Ostaggi del supermercato
Ostaggi del supermercato

Ostaggi dei manifestanti nel supermercato Dok

Una brutta esperienza durante questa giornata turbolenta

Cresciuto con l'educazione al rispetto dell'opinione altrui e alla consapevolezza che la mia libertà comincia laddove non privo il mio prossimo della sua, non riesco a comprendere l'interpretazione che la moltitudine dà all'art. 40 della nostra Costituzione:

Il diritto di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano.

Lo sciopero è una forma di protesta che la Costituzione riconosce come un diritto. Lo sciopero è un'astensione volontaria, l'adesione convinta e consapevole ad una manifestazione collettiva di dissenso. Anche lo sciopero nobilita l'uomo poiché ne afferma le sue capacità decisionali e critiche, la sua libertà di scelta e di pensiero. Ma lo sciopero è solo una delle forme di dissenso possibili. Non aderire ad uno sciopero non equivale a non condividerne gli obiettivi ma semplicemente a non ritenerlo lo strumento più utile allo scopo. Una manifestazione cessa di essere uno strumento di democrazia quando si trasforma in coercizione forzata, quando priva il cittadino del suo diritto a muoversi liberamente e del suo diritto al lavoro.

Rimanere ostaggi dei manifestanti non è stata una esperienza piacevole per nessuno di noi ma in particolar modo per diversi anziani e donne all'interno della dok di Corso Vittorio Emanuele. Vedendosi sbarrare l'uscita, molti sono stati assaliti dall'ansia e dalla paura di ritorsioni, anche a seguito di diversi pugni contro le serrande. Ma al di là di questi disagi, il personale ha aiutato tutti i clienti a defluire dalla porta sul retro senza problemi. I problemi si risolvono non con il rumore e la prepotenza ma con l'intelligenza che prepotentemente si fa spazio attraverso la paura che oggi si chiama "povertà". Questa mattina nel supermercato non siamo stati ostaggi dei manifestanti.... ma delle loro paure. Auguri a tutti noi... Italiani.
Chiusi nel supermercato Dok di Trani
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