secondo la DIA la penetrazione criminale è più pervasiva sono appalti pubblici edilizi e tutela dell'ambiente, con un'azione sempre più preoccupante delle agromafie ; "e anche la nostra criminalità sta utilizzando la tecnologia sotto diversi punti di vista; ce ne accorgiamo nell'utilizzo dei droni ad esempio per recapitare cellullari all'interno delle carceri", aveva già sottolineato Nitti.

Per non parlare di quanto viene denunciato in un primato ormai da anni della BAT, al quale anche sembra ci si stia abituando: un "articolato e perfino organizzato militarmente furto di auto ", unito a spaccio, danneggiamenti, rapine estorsioni, furti, oltre ovviamente un dilagante spaccio di sostanze stupefacenti in mano ai "soliti" clan che ne comandano da decenni le piazze.

Cosa fare, ci chiediamo? Forse reagire insieme di conseguenza, come opinione pubblica, come formazione dei giovani, come fronte comune dell'Amministrazione, senza divisioni di partito tra maggioranza e opposizione, creare quasi un modello di resistenza. L'emergenza della criminalità - di cui c'è davvero da raccapricciarsi - non avremmo mai voluto avere un primato del genere anche se campanelli d'allarme da tempo ce ne sono, e troppo inascoltati e sottovalutati - potrebbe trasformarsi davvero in un modello di civiltà e lotta comune di una Città intera e di una Provincia.
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