Vita di città

«A Trani bisogna ripristinare una attività chirurgica ed ortopedica»

Portaluri, direttore della Asl Bat replica alla lettera di Rifondazione Comunista

«Vi scrivo in risposta alla Lettera aperta rivoltami il 12 giugno scorso dal Circolo Gramsci del PRC di Trani, intitolata "Subito chiarezza sui progetti della ASL per la sanità tranese e per l'Ospedale di Trani", non solo per dovere di cortesia ma perche' la lettera in questione mi permette di chiarire, anche se non per la prima volta, alcune questioni che a me sembrano alla base di una completa comprensione del vasto e difficile processo di costruzione della ASL della provincia Barletta-Andria-Trani. Per una Direzione Generale parlare di ospedale in riferimento ad una sola città è difficile ed anche poco corretto. L'ospedale oggi o è un sistema tecnologico-professionale complesso e sicuro oppure non è un moderno ospedale. Nella nostra ASL, pur essendo disponibile un numero di posti letto inferiore a ipotetici standard, rileviamo che la loro occupazione da parte dei pazienti non è completa. Questo vuol dire che, per come sono attrezzati, oggi non attraggono totalmente l'utenza. Le ragioni sono diverse ma non le illustrerò in questa lettera rendendomi disponibile ad approfondire la questione in altre occasioni pubbliche. E' però evidente che ciò crea gravi diseconomie. Quello che mi preme sottolineare però è che questa situazione rappresentava una eredità per questa direzione al momento del suo insediamento e derivava incontrovertibilmente non solo – a mio parere - dal piano di riordino del 2002 ma complessivamente dalle politiche sanitarie iniziate nel 2000 nella nostra regione. Politiche che realizzarono per cinque anni un indiscriminato blocco di assunzioni e acquisti nel sistema sanitario pugliese, con lo scopo – sotto il dichiarato intento di risanare i bilanci dissestati delle ASL – di favorire il sistema sanitario privato pugliese. Di questa eredità non ho sentito più parlare nelle accese polemiche politiche di questi mesi ed anzi ho visto apparentate vittime e carnefici di questo sistema in una novella edizione della sindrome di Stoccolma. In particolare l'ospedale di Trani è stato quello maggiormente penalizzato dalle predette politiche restrittive e ne risente ancora le conseguenze per cui gli organici che abbiamo fotografato al nostro insediamento erano i più poveri rispetto a tutti gli ospedali e la dotazione organica, che abbiamo adottato due mesi fa e che è all'approvazione della Giunta Regionale, fa giustizia di questa penalizzazione. Venendo subito alla domanda specifica sull'assistenza ospedaliera che il PRC di Trani mi rivolge, non credo che l'apertura del reparto di ostetricia e ginecologia in quello stabilimento sia il primo problema. A Trani bisogna ripristinare una attività chirurgica ed ortopedica di sufficiente attrazione e bisogna rendere autonoma la struttura di Medicina Interna, rinnovare la radiologia, dare alla gastroenterolgia la possibilità di eseguire esami invasivi. Ma soprattutto è necessario puntare subito al nuovo ospedale di Trani-Bisceglie che le forze sociali e politiche dovrebbero chiedere con forza, perché dalle economie di gestione che si realizzerebbero dalla fusione dei due plessi, si otterebbe quell'ospedale tecnologico e sicuro di cui parlavo all'inizio. Se poi le fasi di progettazione e di costruzione del nuovo ospedale saranno accompagnate da una attività di puntuale validazione dei progetti e delle offerte, l'ospedale si potrebbe avere in pochissimo tempo, senza le difficoltà che stiamo incontrando (eredità del passato recente anche queste) per quei lavori di ristrutturazione in corso nell'ospedale di Trani. Lavori che, tanto per fare un esempio della logica distorta sottesa agli interventi di rimodulazione e rifunzionalizzazione che si è scelto in passato di fare, non hanno previsto la climatizzazione della cui assenza tanti giustamente si lamentano. Il nuovo ospedale, la sua sicurezza, la sua adeguata dotazione di risorse umane e strumentali costituirebbero quel di più di attrattivo non solo per l'utenza locale ma anche per i professionisti. Non dimentichiamo che la gente va in ospedale soprattutto perché sceglie il professionista e per questa scelta è disposto a perdonare anche qualche disfunzione logistico-strutturale. Con le risorse attuali e con i vincoli di spesa delle ultime finanziarie nessun nuovo reparto di degenza può essere aperto nella nostra ASL se non quelli la cui mancanza produce mobilità passiva e cioè alcune attività di cardiologia e radiologia interventistica, l'oncologia