Politica e soldi
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Mazza e panella

La caccia all’oro ci porta nella grande palude

Mazza e panella, di Giovanni Ronco

Credo che i periodi legati alle campagne elettorali nazionali non facciano per niente bene alle politiche locali. La consigliera tranese dei 5 stelle, Antonella Papagni, in un post di ieri, credo abbia usato una giusta espressione: "Caccia all'oro", riferendosi alla cacci al bingo, legata ad una candidatura in Parlamento, una purchè sia. Già i nostri amministratori se ne fregano dei problemi scottanti e reali delle città, e Trani non fa eccezione; poi ci mancano solo i periodi delle campagne elettorali come questa che diventano una specie di zona franca, un remake delle Olimpiadi della Grecia classica, durante le quali si deponevano le asce di guerra. Qui la scusa è buona per occuparsi ancor meno delle problematiche reali del territorio. Tutti presi dalle decisioni e dalle mosse, dagli umori dei capi bastone, si è portati ad una specie di sospensione della politica reale, ancor più che in altri periodi. Nessuno vuole farsi "male" perché l'appoggio eventuale potrebbe arrivare anche dall'altre parte politica, i partiti restano in stand by, ancor di più, perché in attesa di capire cosa succederà e come comportarsi di conseguenza.

Gli annunci gioiosi da "Sabato del Villaggio" di candidature sbarazzine, auguri a Lucia De Mari, tolgono spazio alle incongruenze di una politica che si astiene ancor di più da ciò che è incombente, problema reale, scottatura a breve e medio termine per i cittadini. La corsa all'oro di cui parla la Papagni toglie dal viso degli amministratori gli occhiali della realtà. Sembra che s'indossino, da ora fino al 4 marzo quelle lenti buone per il 3D, una dimensione che non ci appartiene.

Per il centro- destra già da Roma trapelano dubbi sulla "forza" elettorale dei possibili pretendenti locali, tanto che già si comincia a parlare di nuovi "paracadutati", quelli che già tarparono le ali di Pinuccio Tarantini a suo tempo (e quello aveva pure una sua maggior "forza" elettorale, rispetto a coloro che aspirano oggi). Un professore del liceo classico di Trani, una volta, quando gli si presentavano davanti alunni che sin dai primi giorni mostravano la propria inadeguatezza a misurarsi con una scuola sicuramente molto più impegnativa di oggi, affermava: "Voi potete solo aspirare alla polvere del Liceo". Non era una frase razzista, ma realista, nella sua crudezza. Oggi, con altrettanto realismo, leggendo i nomi di certi aspiranti, potremmo parafrasare la stessa frese, senza timore di sbagliare. Ovviamente la polvere a cui aspirare sarebbe quella del Parlamento. Facendo eccezione per la De Mari, che politica non è e che gioca una specie di partita con se stessa, magari per misurare che tipo di consenso avrebbe potuto avere se la sua candidatura a sindaca fosse arrivata fino in fondo, nell'operazione naufragata circa tre anni fa, o che consenso potrebbe avere se volesse riprovarci sul serio, per il resto abbiamo il grande rischio "peones". Questi ultimi, nel gergo politico- giornalistico – istituzionale, sarebbero parlamentari di terza o quarta fascia, sconosciuti ai più nell'ambito nazionale, a mala pena conosciuti in ambito regionale fra gli addetti ai lavori, che si ritrovano alla Camera o al Senato solo per far numero, per spingere il pulsante delle votazioni e per comporre quel gregge muto che nulla propone e fa un intervento, scritto dai portaborse, una volta ogni morte di papa. Questo da tutte le possibili fonti tranesi.

A sinistra il campo si restringe a pochi elementi. Già detto della palude in cui sarebbe finito il nome di Avantario e delle chance di Ferrante legate ad un'esperienza "esterna", bisogna tener conto di un'importante variabile. I nomi già "strombazzati" dai media, Mennea e Caracciolo su tutti, con Spina a seguire, tanto per attenerci al nostro territorio, dovranno però aspettare qualche giorno per capire, -insieme al nostro stesso Ferrante-, che piega prenderà effettivamente la loro carriera politica. Infatti nessuno di loro ha, saggiamente, rilasciato alcuna dichiarazione. La "variabile" sarebbe quella renziana. L'ex premier avrebbe almeno 120 parlamentari già presenti nell'ultima legislatura, da far eleggere a tutti i costi ed in Puglia la situazione al momento sarebbe troppo sbilanciata a favore degli emilianei. Pertanto lo stesso Renzi avrebbe fatto sapere che bisognerà "rivedere" certi quadri, certi tasselli, che già molti danno per scontati, qualora si trovasse in difficoltà nel "piazzare" su tutto il territorio nazionale, questi 120 fedelissimi uscenti. Una ri – caccia all'oro parallela insomma. Ci sarebbe inoltre una seconda fascia di candidati renziani, seppur più ristretta, ma pur sempre "occupante" spazi, legata al mondo della cosiddetta società civile, dell'imprenditoria e dei sindacati, in particolare; pertanto la situazione è ancora fluida e, di conseguenza, terrebbe fino alla fine sulle spine, i candidati del nostro territorio. Il gruppo politico che candiderà la De Mari viene denominato come centrista, ma ricordiamo che, facendo capo al giudice Ingroia, quest'ultimo, alle scorse fallimentari, per lui, elezioni, era su di una posizione di estrema sinistra, quindi, siamo rimasti un po' spiazzati quando abbiamo letto il termine "centrista". Spina, Mennea, Caracciolo e lo stesso Ferrante, dovranno aspettare di capire come si delineerà la situazione in ottica nazionale, con la "sistemazione" di quei "cavalli" di prima e seconda fascia renziana, per poter cominciare la loro eventuale campagna elettorale. Lo stesso gruppo "popolare" di Ingroia, avrebbe fatto una proposta pure allo stesso Avantario, quando ha capito che la sua candidatura, tanto caldeggiata da anni, stava diventando un'utopia, ma l'ex sindaco avrebbe chiesto troppo tempo per dare una risposta. E non è detto che altre sorprese arrivino, di qui fino alla scadenza della presentazione ufficiale dei candidati.

A Trani, come dicevamo in apertura, la politica langue ancor di più: fra segreterie di partito (PD) che non si formano, con crescita esponenziale dei malumori, (un bene anche per il sindaco, perché un PD ben organizzato e pronto ad uscire sulla stampa, eventualmente, potrebbe diventare potenzialmente pericoloso – e poi vuoi mettere con la Grande Mordacchia appena messa ad uno dei maggiori oppositori interni come Tommaso Laurora, rabbonito dalla nomina appena ricevuta?) e rappresentanti istituzionali finora incapaci di portare il benché minimo apporto alla città, siamo messi proprio male. Uno di questi, pur di uscire sulla stampa, ha dettato al suo portaborse, che ultimamente sta lavorando un po' di più,la seguente fondamentale tesi : "Per pagare meno Tari, bisogna allargare la raccolta differenziata a tutta la città". E magari tra qualche giorno ci dirà che bisogna lavarsi i denti tre volte al giorno, cambiarsi le mutande tutti i giorni e che non bisogna tenere i cani ad abbaiare sui balconi dalle 15 alle 17. La caccia all'oro è partita, ma la "caccia" a loro da parte dei cittadini (nel senso di cacciata) quando partirà?
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