Politica

Antenne: Pina Chiarello scrive a Trovato e ripercorre la storia del campetto

«Lancio un'idea: per un solo giorno spegnamo tutti i nostri cellulari»

Pubblichiamo una lettera dell'Avv. Pina Chiarello, UDC, indirizzata al Commissario Prefettizio Dott. Angelo Trovato:

«Eccellenza Illustrissima, sento l'obbligo, quale esponente politico, ma soprattutto quale cittadina tranese di unirmi alle richieste corali di rivedere la decisione della ubicazione del palo per l'apposizione delle antenne sul campetto di calcetto, sito al V.le dei Platini concesso alla parrocchia di San Giuseppe. Forse è opportuno che la S.V. abbia contezza esatta delle vicende che hanno portato quell'area comunale a quella destinazione originaria, circostanza questa che avrebbe dovuto esserLe significata dagli organi dirigenziali del Comune.
La vicenda percorre ben 30 anni di storia tranese e si avvia nel lontano 3/7/1977 allorquando il compiato Mons. Can. Don Aldo Martucci, facendosi portavoce delle esigenze di un intero quartiere e della parrocchia di San Giuseppe, che lamentavano l'assenza di un'area per attività motorie, religiose e di accoglienza, convocò il Consiglio Pastorale ed accogliendo l'allora Sindaco Dott. Sabino Loiodice e gli assessori democristiani, concordò in quell'area posta in V.le dei Platani che, il Piano Regolatore descriveva quale " verde attrezzato", l'ipotesi di un luogo con attitudine ad oratorio. Il 5 Agosto dello stesso anno l'Ing. Luigi Monterisi, responsabile dell'UTC presentò al comune la relativa richiesta. Passarono altri due anni senza esito così il 4 Ottobre 1979 ed il 13 Maggio 1980 furono inviati solleciti all'Avv. Angelo Pastore, segretario della DC,ed a tutti i Consiglieri Comunali Democristiani. Nel Giugno del 1980 l'allora Sindaco Avv. Nicola Baldassarre si vide recapitare la medesima richiesta corredata di ben 2000 firme. Seguirono altre richieste fino a quando il 6/12/82, lo studio urbanistico dell'area La pietra dette occasione per promuovere ancora la richiesta. Il 14 Marzo 1984 l'allora Assessore all'Urbanistica Dott. Calò decise di procedere alla concessione del suolo in favore della Parrocchia di San Giuseppe per la destinazione ad oratorio ed il 22 Marzo ne venne data comunicazione a Mons. Vic. Generale Don Pierino Ciraselli , al Capo dell'UTC e al Dott. Monterisi Capo Ufficio Contenzioso del Comune. Alle fine di Marzo la II commissione, Presieduta dal compinato avv. Vincenzo Caruso, espresse parere favorevole così nell'Aprile del 1984 l'Ing. Nicola Ronchi presentò il progetto di costruzione dell'Oratorio e dei servizi religiosi, sul suolo concesso alla Parrocchia. Passò più di un anno tra promesse autorevoli e rassicuranti ma, cambiata l'amministrazione con Sindaco l'Avv. Caruso, Mons. Martucci, forte anche delle recenti disposizioni normative in favore degli enti religiosi, invitò l'allora Sindaco a riconoscere il peso dei passi sino ad allora compiuti, i 19 anni trascorsi e le 2000 firme raccolte.
Dopo altre insistenze, Giunte andate deserte, promesse non mantenute, finalmente l'8 Febbraio 1986 la Commissione edilizia espresse parere favorevole al progetto dell'Ing. Ronchi e la Giunta Comunale, il 7 Maggio 1987 deliberò la concessione dell'area. Il 12 Giugno 1987, quindici giorni prima della scomparsa di Don Aldo Martucci, la Commissione Provinciale di Controllo approvò il provvedimento. L'ultimo scalino: il Consiglio Comunale, non ebbe vita, così dopo due anni di promesse e ancora rassicurazioni così la sera del 27 settembre 1989, Don Raffaele Sarno convocò in Consiglio Pastorale Parrocchiale che deliberò l'invio alle autorità amministrative comunali di una vibrata protesta che sortì l'effetto voluto.
Il 15 Marzo 1990 il Consiglio Comunale ratificò la delibera di Giunta del 1987. Il 30 Aprile dello stesso anno fu sottoscritta la convenzione tra il Sindaco di Trani ed il Parroco Don Raffaele Sarno. Certo da allora, nonostante la realizzazione del progetto Ronchi fosse stata affidata al CRESCA, la Parrocchia ha potuto disporre di un piccolo calcetto dove quotidianamente ragazzi di ogni estrazione sociale si dedicano allo sport.
Vanificare 30 anni di trattative, sminuire il valore di quelle 2000 firme apposte come richiesta di una collettività, disconoscere il valore intrinseco di quanto Don Aldo ha fatto per il bene della comunità, significa non tener conto delle esigenze vere di un cittadino e non mantenere gli impegni presi e suggellati da un atto amministrativo. Ella, Sig. Commissario, ha l'onerosa veste di interpretare nel breve tempo della Sua permanenza, le esigenze della città e operare le migliori scelte per il ns benessere. Sino ad oggi ha compiuto, con la serietà e la discrezione che La caratterizza, un ottimo lavoro e tuttavia temo, rischia di essere ricordato come il " commissario delle antenne", se questo scempio non sarà tempestivamente sanato. Io da cittadina posso far poco, ma una cosa è certa, poiché su quel palo si posizioneranno tutti i gestori lancio un'idea alla città: per un solo giorno e per protesta spegnamo tutti i nostri cellulari.»

Avv. Giuseppina Chiarello
UDC
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