Politica
«De Toma perde sul Pug e scarica la colpa sugli altri»
I Verdi rispondono all’ex assessore all’urbanistica
Trani - domenica 26 dicembre 2010
«La nota di Savino De Toma, già assessore all'Urbanistica, dimostra che tutto può succedere nella nostra città. Dopo le sentenze del Tar Puglia sul Pug, tutti si aspettavano il legittimo commento del sindaco, il quale da tempo ha avocato a sè la delega in materia. E, invece, dal cilindro spunta il vero protagonista negativo di tutta l'urbanistica tranese di questi ultimi sette anni, il quale, non contento della batosta subita e fatta subire a tutti coloro cui aveva fatto credere di essere il messia, continua a pontificare e offendere tutto e tutti.
La sua tempestività nello scaricare addosso agli altri la colpa della bocciatura del Pug, pur non avendo attualmente nessuna responsabilità istituzionale, dimostra che la paternità del fallimento è da ascriversi - come generalmente riconosciuto anche da uomini della sua stessa maggioranza - a lui stesso. Scaricare addosso agli altri le responsabilità del proprio fallimento non è sintomo di personalità, né di forza, né di stile. A nostro parere, per quello che conta, avrebbe dovuto chiedere scusa ai cittadini, agli imprenditori, ai lavoratori per quanto successo.
E' senza dubbio lui e non certamente noi, l'artefice di un pug adottato con soli 16 voti dal Consiglio comunale, prima respinto dalla Regione, poi concordato con la Regione. E' lui, primo acerrimo nemico dell'assessore Barbanente, poi invece estimatore della stessa (l'amministrazione ha sentito anche il bisogno di attribuirle un riconoscimento formale per la collaborazione!). E' lui a non aver avuto - se come dice ora (col senno di poi tutti sono bravi) aveva le argomentazioni giuste - il coraggio di difendere il suo pug fino all'ultimo. E' sempre il suo Pug oggi a essere oggetto di un esposto depositato da un consigliere comunale di maggioranza presso la procura della Repubblica e la guardia di finanza. E', infine, il suo Pug ad aver previsto la possibilità di realizzare nuove torri a Trani. Il resto sono solo chiacchiere.
Un amministratore vero avrebbe rasserenato gli animi e adottato le proprie iniziative a difesa del proprio operato. Al contrario il dottor De Toma, per prima cosa, ha sentito il bisogno di giustificarsi incolpando, ingiustamente, gli altri: come i ragazzini della scuola elementare ha gridato: "Maestra è stato lui!". Alla luce di questo possiamo pensare che sia la persona giusta per risanare l'Amet? Alla prossima sentenza l'ardua risposta».
Michele Di Gregorio e Francesco Laurora
Verdi Trani
La sua tempestività nello scaricare addosso agli altri la colpa della bocciatura del Pug, pur non avendo attualmente nessuna responsabilità istituzionale, dimostra che la paternità del fallimento è da ascriversi - come generalmente riconosciuto anche da uomini della sua stessa maggioranza - a lui stesso. Scaricare addosso agli altri le responsabilità del proprio fallimento non è sintomo di personalità, né di forza, né di stile. A nostro parere, per quello che conta, avrebbe dovuto chiedere scusa ai cittadini, agli imprenditori, ai lavoratori per quanto successo.
E' senza dubbio lui e non certamente noi, l'artefice di un pug adottato con soli 16 voti dal Consiglio comunale, prima respinto dalla Regione, poi concordato con la Regione. E' lui, primo acerrimo nemico dell'assessore Barbanente, poi invece estimatore della stessa (l'amministrazione ha sentito anche il bisogno di attribuirle un riconoscimento formale per la collaborazione!). E' lui a non aver avuto - se come dice ora (col senno di poi tutti sono bravi) aveva le argomentazioni giuste - il coraggio di difendere il suo pug fino all'ultimo. E' sempre il suo Pug oggi a essere oggetto di un esposto depositato da un consigliere comunale di maggioranza presso la procura della Repubblica e la guardia di finanza. E', infine, il suo Pug ad aver previsto la possibilità di realizzare nuove torri a Trani. Il resto sono solo chiacchiere.
Un amministratore vero avrebbe rasserenato gli animi e adottato le proprie iniziative a difesa del proprio operato. Al contrario il dottor De Toma, per prima cosa, ha sentito il bisogno di giustificarsi incolpando, ingiustamente, gli altri: come i ragazzini della scuola elementare ha gridato: "Maestra è stato lui!". Alla luce di questo possiamo pensare che sia la persona giusta per risanare l'Amet? Alla prossima sentenza l'ardua risposta».
Michele Di Gregorio e Francesco Laurora
Verdi Trani
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