e la terapia intensiva neonatale. Quest'ultima davvero necessaria per rendere più sicura la nascita. Quindi l'apertura di ostetricia e ginecologia a Trani non dipende dalla volontà di questa direzione generale. Il Prc mi chiede poi di informare sul "il ruolo dei medici di base pensando in termini di continuità terapeutica il loro rapporto con le strutture ospedaliere e specialistiche, ripensare l'organizzazione dei dipartimenti non ospedalieri, garantire assistenza gratuita e realmente accessibile anche in quelle nicchie specialistiche da sempre escluse dall'offerta pubblica (come i dentisti)". Se questa tematica avesse lo stesso peso dell'ospedale nel dibattito odierno, credo che si farebbe un grande servizio alla collettività. Stiamo cioè parlando di quella parte del servizio sanitario che risponde al 90% delle necessità della gente. Con i medici di medicina generale abbiamo adottato un regolamento per l'accesso in ospedale e per le dimissioni protette di pazienti semicritici che possono rientrare a casa dopo le cure ospedaliere. Giustamente i medici ci chiedono di avere a disposizione un gruppo di fisioterapisti e infermieri per sostenere simili attività e stiamo lavorando per questo. La comunicazione con i dipartimenti non ospedalieri è fondamentale: salute mentale, dipendenze patologiche, dipartimento di prevenzione devono comunicare con l'ospedale e con le cure primarie. E' un problema di cultura ma anche di mezzi: è necessario informatizzare i percorsi sanitari e renderli visibili da ogni parte del sistema. E' il modello della Casa della salute dove tutti i soggetti sanitari che interessano il cittadino si pongono in rete. Un obiettivo su cui ci siamo incamminati ma che è lungo e che parte da zero nelle strutture ereditate. Per Trani abbiamo dato soggettività al nuovo presidio Trani-Bisceglie, abbiamo nominato dopo anni di precarietà un direttore medico di presidio ed un direttore di distretto sanitario, abbiamo aumentato le ore di specialistica ambulatoriale, stiamo rinnovando la sede della pneumotisiologia territoriale, abbiamo potenziato il servizio farmaceutico aziendale, abbiamo su Trani parti delle aree di governo centrale dell'azienda, abbiamo realizzato un servizio territoriale di medicina del lavoro prima inesistente in tutta la ASL. Purtroppo quello di Trani-Bisceglie è l'unico distretto a non avere il Piano sociale di zona e quindi l'ADI ma questa non è colpa della ASL, una volta tanto, che invece li ha sottoscritti con tutti gli altri Comuni. Stiamo per nominare in ogni distretto i responsabili delle unità delle cure primarie e le altre figure che governano la medicina del territorio, previste dalle leggi regionali in materia sanitaria del 2006, che miglioreranno, d'intesa con i direttori dei distretti, quell'integrazione che giustamente richiedete. Ritengo di aver messo le premesse perché questi nuovi e affascinanti progetti, i cui risultati si raccoglieranno sui tempi medio lunghi, possano realizzarsi. Infine mi chiedete di attivare una comunicazione più sistematica con il territorio. Su questo piano la ASL ha innovato a mio parere in maniera tangibile. Abbiamo un sito internet continuamente aggiornato, abbiamo uno strumento di stampa che raggiunge ogni mese gli operatori (il BATSALUTE). Ma soprattutto stiamo dando ai direttori delle strutture ospedaliere e distrettuali poteri decisionali che prima non avevano. L'apparato dirigenziale era abituato ad agire a comando e aveva pochissimi poteri. Questo rallentava le decisioni e ingessava il sistema di per se molto complesso. Il dott. Carlo Diterlizzi e il dott Aldo Leo sono i responsabili dell'ospedale e del distretto e a loro la direzione generale ha dato il mandato di affrontare i problemi della gestione del servizio sanitario tranese. Essi hanno tutto il sostegno della direzione e delle aree centrali. Certamente possiamo fare di più in termini di comunicazione trovando anche strumenti innovativi e per questo sarò contento di valutare ogni costruttiva proposta. Penso, ad esempio, a forum con operatori e cittadini su questioni assistenziali specifiche. Spero di aver risposto in maniera sufficientemente adeguata ai quesiti che il Prc di Trani mi ha posto. Ringrazio il circolo "Gramsci" per lo spirito costruttivo che pervade il vostro intervento e per l'opportunità che mi avete offerto per una documentata risposta a questioni così sentite dai cittadini tranesi ma che, assicuro, stanno a cuore anche a questa direzione.»

Dott. Maurizio Portaluri
Direttore ASL BAT
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