My Two Cents
A Trani come la fai, la sbagli
L’abbiamo appena inaugurata piazza Quercia...
giovedì 21 luglio 2011
L'abbiamo appena inaugurata questa piazza Quercia che già qualcuno la voleva più stretta o più larga o alberata o arredata o colorata. E via alle ipotesi del perché e per come è stata progettata così. Forse per farne degli eventi? Forse per far piacere a qualcuno? Forse perché non sappiamo fare di meglio? La verità è solo nella storia.
Quella che oggi è pomposamente denominata piazza Quercia fu un grande spiazzo in terra battuta dove, mi pare, sorgessero cantieri navali. Un minimo di dignità le fu concessa dalla famiglia Antonacci che, realizzato il famoso palazzo Antonacci-Telesio, pretese ed ottenne che su quell'area mai dovesse essere realizzato alcunché. E ben dissero, perché quell'ampia veduta del porto e della Cattedrale dilata le immagini.
Nelle ore serali, sostando proprio vicino al portone di palazzo Telesio, quell'atmosfera, quell'immagine rarefatta del porto e della grande signora che spicca all'orizzonte mi rievoca il teatro greco di Taormina. Si, lo so, non c'azzecca, ma guardare uno spettacolo lì, mentre alle spalle della scena domina la baia di Naxos, mi suscita una emozione che ho riprovato solo guardando il porto di Trani da piazza Quercia appena rinnovata.
E ben venga se avremo un luogo dove fare eventi sfruttando lo sfondo e l'atmosfera, né più e ne meno di come i siciliani sfruttano il teatro greco di Taormina per gli spettacoli. E Dio sia lodato se una volta tanto abbiamo voluto dare valore esclusivo alla pietra piuttosto che ad improbabili arredi che, al più, stimolano la sosta, la birra (con relativa bottiglia o lattina lasciata nell'angolo), il panzerotto caldo caldo (che sbrodola sul candore della pietra di Trani), il gelato in coppetta (con il cucchiaino di plastica riposto a centro piazza, e pure la coppetta). Non ci vuole molto a immaginare una specie di grande piazza rifiuto (altro che Quercia): basta andare in piazza Teatro e lì, stavolta, non è colpa dei tranesi!
Quella che oggi è pomposamente denominata piazza Quercia fu un grande spiazzo in terra battuta dove, mi pare, sorgessero cantieri navali. Un minimo di dignità le fu concessa dalla famiglia Antonacci che, realizzato il famoso palazzo Antonacci-Telesio, pretese ed ottenne che su quell'area mai dovesse essere realizzato alcunché. E ben dissero, perché quell'ampia veduta del porto e della Cattedrale dilata le immagini.
Nelle ore serali, sostando proprio vicino al portone di palazzo Telesio, quell'atmosfera, quell'immagine rarefatta del porto e della grande signora che spicca all'orizzonte mi rievoca il teatro greco di Taormina. Si, lo so, non c'azzecca, ma guardare uno spettacolo lì, mentre alle spalle della scena domina la baia di Naxos, mi suscita una emozione che ho riprovato solo guardando il porto di Trani da piazza Quercia appena rinnovata.
E ben venga se avremo un luogo dove fare eventi sfruttando lo sfondo e l'atmosfera, né più e ne meno di come i siciliani sfruttano il teatro greco di Taormina per gli spettacoli. E Dio sia lodato se una volta tanto abbiamo voluto dare valore esclusivo alla pietra piuttosto che ad improbabili arredi che, al più, stimolano la sosta, la birra (con relativa bottiglia o lattina lasciata nell'angolo), il panzerotto caldo caldo (che sbrodola sul candore della pietra di Trani), il gelato in coppetta (con il cucchiaino di plastica riposto a centro piazza, e pure la coppetta). Non ci vuole molto a immaginare una specie di grande piazza rifiuto (altro che Quercia): basta andare in piazza Teatro e lì, stavolta, non è colpa dei tranesi!
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